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Sapar: ‘Gioco legale non un mostro ma un settore importante per lo Stato’

11 giugno 2024 - 10:10

L’associazione nazionale gestori gioco di stato, Sapar, punta il dito contro il ‘Libro nero dell’azzardo: mafie, dipendenze, giovani’ e sottolinea: ‘Il gioco legale non è il mostro che viene rappresentato ma un settore economico importante per lo Stato’.

Scritto da Redazione

“Come associazione, come imprenditori, come lavoratori e come cittadini diciamo basta agli efferati attacchi al settore del gioco pubblico. Attacchi frutto di ignoranza (nel senso di mancata conoscenza) o malafede che hanno impatti devastanti sulle imprese, soprattutto quelle medio-piccole e sulle migliaia di lavoratori e famiglie che operano in questo settore. L’ultimo violento attacco è arrivato dal “Libro nero dell’azzardo: mafie, dipendenze, giovani”, pubblicato dalla Federconsumatori e dalla Cgil.” È quanto si legge in una nota pubblicata dal Sapar, ovvero l’associazione nazionale gestori gioco di stato, in cui si sottolinea come il gioco legale attraverso questo libro venga fatto passare come uno dei problemi principali del paese

Nel testo si legge ancora: “Sbattere in prima pagina il mostro è facile, ma il gioco legale non è il mostro che viene rappresentato ma piuttosto un settore economico importante per lo Stato, per la forza lavoro che produce, per la sicurezza e tutela degli utenti e dei minori”. Per questo motivo “il ruolo dei gestori e delle piccole e medie imprese è fondamentale, un valore da tutelare e rispettare e non da aggredire come purtroppo avviene da troppo tempo”.

Nella nota viene anche riportato il discorso dell’ex procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo Federico Cafiero De Raho, durante un’audizione in Commissione parlamentare di inchiesta sul gioco illegale e sulle disfunzioni del gioco pubblico al Senato. In questa sede dichiarava come il gioco legale “evita la proliferazione del gioco illegale”.

Sapar rimarca inoltre che “importanti e storici istituti come Euripes, Censis, Luiss, solo per citarne alcuni, hanno dimostrato come le aziende di gioco legale siamo la prima linea di contrato all’illegalità e di controllo del territorio. Libri come quello proposto dalla Federconsumatori e CGIL minano tutto questo. Per questo abbiamo deciso di intervenire in maniera diversa rispetto al passato. Basta con le parole, ora passiamo ai fatti. Chi scrive certe cose dovrà assumersi le proprie responsabilità presso gli organi competenti. Nel libro si possono ravvisare gli estremi del procurato allarme ed i contenuti espressi possono essere definiti diffamatori”.

Alla fine l’associazione nazionale gestori gioco di stato riporta anche quelli che reputa i principali errori del libro nero del gioco d’azzardo. Tra questi ecco alcuni dei principalil: “150 miliardi di raccolta del gioco nel 2023 accostata alla spesa alimentare degli italiani”.  Falso perché “questa cifra rappresenta la raccolta totale, non la spesa effettiva. La vera spesa, cioè i soldi effettivamente persi dai giocatori, è stata di 22 miliardi di euro. Quasi 130 miliardi sono tornati nelle tasche dei giocatori sotto forma di vincite”.

A questo aggiunge un altro dato ovvero che “nel 2023 ogni italiano tra i 18 ed i 74 anni ha investito nell’azzardo online 1.926 euro.” Anche questo un dato considerato falso “se consideriamo la vera spesa (raccolta meno vincite), questa cifra scende a 81 euro annuali”.

La riforma dell’azzardo fisico sarebbe devastante per la lotta al gioco d’azzardo”. Anche questo secondo Sapar è falso perché “uniformare le regole a livello nazionale permetterebbe di avere distanze e orari di gioco uguali in tutta Italia, rendendo più facile il controllo”.

“Il gioco totale tra fisico e online supera il 7 percento del Pil nazionale.” Anche questo è falso perché il valore “si riferisce alla raccolta e non alla spesa”. Inoltre “la quota pro capite raccolta nel 2023 per gioco fisico e online, calcolata sulla popolazione maggiorenne, è pari a 2.996 euro”. Anche questo è falso perché “considerando la spesa e non la raccolta, il valore pro capite è di 448 euro, circa un caffè al giorno. Per gli apparecchi da intrattenimento, scende a 173 euro annuali”.

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