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Premialità e professionalità, incontro vincente nei casinò

13 marzo 2024 - 11:30

La politica produttiva nei casinò deve adeguarsi al cambiamenti sempre più veloci della domanda, il ruolo svolto da premialità e professionalità.

Scritto da Mauro Natta
Foto di Ariel su Unsplash

Foto di Ariel su Unsplash

Da quando sono andato in pensione (2001) è trascorso troppo tempo e non mi ritengo sufficientemente aggiornato e in grado di scrivere di contratti di lavoro. 

Il trend del mercato e delle singole case da gioco italiane che ho sempre seguito, anche quando ero dipendente, mi permette, unitamente alle mutazioni in ordine all’offerta di gioco e alla situazione economico e finanziaria, di esaminare alcune questioni collegate alla contrattazione nella quale, specificatamente, non intendo intromettermi se non per quanto le mie conoscenze e la mia esperienza mi suggeriscono.

La mia ultima ricerca mi ha portato ad esaminare il trend del casinò di Sanremo a iniziare dal 1946 e, prima ancora, quello delle case da gioco del Paese dal 1986 sino al 2022. 

L’introduzione delle slot machines e dei giochi nuovi o americani che dir si voglia, l’arrivo della fair roulette preferita non saprei dire se per il minor costo del personale, del punto banco in quanto simile in buona parte o creduto tale allo chemin de fer, lo sviluppo enorme del gioco online nel periodo pandemico  che continua, hanno contribuito, non esclusivamente ma in modo significativo, al cambiamento che, in ultima analisi, mi suggerisce la seguente conclusione. 

La politica produttiva futura, ma non tanto, sulla scorta di quanto personalmente, ma non da solo, sostengo dovrebbe essere improntata all’adeguamento dell’offerta alla domanda. Una domanda che tende a variare sempre più velocemente e che non può essere disgiunta dal servizio alla clientela. Quello che risulta meno economicamente impegnativo e più gradito da colui al quale è rivolto risiede, indubbiamente, nella professionalità del personale addetto ai giochi.

A questo punto diviene indispensabile una scelta, o disporre numericamente di personale sufficiente a svolgere tutti i giochi presenti nel casinò o, in alternativa, disporre di un numero inferiore ma in grado di svolgerli, tutti o quasi, singolarmente.

In altri termini se da una parte dobbiamo affrontare la diversificazione dell’offerta di gioco, dall’altra dobbiamo poter disporre di personale multifunzione, ovvero con una professionalità tale che permetta, in tempo quasi reale, di soddisfare l’esigenza relativa all’offerta sulla scorta della domanda. Una occorrenza, questa, che unitamente alla professionalità e al savoir faire non possiamo considerare estranea alla fidelizzazione del giocatore. 

Non siamo che all’inizio del ragionamento, al preambolo che ora si interseca con la questione retributiva globalmente considerata: l’importo che contrattualmente viene concordato e il punto. Immediata, a mente la sentenza della Cassazione n. 672 del 1954 relativa alla definizione delle mance al personale tecnico delle case da gioco, si avvicina la parte più difficile per la realizzazione di un percorso premiale che consenta una perfetta realizzazione della multifunzionalità nella carriera lavorativa.

Un tempo, quando esisteva solo roulette francese anche col tavolo a due tableaux, trente et quarante e chemin de fer, la questione dei reparti era definita in due: roulette, comprendente anche il 30/40 e lo chemin. Ora, con una offerta di gioco più larga, una suddivisione si presenta più complicata.

Le mance che, come è risaputo, sono proporzionali al gioco e dalle quali dipende il “punto” (partecipazione dell’impiegato tecnico alla loro ripartizione) non si presentano facilmente assegnabili. Ecco che la ripartizione in reparti comporta una difficoltà di non poco momento e sorge pressante la necessità di trovare una soluzione: ne propongo una che ha trovato una parziale soluzione nella assegnazione in modo differente da prima delle mance ricordando la citata sentenza; a seconda del gioco maggiore alla gestione o ai dipendenti. È una combinazione esistente in Italia per quanto mi è dato conoscere.

In cosa consiste, a mio modo di vedere, l’aspetto premiale della retribuzione complessivamente considerata? Nella partecipazione al punto in base ai giochi professionalmente conosciuti e praticati.

Va da sé che la volontà di incrementare la propria professionalità porterà l’impiegato a conoscere sempre di più e meglio i giochi, così operando l’accresciuta professionalità potrà dare i suoi frutti. Che  consistono, col concorso di tutte le parti in causa, anche ad un miglioramento del quantum che la gestione versa all’ente pubblico periferico titolare della autorizzazione alla casa da bioco.

Assolutamente non è mia intenzione, d’altra parte penso di averlo fatto comprendere con quanto precede, insegnare ad alcuno; in materia mi sento semi illetterato ma non disdegno di presentare le esperienze maturate quando la nostra segreteria nazionale si riuniva per affrontare argomenti ormai superati. In ogni caso ricordare le esperienze vissute che potrebbero interessare può rappresentare una qualche utilità.

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