Torino - Eliminare la retroattività del distanziometro della legge regionale del Piemonte, in vigore dal 21 maggio, salvo approvazione della nuova normativa, e tornare a lavorare. È l'obiettivo dei manifestanti presenti in tanti oggi, 18 marzo, piazza Castello a Torino, con indosso delle pettorine gialle contraddistinte da messaggi ben precisi. "No a leggi retroattive, no al distanziamento" "Liberate il gioco legale in Piemonte" "Gioco legale gioco sicuro". Scritte che campeggiano anche sulla serie di cartelli appoggiati sul pavé della piazza, rigorosamente distanziati. Tanti gli interventi, seppure in assenza di palco, di operatori e politici.
I COMMENTI DELLE ASSOCIAZIONI - A latere della manifestazione abbiamo chiesto un commento a Massimiliano Pucci, presidente dell'associazione As.tro. "È la quarta piazza che facciamo in Piemonte, in tre anni di 'lockdown' regionale. La maggioranza del consiglio regionale è convinta che la legge vada cambiata e speriamo che lo faccia al più presto. Le promesse non bastano più, ogni giorno si perdono posti di lavoro ed ogni giorno il gioco illegale guadagna terreno. Il tempo ormai è diventato essenziale, molte aziende hanno già chiuso e non riapriranno più, è il momento di dargli risposte".
Dello stesso tenore le dichiarazioni di Alessia Milesi, delegata dell'associazione Sapar per il Piemonte. "Ci siamo confrontati con il capogruppo della Lega Alberto Preioni e il consigliere Claudio Leone, firmatario della Pdl di modifica, il capogruppo di Fratelli d'Italia Paolo Bongiovanni, l'assessore al Bilancio Andrea Tronzano (Forza Italia) e l'assessore al Commercio Vittoria Poggio (Lega). Hanno preso atto delle nostre istanze e anche dell'appoggio delle tre sigle Cgil Cisl Uil, hanno ben compreso il dramma dei lavoratori del comparto e dell'urgenza di mettere mano alla retroattività della legge per via della imminente scadenza di maggio che calerebbe come una mannaia sulle ultime imprese e sugli ultimi lavoratori rimasti in piedi. Adesso la palla passa a tutto il consiglio regionale e da loro al completo ci si aspetta una risposta rispettosa di un comparto importante che è presidio della legalità sul territorio".
Questo il commento di Mario Negro, presidente onorario dell'associazione As.tro. "È stata una manifestazione molto partecipata, avevo fatto fare 1050 pettorine, sono andate via tutte. Sono stati tutti molti composti, abbiamo ben figurato davanti alle istituzioni, c'erano diversi consiglieri e assessori in piazza. Siamo stati ricevuti in Regione ed abbiamo fatto presente le nostre problematiche, da parte loro hanno recepito le noste istanze, ed hanno assicurato che faranno di tutto per modificare questa legge, o farne una nuova, e in tutti casi togliere la retroattività di quella attuale. Il problema sono i tempi: stanno lavorando alla legge di Bilancio, e dovrebbero finire entro la Pasqua, se così sarà hanno davanti 45 giorni in cui potrebbero riuscire nel loro intento".
GLI EFFETTI DEL DISTANZIOMETRO, IL MANIFESTO DEI LAVORATORI - Pubblichiamo il testo integrale del documento presentato dai lavoratori ai rappresentanti del consiglio regionale del Piemonte.
Rischio occupazione - Si stima che per effetto della legge regionale 9/2016 sono già stati persi 1.700 posti lavoro e che, esauriti i suoi effetti, i posti persi saranno circa 5.000.
Spostamento della domanda verso l'offerta illegale - I soggetti verbalizzati per violazione delle normative che disciplinano l’offerta di gioco sono passati dai 284 del 2016 a 799 nel 2019.
L’imposta evasa recuperata è passata da 477 mila euro del 2016 a oltre 4,5 milioni di euro nel 2018.
Il direttore della Agenzia delle dogane e dei monopoli, dottor Marcello Minenna, ha di recente lanciato un allarme, su scala nazionale, dinanzi alla commissione parlamentare Antimafia.
Riferendosi all’anno 2020 (nel corso del quale le attività di gioco mediante apparecchi e la raccolta delle scommesse sono rimaste chiuse, a livello nazionale, per circa nove mesi) ha infatti dichiarato che "il volume di gioco illegale ha superato i 20 miliardi di euro. Una cifra colossale che di colpo fa indietreggiare l’Italia a 20 anni fa".
Nessun effetto nella lotta alla ludopatia - La relazione valutativa presentata dalla Regione nel gennaio 2021 evidenzia una lieve decrescita dei pazienti in cura presso i Serd che non può essere ricondotta alla legge 9/2016 perché tale tendenza si è evidenziata già a partire dal 2015 (quando ancora non esisteva la legge) e non ha subito accelerazioni per effetto dell’entrata in vigore della legge.
