“In Italia la raccolta di gioco con vincita in denaro è riservata allo Stato e da questi affidata in concessione ad imprese private. Gli obiettivi che lo Stato ha inteso perseguire attraverso tale sistema sono diversi: contrastare la criminalità e conseguentemente far emergere imposte da destinare alla collettività; tutetare il giocatore da possibili frodi; prevenire e contrastare fenomeni patologici correlati al gioco". Lo afferma Marco Zega, direttore Finanza e Affari istituzionali di Codere Italia, nel suo intervento alla tappa di Rivoli, alle porte di Torino, di "In nome della legalità”, l’evento ideato e promosso dalla multinazionale di gioco.
"Il ruolo dei concessionari deve essere considerato decisivo per la tutela dei consumatori e un vero e proprio argine alla criminalità. Operiamo per conto dello Stato ma veniamo troppo spesso additati come dei malfattori. Avere giocatori ludopatici è un problema per chi fa il nostro lavoro. Per tale motivo, da sempre siamo in prima linea per cercare di prevenire e contrastare questi fenomeni. Siamo lieti, pertanto, di partecipare alla campagna 'Il tempo è denaro' messa in campo dalla Asl To3 e di dare tutto il supporto necessario per il raggiungimento di quella che è una finalità comune: operare affinchè il gioco con vincita in denaro resti sempre e solo una forma di intrattenimento. Per continuare ad offrire alla collettività un servizio sicuro, e allo Stato il giusto gettito erariale, tuttavia, abbiamo bisogno che il governo riordini il settore mettendo mano a leggi e regolamenti adottati con il fine unico di espellere l’offerta legale dal territorio, senza considerare che questo lascia spazio all’offerta illegale e, pertanto, senza portare alcun beneficio nella lotta alla ludopatia”, afferma ancora Zega.
A illustrare il punto di vista dell'amministrazione padrona di casa Paolo Dabbene, assessore all'Industria, commercio, artigianato, lavoro, polizia amministrativa, patto territoriale, sanità amministrativa, sicurezza alimentare e Sportello Europa del Comune di Rivoli. “Regolare e monitorare il gioco d'azzardo sul proprio territorio è un dovere di ogni amministrazione pubblica. I possibili risvolti negativi infatti sono molteplici, non solo di infiltrazione malavitosa ma anche per i rischi di disagio sociale che possono colpire i soggetti colpiti da gioco patologico. Ben vengano quindi eventi come questo che creano confronto tra privati ed istituzioni, da cui possono scaturire idee e progetti per arginare queste pericolose problematiche”, afferma.
E, come sottolinea Riccardo Pedrizzi, presidente della commissione Finanze e Tesoro del Senato dal 2001 al 2006, "Dopo tante tribolazioni, insormontabili problemi e alle volte incomprensibili e forse inutili restrizioni qualcosa di positivo si intravede all’orizzonte del settore dei giochi. E' un buon segnale infatti l'avvio dei lavori della neo costituita “Commissione parlamentare di inchiesta sul gioco illegale e sulle disfunzioni del gioco pubblico” e la nomina dell’ufficio di presidenza, sia per la qualità e l’esperienza delle persone indicate sia per la volontà politica del Parlamento di approfondire le tematiche legate alle difficoltà di chi opera nella legalità ed è costretto ad affrontare la concorrenza sleale e l’avanzata delle mafie organizzate”.