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Un anno (in)sostenibile per il gaming

03 gennaio 2023 - 10:39

Ewa Bakun (Clarion Gaming) traccia un bilancio per l'anno appena concluso in tema di gioco responsabile, reputazione del settore e valorizzazione della diversità.

© Freepik

Nuovo approfondimento curato da Ewa Bakun, director of Industry Insight and Engagement di Clarion Gaming e curatrice della rubrica "Gioco e sostenibilità" pubblicata sulla rivista GiocoNews (consultabile integralmente online a questo link). 

È già un anno che scrivo su questa rivista, focalizzandomi sui temi relativi alla sostenibilità. Un anniversario che mi porta a tracciare un bilancio, annotando gli sviluppi negativi e quelli positivi nell’ambito del gioco responsabile, della diversità e della reputazione del settore: tutti aspetti fanno parte di un programma di futuro più sostenibile. 
Ho cominciato un anno fa con il bilancio dell’iniziativa di Clarion Gaming dedicata alle start-up, analizzando il numero sempre basso di imprenditrici coinvolte. Eravamo contenti di vederne sette tra le 49 applicazioni nell’edizione 2022 di Ice London, con due start-up fondate da donne selezionate per presentare la loro esperienza nella zona dedicata alle startup della fiera. 
Se le statistiche relative a questo tipo di aziende emergenti sono incoraggianti - anche se il progresso è comunque molto lento - quelle del settore del gioco in generale ci fanno preoccupare. Il progetto “All-in diversity”, che pubblica il suo indice di diversità ogni anno, basandosi sui dati raccolti tra un gruppo di aziende nella sua rete, indica un divario più ampio negli ultimi cinque anni tra le donne (43 percento) e gli uomini (56 percento) al livello di iscrizione al settore di gioco. Uno svolgimento preoccupante se vogliamo influenzare le prospettive per i modelli di ruolo e i pool di talento del futuro. Siamo invece sempre più vicini però al desiderato 30 percento di donne ai livelli di leadership, ma è importante assicurarsi l’influsso del nuovo talento per mantenere questo progresso, anzi per migliorare fino a raggiungere il 50 percento. 

Avendo appena analizzato le candidature per un’altra iniziativa di Clarion, quella di Most influential weomen of gaming, sono incoraggiata a pensare che il progresso ai livelli più alti possa essere sostenuto. Sia il numero sempre crescente che la qualità sempre più alta delle candidature indica infatti l’esistenza di tante donne con capacità, esperienze e credenziali professionali per soddisfare le esigenze di leadership in un futuro non tanto lontano. Ma non basta per fermarci qui e festeggiare, soprattutto se consideriamo la mancanza di diversità di razza non solo nelle candidature, e quindi anche nella composizione di “Top 10”, ma nell’industria di gioco in generale. 
Purtroppo anche con la portata globale di Clarion Gaming, autore della classifica, non siamo riusciti ad attrarre più diversità di razza ed etnicità: sicuramente il nostro fallimento che richiede più sforzo per evitarlo nelle edizioni future. Il lavoro deve continuare e ci ha fatto piacere osservare l’emergere di convegni su questo tema, organizzati proprio dalle aziende stesse, come quella di Betsson, come espressione della dedizione e dell’impegno a investire nel processo di rendere il settore meno uniforme. 

Anche un altro convegno, quello sulla sostenibilità, organizzato da Entain a Londra, è un’indicazione promettente di dove si concentrano le priorità strategiche del settore. Si spera che la promessa non sia solo verbale e che seguano azioni proprie. Anche se Entain è da menzionare qui in questo bilancio come esempio positivo non tanto per il suo convegno Entain Sustain, ma anche per il lancio del programma di gioco responsabile Arc all’inizio dell’anno scorso, non è da ignorare che l’operatore è stato soggetto a una multa record da parte del regolatore per i fallimenti di gioco responsabile durante il periodo di pandemia. 

Siamo appena usciti dal festival sportivo più importante per il settore di scommesse, ovvero il Mondiale di calcio. Tradizionalmente un periodo di promozione aggressiva, lo strumento di marketing considerato necessario nella competizione, ma anche la causa della pessima reputazione del settore e quindi anche delle restrizioni in aumento. E anche se il mercato europeo, ormai maturo, si è reso conto troppo tardi dei rischi di questo approccio, stiamo proprio ad osservare come si comporterà l’emergente mercato americano di scommesse sportive. La competizione è già feroce e manca la vera personalizzazione, ma nello stesso tempo è rassicurante, come ho imparato durante la mia visita alla fiera G2E di Las Vegas, sentire sia dai regolatori che dagli operatori, della loro messa a fuoco sulle tecnologie per intervenire nel gioco del consumatore, se risulta irresponsabile. 
Nonostante l’atmosfera molto competitiva in questa stagione così immatura del mercato, quando gli operatori sono meno disposti a introdurre qualsiasi attrito, ci fa piacere vedere gli approcci progressisti, e proprio proposti dagli imprenditori di carattere start-up, come quello di WagerScore, che mette gli strumenti di controllo nelle mani del giocatore. 

C’è da osservare come si svilupperà il concetto della sostenibilità nell’ambito della protezione del consumatore negli Stati Uniti, come sono sempre da monitorare gli altri sviluppi menzionati in questo articolo. Sono tutti trend incoraggianti, ma sempre all’inizio della loro evoluzione, e quindi è troppo presto per proclamare la vittoria della sostenibilità. Speriamo nel bilancio dell’anno appena iniziato. 

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