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Manovra 2025: 400 milioni dai giochi, ecco i costi delle proroghe

17 ottobre 2024 - 16:00

Le prime notizie riguardanti i giochi sulle coperture della Manovra 2025 danno qualche cifra sui contributi richiesti per le proroghe.

Scritto da Redazione
© Markus Winkler / Unsplash

© Markus Winkler / Unsplash

Il primo punto, confermato direttamente dal vice ministro dell'Economia e delle finanze, è la proroga onerosa biennale delle concessioni dei giochi in scadenza il 31 dicembre 2024, ma non è questo l'unico riferimento al settore presente nelle indiscrezioni che circolano in queste ore sui contenuti della legge di Bilancio per il 2025.

Presentata alla stampa ieri, 16 ottobre, e in procinto di approdare in Parlamento da lunedì 21 ottobre, la Manovra dovrebbe fare affidamento anche sui giochi per trovare alcune delle coperture dei 30 miliardi previsti: per un totale di circa 400 milioni di euro.

Da dove arriveranno?

Secondo le interlocuzioni in corso fra l'Agenzia delle dogane e dei monopoli e il ministero dell'Economia e delle finanze, per gli apparecchi da gioco sarebbe previsto un onere 120 euro una tantum per ognuna delle circa 250mila slot autorizzate e 2000 euro all’anno per ognuna delle 61mila videolotteries in esercizio.

Un contributo importante arriverà anche dagli operatori delle scommesse: il rinnovo ammonterà a 5700 euro annui per i corner di betting presenti negli esercizi pubblici generalisti e a 9500 euro per le agenzie dedicate.

La Manovra 2025 includerà anche norme riguardanti il bingo. Ogni sala verserà 90mila euro annui. Il limite di incremento del montepremi consentito dovrebbe essere dell'1 percento.

Dal testo attuale viene confermata la stabilizzazione dalla quarta estrazione di Lotto e SuperEnalotto, introdotta a luglio 2023 per sostenere le popolazioni colpite dall'alluvione in Emilia Romagna e prorogata fino alla fine di quest'anno. 

Non dovrebbero esserci le misure originariamente ventilate – due sanatorie - in materia di agenzie di scommesse senza concessione e versamenti residui della cosiddetta “tassa dei 500 milioni” introdotta con la legge di Stabilità del 2015. Ma è presto per dirlo.

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