Certificazione ticket redemption, Commissione Ue apre procedura d'infrazione
Regole tecniche troppo difficili da rispettare per i gestori delle ticket redemption usate e autocertificate fino ad ora, la Commissione europea apre una nuova procedura d'infrazione per l'Italia.
Dalla Commissione europea arriva una nuova procedura di infrazione in risposta alle istanze presentate da alcuni gestori di apparecchi da intrattenimento senza vincita in denaro (comma 7 c-bis e 7 c-ter), chiamati a certificare tutte le ticket redemption autocertificate fino ad ora entro la fine del 2024, alla scadenza della proroga in essere.
Nel nuovo caso l'oggetto del contendere è la violazione della Direttiva (Ue) 2015/1535 del decreto 28 luglio 2021 “Apparecchi senza vincita in denaro (art. 110, comma 7 del Tulps) – Verifiche di conformità linee guida per organismi di verifica” alla luce della successiva circolare n° 32 / 2021 del 30 luglio 2021 per mancata notifica delle regole tecniche in esso contenute e riferite ai futuri obblighi dei gestori proprietari equiparati ai produttori per gli apparecchi usati, installati e autocertificati secondo decreto del 18 maggio 2021 e gestiti da anni come i redemption, ovvero con distribuzione di ticket premiali o gratuiti”.
La segnalazione presentata dagli operatori dell'amusement rende evidente che la nuova omologazione o certificazione richiede dei passaggi molto complicati, come l'obbligo di acquisire i codici sorgente e i codici eseguibili dei programmi dei giochi dagli importatori o produttori, che magari non sono più in esercizio. Senza dimenticare che l’importatore deve fornire le prove effettuate e i certificati Emc e Lvd e per l’ottenimento del marchio.
Dal canto loro, i gestori-proprietari degli apparecchi dovrebbero iscriversi alla Camera di commercio come produttori – cambiando i codici Ateco di riferimento – e, al termine delle operazioni di verifica della conformità, dovrebbero anche presentare una dettagliata documentazione – con prospetti, grafici e test report – per illustrare i risultati di ogni singola verifica effettuata.
Un inutile bizantinismo, e un aggravio di spese per i gestori proprietari .
In parallelo, la Commissione Ue - Direzione generale del mercato interno, dell'industria, dell'imprenditoria e delle Pmi sta pensando anche di riaprire la procedura di infrazione risalente al 2022 (aperta dopo la petizione n° 0001/2022), sulla compatibilità della regolamentazione del comparto con il diritto euro-unitario.
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