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Zamparelli (Sts): 'Il gioco crea ricchezza per lo Stato'

27 maggio 2022 - 08:40

All'evento 'Giocobyte: il gioco pubblico nell’evoluzione dal bussolotto alla fibra', Zamparelli (Sts) difende il settore e l'impegno degli operatori contro il Gap.

Scritto da Ca

Salerno - “Sono un tabaccaio e rappresento il sindacato che difende gli interessi di questo settore. Siamo la parte storica di questa industria. Nel 1946 partirono i primi giochi e le prime ricevitorie furono proprio nelle tabaccherie. Lavoriamo ed offriamo lavoro in 54mila tabaccherie per 200mila occupati. Sono prevalentemente imprese familiari che, come detto, danno occupazione a tante persone. Il settore viene dipinto spesso in malo modo e non si tiene conto della parte sana. I primi che non vogliamo che le persone si rovinino siamo noi del settore e vogliamo costruirci un futuro e sulla dipendenza non si crea nulla”. 

A sottolinearlo, una volta di più, è Emilio Zamparelli, vice presidente di Sts, Sindacato totoricevitori sportivi, nel corso della seconda giornata di studi “Giocobyte: il gioco pubblico nell’evoluzione dal bussolotto alla fibra”, in programma oggi, 27 maggio, a Fisciano (Salerno).

 

C’è un’agenzia pubblica che detta le regole, Adm, e le detta in maniera assai stringente. Ma c’è un’intera filiera e probabilmente le stime sull’occupazione e sull’indotto sono spesso al ribasso”, evidenzia. 
Viene spesso dimenticato che il settore crea ricchezza per lo Stato. Il cittadino paga una tassa volontariamente. Giocare è un acquisto di un prodotto. Giocare un euro non è un fatto negativo ma inseguire un sogno e acquistare un prodotto come quello offerto da qualsiasi altro settore”. 
 
Zamparelli quindi prosegue: 'Il gioco online si è rafforzato ed è cresciuto con la pandemia ma è un fenomeno che ha generato tantissima socializzazione. Il Totocalcio raccoglieva le persone a compilare le schedine e la domenica si passavano giornate insieme per sentire le partite alla radio. Gli strumenti tecnologici aiutano allo sviluppo, ci hanno resi autonomi ma forse troppo soli come quando eravamo in lockdown in piena pandemia. Il gaming online è complementare e non fa da contraltare ad altre forme di gioco. E le ricevitorie su alcuni prodotti dominano ancora la raccolta con percentuali altissime. Il futuro sarà sempre più digital e i due mondi conviveranno in maniera proficua e complementare. Il punto fisico rimane fondamentale anche come presidio sul territorio. Massima attenzione va anche posta al gioco illegale che anche sotto pandemia ha ripreso a crescere. Abbiamo fatto un passo in avanti togliendo i videopoker all’illegalità ma certa ideologia demonizza comunque un’importante emersione del gioco non autorizzato. Pensiamo alle limitazioni al gioco: i distanziometri allontanano solo i problemi mentre i limiti orari sono aggirabili facilmente solo con un telefonino in mano. La speranza è che l’approccio sia razionale e non basato sull’emotività”.
 

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