"Il gioco è intrattenimento, occorre far capire questo e chiedere dignità". Annullata a causa del protrarsi della pandemia la manifestazione in piazza, Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs hanno optato per una assemblea unitaria online, in corso sulla piattaforma zoom [questo il link per collegarsi alla conferenza stampa in streaming].
Sono più di 150mila i lavoratori dipendenti del settore del gioco legale, della distribuzione specializzata, delle sale Bingo, delle case da gioco, delle sale scommesse e gaming hall che "sono in zona rossa dall’inizio della pandemia", sottolineano provocatoriamente i sindacati, perché "qualsiasi colore abbia avuto il resto d’Italia, anche se altri settori hanno aperto, i lavoratori del settore gioco legale sono stati bloccati, senza nessuna possibilità di tornare al lavoro".
"Non vogliamo essere più ignorati", ripetono i lavoratori, che nel corso dell'assemblea si alternano con i rappresentanti sindacali Luca De Zolt e Danilo Lelli per Filcams Cgil, Marco Demurtas per Fisascat Cisl e Paolo Proietti per Uiltucs.
"La mancata conoscenza del settore in cui operiamo è forse anche colpa nostra. Abbiamo sempre lavorato in silenzio, partendo dai sottoscale, anche se completamente legalizzati", è stato sottolineato in uno degli interventi tirando in ballo i motivi per cui la politica ha deciso di protrarre la chiusura del settore. "È chiaro che la decisione di tenere chiuso non è motivata da ragioni sanitarie Non mi pare che alcol e tabagismo siano in questo paese così contrastati almeno a livello mediatico e pure alcol e tabagismo fanno molte più vittime della ludopatia".
I vari interventi toccano tutti i temi principali cari al settore, dalle mancate riaperture che favoriscono la criminalità alla richiesta di parità di trattamento con le altre categorie. "Rispettiamo il tema importante della ludopatia, ma occorre far capire che non è il gioco legale che produce questi effetti. Semmai sono le mancate regolamentazioni, e poi le chiusure che lasciano campo aperto alla criminalità". Per qualcuno è importante capire come mai il settore sia stato chiuso: "sarebbe importante e curioso capire come mai il comitato tecnico e scientifico abbia avallato queste richieste nonostante alla riapertura, lo scorso anno, i protocolli adottati si siano dimostrati efficaci. Dovremmo chiedere un accesso agli atti per capire se le motivazioni sono congrue".
E poi il grande tema dell'importanza del settore per l'erario, e c'è chi ricorda che la chiusura ha portato a "4,5 miliardi di introiti in meno per l’erario". E sul fatto che le chiusure diano spazio alle criminalità c'è chi ricorda che "la storia insegna che sono state chiuse le case di tolleranza in Italia e la prostituzione non è sparita, anzi, abbiamo dato la possibilità alla criminalità organizzata di prenderne il sopravvento. Per non far sì che si ripeta questo errore fateci lavorare in modo legale".
C'è ovviamente anche chi non è molto d'accordo con l'assemblea online, sostenendo che "il dissenso si mostra in piazza, non dietro una zoom". Ma nel complesso la partecipazione è sostenuta e molto attiva, sempre attorno ai 600 collegamenti simultanei (ma con picchi di 700) con molti lavoratori che approfittano della chat pubblica per ringraziare la propria azienda per il sostegno anche economico, ricordando che tante aziende continuano ad anticipare la cassaintegrazione. "Incredibile che si resti chiusi pensando gli sforzi fatti dalla mia azienda è da tutto il personale, pensando al denaro speso per lavorare in sicurezza e tutela del cliente". Intanto, ricorda un altro intervento: "siamo considerati lavoratori di serie B anche dalle banche".
Tutti temi ripresi anche dai rappresentanti sindacali nella successiva conferenza stampa, nel corso della quale è stato assicurato che quello di una grande manifestazione di piazza è un obiettivo che si realizzerà non appena si allenterà la morsa della pandemia e si potrà tornare a muoversi con un po' più di libertà.
Danilo Lelli, uno dei due responsabili nazionali Filcams Cgil, ha ribadito come "abbiamo realizzato dei protocolli anche più restrittivi di quelli di altre aziende, siamo tutti in regola per riaprire, anche per questo chiediamo pari dignità per i lavoratori e le lavoratrici di questo settore. Insomma, se siamo in zona rossa deve essere zona rossa per tutti, se arancione, sia arancione per tutti". Lelli spiega che "quello che chiediamo al governo e di individuare immediatamente la data per la riapertura di questo settore, perché ogni giorno che passa va di indebolire l'intera struttura, e noi come rappresentati siamo molto preoccupati di questo. Stamattina - ha ricordato il sindacalista Cgil citando la manifestazione appena conclusa - mi è arrivata addosso una fortissima preoccupazione da parte dei lavoratori del settore. C'è dignità, ma anche tanta fragilità, perché dopo un anno i nodi stanno per arrivare al pettine. Siamo anche pronti ad aprire la discussione nel paese rispetto alla considerazione che c'è, di questo mondo, perché il comparto del gioco legale è un sistema che, se gestito bene, impedisce il passaggio di ingenti risorse alla criminalità. Ricordiamo che in questo periodo l'erario ha perso 4,5 milioni di euro - ha ricordato - ma soprattutto pensiamo che la riapertura del gioco legali sia la vera lotta alla ludopatia".
