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Selezioni interne al Casinò Campione, pioggia di critiche dai sindacati

09 ottobre 2024 - 09:49

Diversi sindacati criticano la scelta del Casinò Campione di effettuare delle selezioni interne e soprattutto le loro modalità.

Scritto da Anna Maria Rengo
Foto di Jeremy Thomas su Unsplash

Foto di Jeremy Thomas su Unsplash

I tre bandi interni, relativi a incarichi di capo tavoli, ispettore gioco e responsabile slot all’interno del Casinò Campione d'Italia, stanno suscitando un vespaio di critiche sindacali, sia per i contenuti originari che per la scelta di “correggerli”, oltretutto ricorrendo a una semplice mail ai dipendenti, peraltro non priva di ambiguità.

LE CRITICHE DELLO SNALC – Iniziamo da quelle del sindacato Snalc che, in una lettera al presidente Mario Venditti e al direttore generale Stefano Silvestri esprime le proprie “perplessità riguardo ai bandi interni”.
Richiamando le norme vigenti relative al reclutamento del personale dipendente, il sindacato non comprende “il motivo per cui sia stata scelta la strada della selezione interna, sebbene non necessaria, come indicato dal suddetto regolamento”.
Inoltre, ricorda lo Snalc, “l’articolo 7 del regolamento descrive la modalità di modifica dell’avviso di selezione: 'La Società potrà sempre procedere, ove ve ne sia interesse, prima dell’inizio delle prove
selettive, alla rettifica dell’avviso di selezione, effettuando sulle stesso modifiche e integrazioni. L’organo amministrativo determina la rettifica dell’avviso con apposito atto motivato pubblicato con le stesse modalità adottate per l’avviso'. La rettifica ricevuta via email dal personale interessato il 7 ottobre, oltre a fare riferimento a due bandi senza precisare quali dei tre pubblicati, non allegava alcun 'atto motivato' né seguiva le stesse modalità adottate per l’avviso”.
Il sindacato nota anche un'altra “incongruenza”, sempre in riferimento al regolamento che così recita: “L'assunzione del personale dipendente con contratto a tempo indeterminato e determinato avviene previo esperimento di procedure di selezione mediante le quali vengono verificate la professionalità dei candidati, il curriculum degli studi e delle attività professionali svolte, la capacità e le attitudini richieste per la tipologia della posizione da ricoprire, in modo da consentire all'organo competente della Società di effettuare una scelta ponderata dei soggetti da assumere."  e dunque non capisce “perché i 'titoli di studio', menzionati come criterio nell’articolo, e originariamente presenti nei bandi pubblicati il 3 ottobre, siano stati rimossi dalla mail di rettifica del 7 ottobre”.
Quanto poi al bando interno per la figura di responsabile slot, il bando “solleva dubbi sulla natura della figura” e dunque “si tratta di un ruolo amministrativo o rientra nell’area giochi?
Alla luce di tutte queste osservazioni, riteniamo opportuno, prima di procedere con dei bandi che stanno generando confusione e dubbi nel personale, fermare la questione e riportarla a una condizione organizzativa più chiara e trasparente”.

QUELLE DELLA CISL – Anche la Fisascat Cisl critica su più fronti il modus operandi dell'azienda, ricordando che “già nei giorni scorsi, poche ore dopo la loro pubblicazione”, aveva sollevato l'attenzione sul “peso ingiustificato dell’anzianità nella valutazione delle candidature. Ancora una volta, però, al Casinò di Campione la tragedia diventa farsa: una mail della Casa da gioco ci informa che 'il titolo di studio non costituisce elemento di valutazione'. Il contrario di quanto inequivocabilmente stabilito dal testo del bando. Oltre ai dubbi di legittimità della correzione in itinere, che vaglieremo senza sconti, resta la rabbia per l’ennesima scelta gestionale indirizzata alla conservazione di sacche di privilegio anziché alla crescita del business”.
Il sindacato, per voce di Luca Parravicini, sottolinea dunque che “’esperienza è un valore ma non l’unico” e di aver chiesto di “premiare le lingue per un’esperienza di gioco migliore”, come pure “attenzione per la formazione nel segno della tradizione e della scuola campionese”. Non solo, il sindacato aveva suggerito pure di “valorizzare l’istruzione, come sempre stato soprattutto per gli ispettori”, ma “non siamo stati ascoltati!
Con queste scelte, la Casa da gioco premia 'rendite' di posizione e penalizza il merito, perdendo l’occasione di smarcarsi dal proprio passato”.
La Fisascat Cisl, “soprattutto in considerazione dei rapporti costruttivi con la direzione generale del Casinò”, chiede “la revoca dei bandi e l’individuazione condivisa di criteri di selezione coerenti con l’obiettivo comune di sostenere il rilancio della Casa da gioco”.

E QUELLE DELLA UIL – Infine, la Uilcom del Lario titola la sua nota ricorrendo ai mitici Ricchi e Poveri: “Che confusione... sarà perchè giochiamo”.
La canzone seguente è simile a quella degli altri sindacati, e il testo è pesante: “Ritenevamo e riteniamo ancora, non necessario un bando interno per gli avanzamenti di carriera del personale già assunto essendo la Casinò di Campione un’azienda di diritto privato seppur a partecipazione pubblica. 
Abbiamo comunque soprasseduto sul punto, visto le dichiarazioni dell’Azienda nel voler fare comunque un bando per fare tutto nella massima trasparenza”, ma “purtroppo abbiamo constatato, anche questa volta, che tutto è stato fatto nella massima confusione e senza nessuna logica e la tanto decantata trasparenza si è trasformata nella limpidezza di una palude”. 
Il sindacato evidenzia che l'azienda “in data 3 ottobre ha comunicato a tutti i lavoratori assunti la pubblicazione di 3 bandi interni (rettificati nel giro di poche ore) per ricoprire dei ruoli di capo tavoli, responsabii slot e ispettore gioco, i primi 2 non previsti né voluti dall’azienda in fase di stesura del nuovo Ccal, per i quali riteniamo indispensabile, prima di qualsiasi altra cosa una modifica contrattuale alla quale abbiamo già dato piena disponibilità. 
A distanza di meno di una settimana, con una semplice mail (procedura a nostro avviso contestabile) l’ennesima modifica paradossale, che sa tanto di ritorno all’oscuro passato, per 2 dei bandi pubblicati. (Probabilmente a scelta dei singoli lavoratori) 
Davvero, a differenza di tutte le altre aziende, per l’avanzamento di carriera nella Casinò di Campione il titolo di studio non conta nulla?”.
Per la Uilcom questa è una scelta “assurda e involutiva. Chi riveste ruoli di responsabilità e si interfaccia direttamente con la clientela deve essere valorizzato anche tenendo conto del titolo di studio, della padronanza delle lingue nonché dell’esperienza lavorativa e di tutte quelle caratteristiche ideali alla posizione. 
Non possiamo più permettere di cambiare tutto per non cambiare nulla”, è la chiosa gattopardesca.

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