La media dei pazienti in cura nel periodo 2012-2019, pari a 1.225 unità, se rapportata alla popolazione maggiorenne del Piemonte (3milioni 671mila unità – dati Istat gennaio 2020), rappresenta una percentuale dello 0,03 percento.
La raccolta di gioco è cresciuta nonostante lo spegnimento degli apparecchi - I dati della Adm relativi al periodo 2016-2019 (lo stesso periodo preso in esame dalla Regione nella relazione valutativa) evidenziano un aumento della raccolta complessiva di gioco pari a 421milioni di
euro.
Alla luce di queste evidenze chiediamo a gran voce che il consiglio regionale prenda atto del fallimento di una norma il cui unico effetto evidente è quello di creare disoccupazione mediante lo smantellamento di un intero comparto economico legale all’interno della regione.
Una classe politica che si rispetti non dovrebbe perdere neanche un solo giorno per provvedere a eliminare l’efficacia retroattiva del distanziometro e per dare invece concreata attuazione a quella parte della legge 9/2016 dedicata agli interventi educativi e di prevenzione sociale, rimasti completamente inattuati.
LA CRONACA MINUTO PER MINUTO - Ore 12.25 - "Il dato più importante è che rischiamo di perdere tantissimi posti di lavoro, ad ognuno dei quali è collegato un nucleo familiare. Ci aspettiamo che il consiglio regionale prenda atto di quanto oggi si è voluto manifestare e tuteli il comparto legale, che ha tutto il diritto di lavorare, come in tutte le altre regioni d'Italia. Ora la palla passa a loro. Devono comprendere che non è fattibile lasciare a casa migliaia di persone e gettare nella disperazione migliaia di famiglie". Così Alessia Milesi, rappresentante della Sapar per il Piemonte, dopo l'incontro con i rappresentanti del consiglio regionale.
Ore 11. 26 - Una delegazione dei lavoratori, con Alessia Milesi (Sapar) e Mario Negro (As.tro), è a colloquio con i rappresentanti della Regione Piemonte, fra i quali figura l'assessore Andrea Tronzano.
Ore 11.15 - Tante le storie raccontate dai lavoratori. Giusy, dipendente di un'agenzia di scommesse, sottolinea. "Il nostro settore è l'unico chiamato 'gioco legale', lavoriamo alla luce del sole, tuteliamo la clientela, cerchiamo di limitare rischi che 'vadano oltre'. Non mi vergogno a dire dove lavoro, visto che è un lavoro dignitoso. Le nostre sale non sono il luogo del male". Saverio, da Milano, ricorda che "L'Italia è un Paese fondato sul lavoro" e che le attività di gioco sono sempre "in zona rossa" espulse dal territorio.
È stata poi letta la lettera di Raffaello, rimasto senza lavoro. "Sono un uomo, marito, padre, lavoratore da 30 anni, disoccupato da oltre un anno a causa di una legge ingiusta, che ci ha tolto anche la dignità. Vogliamo solo lavorare, mantenendo la nostra famiglia". A manifestare la sua solidarietà anche Beatrice, venuta dall'Emilia Romagna in appoggio dei colleghi piemontesi, "sperando di sensibilizzare la politica" affinché capisca che si tratta di lavoratori come tutti gli altri. E ricordando che "al primo posto nella formazione degli addetti di sala c'è la prevenzione del gioco patologico", e che la "chiusura per un pregiudizio morale avvantaggia solo la criminalità". Davide, con un provocatorio cappio al collo, parla della progressiva spoliazione della sua azienda, costretto a mandare a casa tanti dei suoi dipendenti. "In un Paese civile è assurdo che chi ha la maggioranza non possa determinare una scelta. Perché anche se hanno i numeri non possono abrogare la legge. Parole. Fatti mai", afferma, riferendosi allo stop all'iter della proposta di legge per la modifica della normativa sul gioco presentata dalla maggioranza.
Ore 11.05 - "Chi fa politica oggi non può permettere che oggi migliaia di persone siano lasciate in mezzo ad una strada. La Lega sarà vicina sempre, noi ci siamo. Contate su di noi", ricorda Claudio Leone, consigliere regionale della Lega, firmatario della proposta per la modifica della legge sul gioco.
Ore 11 - È la volta di Gaetano e Piero, due lavoratori arrivati a piedi da Alessandria, dopo quattro giorni di cammino e 104 chilometri. Uno dei quali anche reduce da un infarto. "Oggi chi decide se io posso continuare a lavorare o meno non è il mio datore di lavoro ma lo Stato", afferma Pietro, commerciale di un'azienda di slot. Gaetano, dal canto suo, in quanto Partita iva, lamenta la "mancanza di ristori e cassa integrazione", come tanti altri dei presenti in piazza. "Vogliamo risposte, a 54 anni, ero sicuro di poter arrivare alla pensione nel mio settore, ora no. Ma andremo avanti, non moriremo oggi, se necessario andremo a Roma a piedi".
