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Riordino gioco fisico, Faggiani (Osservatorio Lazio): 'Centrale il ruolo dei Comuni'

14 maggio 2024 - 16:13

Secondo Domenico Faggiani (Osservatorio Lazio sul gioco) i Comuni possono avere un ruolo centrale nel riordino del gioco fisico, in tema di controlli, formazione del personale e certificazione dei locali. Ma necessitano di risorse.

Domenico Faggiani - Osservatorio regionale del  Lazio sul fenomeno del gioco d’azzardo

Domenico Faggiani - Osservatorio regionale del Lazio sul fenomeno del gioco d’azzardo

“Si tratta di fissare alcuni punti fermi.
Innanzi tutto la necessità di stabilire norme e regole uguali, che valgano cioè per l’intero territorio nazionale, a cominciare dalla individuazione dei cosiddetti 'luoghi sensibili'. E poi, rispetto a questi luoghi, la fissazione di distanze, calcolate con il metodo della distanza pedonale più breve, utilizzando le regole del codice della strada.
L'uniformità, a livello nazionale, si rende necessaria anche per evitare quanto accaduto nel corso degli anni passati. Abbiamo assistito a mutamenti di queste norme, nelle varie leggi regionali, dettati dalla prossimità della scadenza elettorale, oppure a seguito di cambi di maggioranze al governo della regione. Si tratta di aspetti che non possono essere legati al …mutamento di vento a livello regionale”.

 

Mentre si attende una nuova convocazione del tavolo in essere fra il ministero dell'Economia e delle finanze e i rappresentanti delle Regioni, si torna a parlare di riordino del gioco fisico grazie a un approfondimento di Domenico Faggiani, membro dell'Osservatorio regionale del Lazio sul fenomeno del gioco d’azzardo e da anni in prima linea sui temi della cosiddetta “questione territoriale”, di cui ha parlato anche sul palco dell'Italian gaming expo & conference tenutasi ad aprile al Palazzo dei congressi di Roma.

Faggiani rimarca: “Il parametro della distanza dai luoghi sensibili può essere abbinato al cosiddetto 'parametro di densità', meccanismo quest’ultimo in vigore per le rivendite dei tabacchi. Un parametro che potrebbe consentire una omogenea distribuzione dell’offerta di gioco su tutto il territorio comunale, evitando così una eccessiva concentrazione di offerta in alcune zone.
Sarà necessario evitare, però, che il combinato disposto provochi problemi ad esercizi che magari si sono già trasferiti per effetto di leggi regionali; quindi le disposizioni dovranno essere chiare e, ovviamente, non retroattive.
Rispetto a tutto ciò, comunque, va sempre tenuto presente da un lato il dato che norme che portano 'di fatto' alla espulsione del gioco fisico non fanno altro che lasciare spazio all’illegale e, dall’altro, che con la enorme espansione del gioco online, il problema delle distanze non esiste più.
Quindi la ricerca di strumenti più efficaci di prevenzione, su cui bisogna puntare l’attenzione, deve passare attraverso una buona formazione degli operatori del settore, oggi realizzata soltanto in qualche Regione, ed efficaci controlli; aspetto questo sul quale poi tornerò”.

 

Altra questione che necessita di una regolamentazione a livello nazionale, per il membro dell'Osservatorio del Lazio sul fenomeno del gioco d’azzardo “è quella relativa agli orari, da fissare tenendo anche conto della distinzione tra esercizi dedicati ed esercizi nei quali l’offerta di gioco non costituisce attività prevalente. Orari uniformi, a livello nazionale, tra l’altro, potranno evitare problemi per la effettuazione dei controlli.
Una volta fissati questi punti, almeno per quanto concerne i Comuni, si tratta poi di approfondire alcuni aspetti; ne citerò tre.
Innanzi tutto il tema dei controlli. La Polizia locale, presente in modo capillare su tutto il territorio nazionale, può fornire un importante contributo nel contrasto all’illegalità, oltre che nei controlli di routine delle attività legali. Ma occorre che vengano definiti chiaramente compiti e competenze, e serve una adeguata attività di formazione e di successivo aggiornamento. Per questo necessitano risorse, e vengo così al secondo aspetto.
Occorrono risorse, da destinare direttamente ai Comuni. Potrebbe essere costituito un fondo, a livello nazionale, da ripartire tra i Comuni, destinato appunto alle attività di formazione del personale comunale ed in particolare della Polizia locale.
C’è poi la questione della 'certificazione dei locali', della quale si fa un accenno nel documento di Adm, con la previsione della emanazione di un provvedimento del direttore dell’Agenzia, per la indicazione degli standard.

È evidente che anche questo aspetto interessa direttamente i Comuni, ai quali dovrà essere affidato il compito di rilasciare questa certificazione. Ciò, tra l’altro, consentirà al Comune di avere un quadro preciso circa la dislocazione dei punti di offerta di gioco sul proprio territorio e consentirà di evitare che un esercizio, titolare di licenza art. 86 Tulps, possa regolarmente attivare offerta di gioco, ad esempio tramite installazione di Awp, senza però che il Comune ne sia a conoscenza.
Questi alcuni degli aspetti di interesse dei Comuni sui quali occorre un confronto con Governo e Regioni”.

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