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Fisascat Cisl: 'Gioco chiuso dal 2020, a rischio occupazione e legalità'

17 febbraio 2021 - 15:13

Fisascat Cisl chiede al Governo Draghi di valorizzare il settore del gioco pubblico, chiuso dal 2020, per tutelare i suoi addetti e contrastare l'illegalità.

Scritto da Redazione

Il nuovo Governo Draghi prenda in esame la situazione dell'intero settore del gioco legale in Italia che, al pari di altri, ha scontato duramente gli effetti del lockdown e delle misure attivate per il contenimento del contagio da Covid-19. Il comparto occupa complessivamente circa 150mila addetti della distribuzione specializzata del gioco, delle sale bingo, delle case da gioco, del settore ippodromi oltre alle migliaia di addetti dell’indotto commerciale e dei servizi.

A sollecitare un intervento normativo volto alla riapertura delle attività economiche del settore è la Fisascat Cisl.


Il 24 febbraio un coordinamento sindacale unitario delle strutture e dei delegati farà il punto sulla situazione e sulle iniziative da intraprendere per accompagnare la graduale riapertura delle attività.

"Le norme emanate dal Governo in relazione alla chiusura totale dell’intero settore giochi scadranno a breve, ma ancora non sembrano esserci determinazioni positive per una rapida riapertura del settore", dichiara il segretario nazionale della Fisascat Cisl Mirco Ceotto stigmatizzando "le chiusure protrattesi per tutto il 2020” e "l’approccio del Governo precedente più di tipo etico-morale che sanitario, non tenendo conto dei diversi protocolli sanitari sottoscritti tra le parti per la riapertura in sicurezza delle attività del gioco legale che prevedono la dotazione di importanti strumenti a tutela della salute dei lavoratori e dei fruitori del gioco".
 
"I lavoratori da ottobre dello scorso anno sono stati costantemente in sospensione e in regime di ammortizzatori sociali”, aggiunge il sindacalista sottolineando che "le attività sono ancora chiuse con il rischio che diverse società non riescano più a riaprire per il perdurare di un lockdown mirato al settore che ancora oggi non vede soluzione.
Con i luoghi di gioco legale chiusi si sta sviluppando un sistema occulto di gioco, difficilmente rintracciabile, e che spesso sposta l'attenzione dei giocatori fuori dalle sale e dalle case da gioco.
Localmente con le case da gioco di Venezia, Saint Vincent e Sanremo abbiamo concordato strumenti ancora più incisivi, sottoscrivendo appositi protocolli e pretendendo dalle case da gioco la dotazione di importanti strumenti a tutela della salute, per garantire la sicurezza dei lavoratori e dei giocatori".
 
Ceotto poi accende i riflettori sulla situazione dei "Comuni e delle Regioni che ospitano le case da gioco e che vertono in serie difficoltà" perché “i ristori non solo sono insufficienti, ma talmente esigui da risultare inefficaci.
Sollecitiamo un cambio di passo – conclude il sindacalista - e l’attenzione di tutta la nuova compagine governativa sull’intero settore del gioco legale che occupa decine di migliaia di persone contribuendo all’economia del territorio".
 

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