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Cristofalo (casinò di Mendrisio): ‘Obiettivo 100 milioni di franchi? È dura, ma proviamoci’

08 ottobre 2022 - 10:47

Nicola Cristofalo, 20 anni fa croupier a Mendrisio e ora direttore del casinò, parla dei momenti critici del passato, del presente fatto di nuova concorrenza e novità come il poker, e del futuro basato sul rinnovo della concessione per il casinò svizzero.

Scritto da Daniele Duso
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“In trentadue siamo ancora qui, dopo vent’anni, a lavorare per fare grande il casinò di Mendrisio”. Così, senza nascondere un pizzico d’orgoglio, Nicola Cristofalo, direttore generale del casinò Admiral di Mendrisio, in occasione dei festeggiamenti per il ventennale della casa da gioco svizzera. Cristofalo, uno dei due direttori generali del casinò svizzero (l’altro è la collega Emanuela Ventrici), incarna la storia dell’azienda. Nel 2002 lui era presente, assieme ad altre 130 persone circa, della quali 32, appunto, sono rimaste sino ad oggi. Partito come croupier, Nicola Cristofalo ha saputo crescere, diventando prima  ispettore, assistente caposala, poi trasferito nella sorveglianza e da lì responsabile del settore della sorveglianza. Quindi un momento di stacco, prima di tornare alla base: “Sì, quando il nostro gruppo ha aperto un casinò nel Liechtenstein, e mi sono trasferito lì come gaming manager e membro della direzione, nel maggio 2022 mi hanno chiesto di ritornare qui come direttore e non ci ho pensato neanche un secondo di accettare questa proposta, tornando praticamente in questa che ritengo sia la mia casa, dove sono cresciuto professionalmente”. Adesso il casinò di Mendrisio è cresciuto, “ora siamo oltre 200 persone”, spiega Cristofalo.

Qual è stato il periodo più critico?

"Penso sia stato quello in cui c’è stato il crollo dell’Euro, e poi quello in cui c’è stato il cambiamento della legge sul fumo, quello è stato un periodo molto particolare, ma anche questi ostacoli li abbiamo affrontati molto bene”.

E adesso, con la crisi energetica?

La crisi energetica non ci sta ancora creando grossi problemi, ma ci stiamo già preparando per essere pronti. Ma per quello che riguarda le performance di sala al momento ci stanno dando ragione confermando che siamo il miglior casinò in Svizzera. Attualmente siamo davanti, anche se di poco, anche al casinò di Zurigo, speriamo di chiudere bene quest’anno, ancora al primo posto”.

Dopo che per due anni Campione è rimasto chiuso come state reagendo al ritorno della concorrenza italiana?

“Sul mercato purtroppo non si sa mai cosa succede, non si sa se i clienti decidono, dopo due anni, di andare altrove, ma devo dire che non abbiamo sofferto con la riapertura di Campione, siamo rimasti comunque forti”.

Al casinò di Mendrisio c’è anche un’offerta che va oltre il gioco, e che cerca di offrire ai clienti un motivo in più per affezionarsi al luogo. 

“Sì, oltre al gioco abbiamo un ristorante, due bar, siamo attaccati al FoxTown Factory Store, uno dei centri commerciali più grandi d’Europa. Chi prende l’uscita sull’A2 e si ferma qui a Mendrisio sa che non ha disposizione solo l’intrattenimento offerto al gioco d’azzardo, ma anche molto altro”.

E tra questo molto altro adesso c’è anche il poker. Come è nato questo progetto?

“Per far partire un progetto come questo del poker bisogna avere un network molto grande, noi siamo partiti da qui, e abbiamo avuto la possibilità di farlo sviluppare dalle persone giuste. Non c’ero ancora al momento della partenza, ma ho avuto modo di vederne la crescita anche tramite le interazioni registrate dai social media, che sono ormai una risorsa molto importante. Il poker qui a Mendrisio non c’era, introdurlo è stata una grande sfida, ma i risultati ci stanno dando ragione e dimostrano che la scelta si è rivelata essere giusta, con i clienti che arrivano da tutto il continente per i nostri cash game. Non dico che è stata una sorpresa, perché si tratta di un progetto nel quale abbiamo creduto molto, e sono sicuro che andremo avanti facendoci un bel nome, in Europa, anche in ambito poker”.

Tornando a lei, direttore, come è il rapporto con i colleghi con i quali ha iniziato questa avventura vent’anni fa, e che ora la ritrovano nei panni del direttore?

“Il rapporto con i colleghi con cui sono partito 20 anni fa rimane ancora, è cambiata solo la mansione, non la persona. Per loro è stato anche motivo di soddisfazione il fatto che sia tornata una persona che conoscono già, che conosce il casinò. Avendolo provato direttamente so cosa vuol dire lavorare nei weekend, fare turni di notte, conosco il lavoro molto bene e cerco di essere per loro un direttore generale che capisce i vari processi e tiene conto dei vari punti di vista. Per essere il miglior casinò bisogna avere anche il team migliore, non basta un ottimo direttore, un bravo chief holder. La differenza la fa tutto il team, il fatto che ogni persona in organico sia consapevole e convinta degli obiettivi, perché è il lavoro di squadra che ci fa vincere”.

A Mendrisio, peraltro, di direttori ce ne sono due. “Sì, questa è una prerogativa di tutte le case da gioco del gruppo: non c’è una sola persona unica in posizione apicale, ma due persone che danno flessibilità, si possono alternare, e poi danno il valore aggiunto di potersi confrontare”. Anche perché, continua Cristofalo, “avere un’opinione in più può sempre aiutare. È un grande piacere lavorare con la mia collega (Emanuela Ventrici, Ndr), anche lei proveniente da altri ruoli, in quanto nata e cresciuta sul floor, come cassiera e come croupier. Credo che conoscere tutti i processi della casa da gioco aiuti molto nel nostro compito”. 

Obiettivo quindi superare il vostro record di 136 milioni di franchi di guadagno del 2006?

“No, quest’anno sicuramente no, anche perché i tempi sono molto cambiati, ma è un sogno che coltiviamo, perché bisogna avere anche i sogni. Penso che rimarrà tale anche quest’anno e chissà per quanto, perché bisogna pensare che è un risultato mai raggiunto dal casinò di Zurigo, né da quello di Basilea o da quello di Lucerna, ce l’abbiamo fatta noi, e siamo orgogliosi di questo. Ora stiamo dando il massimo, ma penso che già raggiungere un risultato che superi i 100 milioni di franchi sia una grande sfida, ma proviamoci”.

E infine sul rinnovo della concessione, definito da Cristofalo “un processo molto intenso, che ci occupa da giugno. Ora, entro la fine del mese (di ottobre, Ndr) dobbiamo consegnare il dossier alla commissione federale, e stiamo facendo gli ultimi controlli. Su questo fronte non sono cambiate molte cose rispetto a vent’anni fa, o meglio, non ci sono state sorprese, anche perché siamo qui da venti anni, conosciamo il lavoro con la commissione, sappiamo cosa occorre fornire”.

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