Lavoratori del gioco in piazza per 'non lasciare il Lazio alle mafie'
Il 29 aprile una manifestazione a Roma per attirare l'attenzione sul fiume di denaro sporco che sta scorrendo in molte citta laziali, compresa la capitale.
Scommesse illegali, prestiti di denaro, acquisti di attività commerciali e immobili. È un problema dalle molte facce quello che lavoratrici e lavoratori del gioco legale porteranno il 29 aprile alle 15, in Piazza Oderico da Pordenone, sotto il palazzo della Giunta della Regione Lazio con lo slogan "Non lasciate il Lazio alle mafie".
L'obiettivo è quello di sensibilizzare la politica sul fiume di denaro sporco che sta entrando, senza freni, in ogni città, in ogni quartiere, in ogni strada di Roma, Frosinone, Latina, Rieti, Viterbo. Nel Lazio, dall’inizio della pandemia, migliaia di attività economiche sono entrate in crisi: dalle piccole aziende, alle realtà commerciali, ai ristoranti, alle palestre, alle attività aperte al pubblico. Migliaia di luoghi che hanno dovuto chiudere per l’emergenza sanitaria e che forse non riapriranno mai più.
"Agli effetti del Covid sull'economia laziale - si legge in un comunicato del coordinamento che ha lanciato la manifestazione - si è aggiunta la scelta del Consiglio regionale del Lazio di anticipare una normativa espulsiva del gioco pubblico: una scelta retroattiva che, dal prossimo mese di agosto, farà chiudere centinaia di attività in tutta la Regione e che, oltre a creare una ripercussione pesantissima sui lavoratori del settore, spalancherà le porte al gioco illegale, alle sale clandestine, ai clan della malavita".
La manifestazione “Non lasciate il Lazio alle mafie” promossa dai ‘Lavoratori del gioco pubblico’ e dalle ‘Donne in gioco’, vedrà in piazza donne e uomini che hanno gestito, monitorato e saputo offrire intrattenimento sano e legale ai cittadini, che hanno potuto giocare in sicurezza nei luoghi dedicati, nelle ricevitorie, nelle sale presenti in ogni città. "Sarà una manifestazione civica che vuole portare all’attenzione dei cittadini, delle istituzioni, delle associazioni antimafia, dei media quanto sta accadendo in questi mesi, per chiedere subito un confronto immediato tra tutte le realtà che saranno invitate alla manifestazione del 29 aprile: istituzioni regionali e comunali, associazioni di volontariato e civiche che si occupano di legalità, associazioni antimafia, antiracket e antiusura e forze dell’ordine per mettere in campo un piano di contrasto al gioco illegale".
Chi scenderà in piazza vuole chiedere alla Giunta Regionale del Lazio e a tutti i consiglieri di rivedere, alla luce dell’emergenza sanitaria di questo ultimo anno, la modifica alla legge 5 del 2013 dello scorso febbraio 2020 che introduce il distanziometro anche per le realtà esistenti e impone solo 18 mesi per adeguarsi. Una decisione ante-Covid19 che rischia, con l’arrivo della pandemia, di trasformarsi in un boomerang sociale per tutta la comunità.