È molto interessante quanto è dato leggere su Gioconews: “Un rilievo particolare nel contesto interno della struttura organizzativa del Comune di Sanremo va riservato invece all’attività ispettiva del personale del Corpo speciale di controllo presso il Casinò municipale. La finalità del Corpo è quella di esercitare il controllo sulla regolarità dell’esercizio del gioco e sulla condizione della gestione del Casinò municipale, sia sotto il profilo tecnico-funzionale, che finanziario e morale”.
E ancora: “La società Casinò congiuntamente al Comune di Sanremo ha avviato l’adozione di alcuni innovativi strumenti di controllo che sarebbero in grado di incidere sui compiti oggi svolti dal Corpo speciale comunale”.
La mia curiosità è nota ed allora mi metto in moto per vedere cosa e come viene fatto e/o previsto nelle altre case da gioco italiane.
Quanto ho riportato e ho letto ha incentivato la mia curiosità e mi invita ad iniziare dal casinò valdostano dove per ben quaranta anni ho lavorato, dal settembre 1959 al dicembre del 2000.
È nota la mia fissazione per il controllo sulla regolarità del gioco e, pur avendo più volte accennato alla qualità della metodologia adottata dal Corpo speciale di controllo presso il Casinò municipale di Sanremo. Da quanto è possibile reperire in internet, è logico concludere consiste nella raccolta dei risultati di tutti i giochi, delle mance, dei contanti rinvenuti nelle apposite cassette dei tavoli di contropartita, delle ore tavolo, dell’incidenza sul totale dei ricavi netti, del raffronto tra mance ed introiti, tra introiti e contanti e rendimento ore tavolo, slot escluse che approvo.
Per addivenire a detti elementi di valutazione ritengo che, a monte, vi sia una raccolta giornaliera e sistematica dei dati necessari e che le mance vengano conteggiate tavolo per tavolo. Questa ultima annotazione non è comprovata ma logicamente immaginata in quanto, se il conteggio fosse cumulativo, non sarebbe probante come da moltissimo tempo sostengo ogni volta che ne scrivo come nella presente occasione.
Ritorno a Saint Vincent dove sono stato impiegato amministrativo e tecnico e non conosco le mansioni attuali dei controllori regionali al Casinò consistenti, ritengo, in un controllo de visu in sala giochi e, salvo errori, uno a posteriori mirato c’è da pensare alla regolarità del gioco e degli incassi.
Dalla deliberazione n.19 del 2 dicembre 2021 della Corte dei conti della Valle d’Aosta leggo che le entrate derivanti dalla tassa di concessione della Casa da gioco sono comprese nelle entrate tributarie, titolo primo e, devo ammettere con sorpresa, dato che a Venezia, mi pare, sia a carico del Comune, l’accenno all’imposta sugli intrattenimenti tra le entrate.
Proseguendo la lettura della deliberazione citata, al punto 10.5 Il controllo sugli organismi partecipati e posso notare: “... produzione di resoconti. Con riguardo a questi ultimi, precedentemente all’approvazione dei bilanci di tutte la società partecipate direttamente, è predisposto un documento di sintesi della bozza di bilancio, con la quale è evidenziato l’andamento economico e finanziario della società analizzata...”.
Ho trovato interessante quanto ho riportato ma non credo si possa riferire in toto alla casa da gioco di Saint Vincent dove abbiamo un amministratore unico, un Collegio sindacale ed una società di revisione.
Ho le fotocopie dei documenti che cito in precedenza e, pur non nascondendo la mia poca conoscenza della materia la potrei approfondire in seguito perché la trovo interessante. Una precisazione mi ha destato una particolare attrattiva: la definizione delle entrate in parola come entrate tributarie di cui all’articolo primo delle entrate in bilancio.
Almeno in questo mi ritrovo dopo aver ricordato, al proposito di dette entrate, l’articolo 19, Dl 318/86 e L. 488/86 di conversione.
Relativamente all’Isi, in particolare per il rammentato su Venezia, in merito al bilancio di previsione 2025 – 2027 ho potuto leggere che, in conseguenza dell’introito preventivato dal casinò per il 2025 in 105 milioni dei quali 78.750.000 (introito al netto di quanto trattenuto dal Comune, il 25 percento) per compensare la gestione della casa da gioco, la determina impegna anche 7.875.000 per pagare l’imposta sugli intrattenimenti all’Agenzia delle entrate.
Intendo precisare la motivazione di quanto affermato in precedenza, il 10 percento dell’introito, dedotto quanto dovuto al concedente.
Ora il lettore giustamente si domanderà in che cosa consiste l’oggetto della mia curiosità: conoscere, se possibile, con quale modalità e procedura viene accertata la regolarità del gioco e degli incassi che logicamente ne consegue. Partendo dall’esempio citato per Sanremo con l’integrazione logica fatta in merito alla realizzazione che non conosco se seguita in Valle d’Aosta, desidererei ravvisare, nel caso non sia identica almeno nel conteggio delle mance a mio parere indispensabile, come si ottiene una uguale sicurezza e/o tranquillità per i risultati ottenuti.
Ancora una volta non intendo affermare che la metodologia frettolosamente esposta sia l’unica ma sono curioso per conoscerne un’altra che possa ottenere identici risultati che, a volte, ho indicato con esempi.
Chiaramente l’esempio che cito è in estrema sintesi mirato a dimostrare che il conteggio sul totale di sette tavoli (nell’esempio) fornisce indicazioni differenti da quelle che un conteggio tavolo per tavolo è in grado di evidenziare. Se sette tavoli incassano 1000 ciascuno, sei hanno mance al 50 percento e uno al 120 percento, 500 x 6 + 1200 = 4200, la proporzione tra mance ed introiti è del 60 percento se calcolata sul totale di 7000. Mi permetto di scrivere, non è la stessa cosa!
Naturalmente non intendo fermarmi al casinò di Saint Vincent ma proseguirò per conoscere quanto avviene a Venezia per la questione che mi interessa. Ricordo, ma è passato tanto tempo, che si indicavano i proventi netti e lordi, ovvero comprensivi delle mance, ma non conosco le operazioni attuali e cercherò di saperne di più e meglio.
Su Campione ho espresso la mia opinione, non tanto sul metodo di controllo, quanto sul fatto che sono stati indicati come inutili, forse solo in una determinata occasione (una tassa di concessione in cifra fissa anziché in percentuale); in questo modo mi è apparsa la possibilità di interpretare ciò che ho, recentemente, avuto occasione di leggere.