Marco Demurtas, responsabile nazionale Fisascat Cisl, ricordando che "la pandemia non ha fatto altro che aggravare una situazione già presente, ed evidenziare ancora di più, se necessario, la situazione già complicata di tutto il comparto del gioco lecito, che stava combattendo la propria battaglia contro un sistema Paese quantomeno contraddittorio. All'ostracismo del governo si è aggiunto il potere legislativo delle regioni e dei comuni, applicato ad esempio con tante fantasiose soluzioni per determinare le distanze: per calcolare la distanza tra un punto sensibile e una sala gioco siamo andati dal metro lineare alla circonferenza, poi al raggio". Ha quindi ricordato che "il tema fondamentale di oggi è stato un richiamo alla dignità del settore. Un settore che rischia di essere consegnato con grande leggerezza alla malavita organizzata, un po' come accaduto all'ippica, un settore importantissimo, che dava lavoro a molti veterinari e a numerosi centri di ricerca, quando era gestito in modo serio da questo Paese; l'ippica era legata al gioco del Totip, che all'epoca veniva subito dopo il gioco del Totocalcio. Oggi il gioco dell'ippica lo vediamo al telegiornale, quando ci racconta delle corse clandestine nelle periferie delle città, con raccoglitori delle scommesse decisamente abusivi. Ecco, e ora anche nel settore del gioco cominciamo a registrare addirittura dei promoter che vanno in giro con un Pc portatile e raccolgono le scommesse illegalmente all'interno dei punti vendita chiusi a causa del covid. Quindi c'è un pericolo serio, che sta minando il settore in maniera importante. La lotta di tutti questi lavoratori continua e ci vedremo sicuramente in piazza a brevissimo tempo".
Paolo Proietti, responsabile nazionale di Uiltucs, ha ricordato uno degli slogan che hanno accompagnato l'assemblea della mattinta: "Abbiamo adottato lo slogan 'regole del gioco uguali per tutti' proprio per chiedere parità di trattamento. È chiaro che l'iniziativa di oggi era nata sotto un cielo diverso, avevamo immaginato una manifestazione, anzi, molte manifestazioni originali in piazza, davanti alle sedi delle Regioni. Ma poi l'aggravarsi tra pandemia ha imposto di far prevalere un senso di responsabilità. Tuttavia l'iniziativa di oggi mi ha confortato tantissimo, perché hanno partecipato 700 persone, facendoci pensare che ormai sono maturi i tempi per una grande mobilitazione di piazza. E' evidente che non appena matureranno le condizioni, e speriamo al più presto possibile, la nostra idea è di ripetere l'iniziativa che era prevista per oggi e rilanciarla, confidando in una partecipazione massiccia". Proietti ha concluso il suo intervento citando "un elemento un po' più tecnico", sempre legato alla percezione del settore: "Il Tar del Lazio in una recente sentenza afferma che è 'ragionevole' il blocco delle attività del settore gioco, mi fermo anche semplicemente l'aspetto letterale di questa affermazione, perché una sentenza del genere è simbolica del pregiudizio che c'è nei confronti del settore".
Luca De Zolt, di Filcams Cgil, dove ricopre anche la carica di Responsabile nazionale del Settore legalità, è tornato sul tema dell'importanza del gioco legale come baluardo della legalità: "parlano i dati - ha spiegato - c'è un travaso di affari dal gioco legale al gioco gestito dalla criminalità, lo dice la relazione dell'ufficio legislativo del Parlamento, che in merito è molto chiara, ma anche la stessa Dia, che ha di recente ha fatto proprio una citazione di questo aspetto. La consapevolezza della politica mi sembra molto lontana da tutto ciò, è chiaro che non succede dall'oggi al domani che si chiude e le persone smettono di giocare, eppure i decisori politici i politici sembrano neutri, mostrando un atteggiamento miope che ritengo sia ancora più preoccupante". Poi, rispondendo a una nostra domanda, ha sottolineato ancora una volta che "non è la dignità che manca al settore, che anche oggi ha dimostrato grande consapevolezza. Chi lavora in questo settore ha la chiara percezione del pregiudizio che esiste. Occorre ribadire che questi lavoratori hanno anche un ruolo importante in difesa della legalità, sono un vero un vero presidio di legalità sul territorio. Servono strumenti e formazione adeguata, sono questi i due elementi che costituiscono le carte da giocare per trasformare la percezione di questi lavoratori da assistenti di Lucifero, come vengono spesso dipinti, a alleati principali nel contrasto a tutte le distorsioni del gioco, credo che questo sia il percorso che dobbiamo provare a fare".