L'attesa relazione dei commissari giudiziali del Casinò Campione d'Italia Alessandro Danovi e Gianluca Minniti sull'andamento del concordato nel primo semestre del 2024 si sofferma non solo sull'andamento di incassi, ingressi, progetti in itinere e pagamento ai creditori, ma anche sui contenziosi in corso e sul loro iter, in alcuni casi concluso, in altri ancora in corso.
In particolare, c'è quello relativo all'ex amministratore delegato Marco Ambrosini, cui il Casinò ha chiesto indietro “gli emolumenti percepiti” quale “consigliere e Ad del Casinò, a decorrere dalla data di collocamento in pensione”. Si tratta di una cifra non da poco, 218.582 euro. Al momento, si legge nella relazione, con provvedimento del 20 giugno 2024 “a scioglimento della riserva precedentemente assunta, ha riconosciuto il rapporto di continenza con il giudizio di opposizione al decreto ingiuntivo precedentemente instaurato da Casinò innanzi al Tribunale di Milano, e ha assegnato alle parti termine di tre mesi entro cui procedere all’eventuale riassunzione dinnanzi al Tribunale di Milano previamente adito”.
Presso il tribunale di Milano c'è pure il procedimento con cui il Casinò si oppone al decreto ingiuntivo con cui il tribunale stesso ha disposto a favore di Ambrosini il pagamento di 61.760 euro, oltre interessi e spese, come “compenso per il mese di marzo 2023 e come premio di produzione per l'anno 2022”. La trattazione è prevista per il 17 settembre.
IL PROCEDIMENTO PENALE PER BANCAROTTA – Come noto, e come scritto anche nella seconda relazione semestrale (quella riferita al secondo semestre del 2023), c'è un procedimento pendente innanzi al Tribunale di Como-Ufficio del giudice per le indagini preliminari “nell’ambito del quale il Pubblico Ministero contesta plurime condotte di bancarotta a carico dei componenti dei precedenti organi di amministrazione e di controllo della Società, nonché a carico dei funzionari della Banca Popolare di Sondrio e del Comune di Campione d’Italia a titolo di concorso nel reato di bancarotta preferenziale. All’udienza del 13.12.2023, il Gip si era riservato sulla decisione da assumere a fronte della eccepita nullità della notifica dell’avviso di conclusione delle indagini preliminari” e lo scorso 28 febbraio “la riserva assunta è stata sciolta confermando la nullità della notifica nei confronti di taluni degli imputati, con restituzione degli atti al Pubblico Ministero per il rinnovo delle notifiche”.
Con riferimento ai restanti imputati, “il Gip ha disposto un rinvio alla data del 10.07.2024 per lo svolgimento dell’udienza preliminare” e nel corso della medesima udienza i commissari e il Casinò “hanno fatto verbalizzare – così come già accaduto in occasione dell’udienza del 13.12.2023 – l’intenzione della Società di costituirsi parte civile e di richiedere altresì la citazione dei responsabili civili Banca Popolare di Sondrio e Comune di Campione”.
Con decreto del 17.05.2024 il Gip “ha fissato, sempre per il giorno 10.07.2024, l’udienza preliminare del procedimento penale” a carico di “quegli imputati per cui si era resa necessaria il rinnovo della notifica dell’avviso di conclusione delle indagini preliminari” e “nelle more dell’udienza preliminare, Casinò, assistita dai propri legali civilisti, ha avviato con i dipendenti imputati di Banca Popolare di Sondrio e con il Comune di Campione d’Italia delle trattative, tuttora in corso, volte a raggiungere un accordo a definizione della controversia sia sul piano penalistico che civilistico. A causa dell’adesione dei difensori degli imputati all’astensione dalle udienze”, che si teneva proprio in quei giorni, “il giudice ha disposto un rinvio al 09.10.2024”.
L'AZIONE NEI CONFRONTI DELLA CURATELA DEL FALLIMENTO REVOCATO – La relazione del primo semestre 2024 dà conto, a prosecuzione di quanto già scritto in quella precedente, della “pretesa risarcitoria avanzata da Casinò nei confronti della Curatela del Fallimento revocato” e si ricorda che il 6 dicembre 2023 i legali del Casinò avevano inviato una lettera di “costituzione in mora e interruzione della prescrizione al Collegio dei Curatori del revocato Fallimento”, riservandosi il Casinò di “agire giudizialmente nei confronti dei Curatori per ottenere il risarcimento del danno patrimoniale ammontante, salvo diversa quantificazione giudiziaria, a euro 10.900.000,00, asseritamente provocato dalla Curatela nell’ambito della procedura di licenziamento collettivo”. Al momento della chiusura per fallimento (come detto, poi revocato) del Casinò, la Curatela aveva licenziato tutti i dipendenti del Casinò, ma non rispettando, questa l'ipotesi, la procedura prevista. La relazione dei commissari ricorda così quanto avvenuto: “In data 07.12.2023, la dott.ssa Elisabetta Brugnoni ha rappresentato la responsabilità del rag. Gianfranco Polito, consulente del lavoro nominato dai Curatori a seguito di apposita istanza motivata presentata al giudice delegato, non avendo lo stesso trasmesso alle organizzazioni sindacali, unitamente alla comunicazione di conclusione della procedura di licenziamento collettivo, l’elenco dei lavoratori licenziati”.
Successivamente, “anche il dott. Sandro Litigio ha riscontrato la lettera di costituzione in mora e interruzione della prescrizione inviata da Casinò” e “respingendo gli addebiti ivi contestati”. In particolare, con riferimento alla procedura di licenziamento collettivo, Litigio ha evidenziato “come il Collegio dei Curatori abbia adottato tutte le cautele imposte dalla complessità della materia, avvalendosi, su autorizzazione del Giudice delegato, della consulenza e opera dell’avvocato giuslavorista Vittorio Provera di Milano e del consulente del lavoro rag. Gianfranco Polito di Como. Quanto, invece, alle controversie instaurate dai lavoratori a seguito del licenziamento”, si legge ancora nella terza relazione, Litigio “ha sottolineato come la totalità delle decisioni siano state pronunciate dal giudice del lavoro in epoca successiva alla rinuncia all’incarico di curatore, escludendo pertanto la possibilità 'di dar corso (o anche solo di concorrere alla decisione di dar corso) all’impugnazione delle decisioni, al fine di ottenerne la riforma in senso favorevole al fallimento'”.
Inoltre, sempre secondo Litigio, “tenuto conto della pubblicazione della maggioranza delle pronunce del giudice del lavoro a seguito della revoca del fallimento di Casinò, il passaggio in giudicato e /o inoppugnabilità di tali pronunce è da ricondurre alla scelta della Società tornata in bonis e dei suoi professionisti”.