skin
Menu

Casinò, la diversificazione premia gli incassi

09 dicembre 2021 - 10:43

Una disamina dell'andamento dei casinò italiani e di quello sammarinese, alla ricerca del beneficio in termini di incassi della diversificazione dell'offerta.

Scritto da Mauro Natta

Ad una prima lettura alcune notizie, anche rilevanti, sfuggono; ad una seconda più attenta si rimane stupiti, questo mi accade, dopo che ho letto i risultati relativi ai casinò di Saint Vincent, Venezia e Sanremo.

A Saint Vincent tra i mesi di novembre del 2019 e del 2021 si registra una crescita modesta da 4,975 a 5,088 milioni.

San Marino, invece, mettendo a confronto i dati dell’anno scorso, trova un incremento del 17,4 percento negli introiti dall’anno passato, raggiungono per l’anno in corso, in ogni caso, i 13,8 milioni. C’è da aggiungere con 120 giornate in meno di attività.
Le presenze nella sala Diamond sono state 14.132 nel novembre 2021, dei quali 954 nuovi, contro i 22.441 (2021) e 28.418 (2019) di Saint Vincent.

Altri dati relativi a Sanremo e Venezia riguardanti presenze ed introiti non ne ho a disposizione se non i minori ricavi del mese di novembre 2021 a Sanremo che registrano un calo del 31 percento rispetto allo stesso mese del 2019; quest’anno c’è stato uno sciopero. Venezia evidenzia una perdita minore del previsto al 30 settembre, mi pare.

Relativamente a Saint Vincent troviamo un raffronto del 2021 col 2019 stante la operatività del 2020 poco probante visto il periodo di apertura limitato dalle disposizioni che erano in vigore; invece per San Marino abbiamo i dati del 2021 sul 2020.
Nel mese è dichiarato un incremento del 83,7 percento e, in relazione al progressivo annuale del 17,4 percento, un risultato di 13,8 milioni quello del 2021 relativamente a San Marino.

Le presenze da gennaio a novembre del 2021 sono state, 108.714 delle quali 9.775 nuove.
Alcuni dati li ho esposti nel mio precedente (108.774 anziché 108.714); mi sento invogliato ad avanzare delle ipotesi sul successo della sala di Rovereta come, ad esempio, ciò che la nuova clientela mi pare indicare: un bacino di utenza ingrandito oppure la conferma che piccolo è bello.

Il successo nasce non credo tanto dalla posizione geografica quanto dall’attrattiva dell’offerta di gioco e/o dalla saggia diversificazione in atto dopo tanto tempo.
E allora perché, ad esempio, anziché osservare che i risultati sono difficili da realizzare non si studia come rimediare ad una situazione che non produce ciò per cui la casa da gioco è stata istituita; non è scritto che la soluzione esista ma potrebbe anche darsi. In tanti anni ho avuto il piacere di ascoltare persone preparate che si adoperavano per far durare meno i periodi negativi e di più quelli positivi, riuscendoci spesso.

Per quale motivo non si riesce a chiudere la vertenza in atto a Sanremo, un muro contro muro che si dovrebbe risolvere a breve, forse, dovuto ad una visione diversa con dati differenti e poco omogenei. Non rimane che auspicare un accordo tra le condizioni poste dall’azienda e le richieste dei dipendenti.

A Sanremo se nel 2016 la roulette francese introitava 4,9 milioni e la fair 1 milione e nel 2019 la francese 2,9 e la fair 1,3 non dovrebbe significare che la francese non attrae e che la fair è uno strumento migliore.

Un punto dolente, a mio avviso, è che non tutti i casinò usufruiscono di impiegati polivalenti e hanno, conseguentemente, adottato uno insufficiente adeguamento dell’offerta alla domanda. Ciò esula dall’argomento in discorso ma interessa quello dei giochi da tavolo, della possibilità di incrementarli adeguatamente e del loro rapporto con il ricavato slot.

Ho lavorato alla roulette francese quando esistevano i tavoli doppi, ho fatto l’impiegato con i mezzi tavoli ed ho visto arrivare la fair roulette, il cliente della francese mal si adatta all’altra, forse può anche rinunciarci. Non è come il subentro parziale del punto banco allo chemin de fer che ha registrato un successo più che buono.

In ogni caso la roulette francese detiene il primo posto tra i ricavi derivanti da giochi da tavolo al casinò di Sanremo e, forse, anche negli altri.
Mi permetto di chiudere auspicando un ragionato incremento dell’offerta che in un momento come l’attuale mi pare il tramite per vedere crescere i ricavi con un riflesso positivo nell’industria turistica e nell’occupazione.

 

Articoli correlati