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Finanziamento a Casinò St. Vincent, Cassazione: 'Cessata materia del contendere'

10 febbraio 2023 - 12:15

La Cassazione mette la parola fine al processo sul finanziamento al Casinò di Saint Vincent da parte della proprietà, la Regione Valle d'Aosta.

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Con due distinte ordinanze, la Corte di cassazione scrive la parola fine alla vicenda del finanziamento alla società di gestione del Casinò di Saint Vincent da parte della sua proprietà, ossia la Regione Valle d'Aosta, attraverso un aumento del capitale da 60 milioni di euro, approvato dal Consiglio Valle nell'ottobre del 2014.
La Corte di cassazione dichiara infatti "cessata la materia del contendere", prendendo atto del fatto che la Corte costituzionale aveva accolto il conflitto di attribuzione tra enti promosso dalla Regione contro la sentenza della terza sezione giurisdizionale centrale di appello della Corte dei Conti, che nel luglio 2021, confermando la sentenza di primo grado, ha condannato 18 amministratori ed ex a rifondere 16 milioni di euro, ritenendo che la delibera approvata dal Consiglio, "pur dando vita a un atto formalmente amministrativo, costituisce, da parte dei consiglieri regionali, esercizio di una funzione riconducibile a valutazioni di ordine eminentemente politico-strategico, inerenti all’autonomia decisionale dell’organo politico della Regione Valle d’Aosta”, annullando dunque la sentenza impugnata in Cassazione.

I giudici della Cassazione riprendono dunque altri passi della sentenza della Corte costituzionale, nei quali si sottolinea che lo stauto speciale della Regione "esclude la responsabilità (penale, civile e amministrativa) dei consiglieri regionali per le opinioni espresse e i voti dati”, aggiungendo quindi che 'l'esonero da responsabilità dei componenti dell'organo (sulla scia di consolidate giustificazioni dell'immunità parlamentare) è [...] funzionale alla tutela delle più elevate funzioni di rappresentanza politica, in primis la funzione legislativa, volendosi garantire da qualsiasi interferenza di altri poteri il libero processo di formazione della volontà politica' (sentenza n. 69 del 1985), le funzioni costituzionalmente previste non si esauriscono in quella legislativa, ma si allargano a comprendere le funzioni di indirizzo, di controllo e regolamentari riservate alle Regioni, nonché le altre conferite al Consiglio regionale dalla Costituzione e dalle leggi, incluse quelle 'di tipo amministrativo purché strettamente finalizzate a garantire l'autonomo funzionamento dei Consigli regionali (sentenza n. 337 del 2009)'".

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