Quanto all'esplosione dell'illegalità per i due "è sotto gli occhi di tutti, a parlare sono i sequestri. Visto che sono 26 anni che lavoriamo onestamente, ci piacerebbe poter continuare a lavorare onestamente".
Ore 10.50 - Da segnalare le parole di Luca Cassiani, avvocato ed ex consigliere del Partito democratico. "In questi anni abbiamo condotto la battaglia contro la legge regionale 2016, molte aziende sono chiuse, tanti hanno perso il lavoro, tante imprese non ci sono più. È stata un'assurdita e credo che chiunque guardi a questi lavoratori, sappia che sono uguali agli altri, pagano le tasse, rispettano le leggi. È una follia bloccarlo, dove non ci siete voi ci sono le mafie, lo dicono i procuratori, i giudici, le ricerche dell'Eurispes e della Cgia di Mestre, stiamo facendo un favore all'illegalità. Con la vostra chiusura ecco i totem, chi fa siti in Paesi stranieri, si perdono posti di lavoro e contributi e togliamo miliardi di gettito allo Stato. Rendere un'attività lecita retroattivamente illecita è un obrobio giuridico, non possiamo perdere tempo, aspettare la Corte costituzionale, i lavoratori vanno tutelati. C'è stata furia iconoclasta contro il gioco, cacciarlo dal circuito legale vuol dire uccidere i lavoratori a aprire le porte alla mafia". Cassiani quindi ha chiesto una normativa nazionale per il settore, di far partecipare gli Enti locali agli incassi dei prelievi fiscali e di smettere di criminalizzare il comparto.
Ore 10.40 - Fra le voci che si sono alternate al microfono messo a disposizione dagli organizzatori, è stato sottolineato l'impatto della legge sull'occupazione, con la perdita, fino ad ora, di 1500 posti di lavoro. Ricordando che molti di questi, circa il 75 percento, sono occupati da donne. Per loro a parlare è Mara Pasquale. "Dal 20 maggio, anche se c'è ancora il divieto di licenziamento, le nostre aziende chiuderanno. Almeno 1700 persone sono rimaste a casa, decine e decine di aziende sono state smantellate. Dietro di esse ci siamo noi, che lavoriamo, dal mattino alla sera. Non conosciamo le festività, siamo sempre lì, e non facciamo niente di male, perché lavoriamo nel legale. Oggi la criminalità ringrazia, bisogna fare prevenzione, non proibizionismo, che non ha mai portato a nulla". Per poi aggiungere: "Sono quattro anni che cerchiamo di far cambiare la legge regionale, e in Regione ci è stato detto che non è vero che con questa normativa si perderanno posti di lavoro".
LA LETTERA AI MANIFESTANTI - Prima della manifestazione, fra i partecipanti è stata diffusa questa comunicazione. "Giovedi 18 marzo sarà un giorno fondamentale per i lavoratori del gioco legale in Piemonte.
La manifestazione viene organizzata dal lavoratori del settore per richiedere l'abrogazione della retroattività e delle norme contenute nella Legge Regionale n. 9 del 2 maggio 2016 e per la ripartenza dell'intero comparto.
Chiediamo a tutti i partecipanti il rispetto delle indicazioni dettate dalle normative vigenti anti-assembramento e di seguire le indicazioni che verranno fornite dai volontari, identificabili dalla pettorina blu, presenti in piazza", si legge in una comunicazione inviata ai manifestanti.
"Verranno fornite a tutti i partecipanti delle pettorine di colore giallo e, in piazza, si troverà già posizionata a terra l'apposita segnaletica al fine di garantire la corretta distanza interpersonale tra ogni partecipante.
La manifestazione dovrà essere svolta in forma statica indossando la mascherina e rispettando la distanza di sicurezza di almeno 1 metro tra ogni partecipante.
Raccomandiamo, quindi, di indossare sempre la mascherina evitando di utilizzare fischietti o altri oggetti che possano impedire l'uso corretto della mascherina stessa.
Si richiede, inoltre, di mantenere la piazza più pulita possibile tando di gettare a terra mozziconi, carte, etc etc.
Tali accorgimenti sono richiesti per dimostrare ancora una volta che i lavoratori del nostro settore sono persone rispettose dei protocolli di sicurezza, diligenti e volenterose di svolgere il proprio lavoro attenendosi scrupolosamente alle regole disposte dagli organi istituzionali".
Le immagini della manifestazione