Settembre è vicino, e con esso dovrebbero arrivare importanti novità anche per il settore del bingo.
Sicuramente con la ripresa della discussione sul riordino del gioco fisico fra rappresentanti delle Regioni e ministero dell'Economia e delle finanze, attesa a inizio mese con la presentazione di un nuovo documento da parte della commissione Affari finanziari della Conferenza delle regioni.
Considerando che visti i tempi lunghi, dovrebbe arrivare un'ulteriore proroga delle concessioni in essere, dopo quella fino al 31 dicembre 2024 varata lo scorso maggio.
Ma non solo.
Potrebbe uscire a breve la sentenza della Corte di giustizia europea inerente la proroga tecnica – onerosa - delle concessioni del bingo in Italia.
Sono infatti passati quasi due mesi dalla presentazione delle conclusioni generali da parte dell’avvocata generale Laila Medina, che nella sostanza ha ritenuto fondati i dubbi di conformità delle norme nazionali con la normativa europea, in particolare, con la direttiva sulle concessioni e con le norme del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea che prevedono la libertà di stabilimento e alla libertà di prestazione dei servizi.
Dubbi avanzati dai legali di alcune delle società colpite dall’applicazione di un canone mensile non contemplato dall’aggiudicazione iniziale, in primis dall'avvocato tributarista Alessandro Dagnino, il quale ha sottolineato quanto sia stato importante aver ricevuto conferma della “natura di impropria tassa capitaria (cosiddetta lump sum tax) del canone di proroga tecnica, affermando con forza quanto sia illegittima oltre che ingiusta la previsione di un ammontare del canone fisso per tutti gli operatori al di là della capacità finanziaria di ciascuno”. Con l'auspicio che la Corte di giustizia europea “si pronunci presto spazzando via una previsione che per anni ha distorto il mercato, vessando gravemente i piccoli operatori”.
Sul fronte “locale” poi c'è un'altra attesa a tenere banco.
È quella dei gestori e dei dipendenti delle sale bingo di Palermo, sospesi sul “chi vive” dalla fine di maggio, quando il sindaco del capoluogo siciliano, Roberto Lagalla ha emanato un'ordinanza con cui ne ha limitato l'attività, consentendola alle 10 del mattino con chiusura alle ore 1 durante la settimana e alle ore 2 nei fine settimana.
Un taglio che incide sugli orari di maggiore frequentazione degli esercizi, e che potrebbe portare al licenziamento del 20 percento del personale addetto.
Al momento, secondo quanto riferisce a GiocoNews.it Stefano Spitalieri, segretario generale della Fisascat Cisl Palermo Trapani, di licenziamenti non ce ne sono stati, ma non ci sono stati neppure cenni di vita dall'amministrazione comunale né convocazioni da parte della Prefettura, dopo che era stata ventilata una possibile riapertura del confronto fra le parti in causa alla fine di agosto.
Il termine a cui guardare, secondo quanto apprende la nostra testata, dovrebbe essere quello dell'11-12 settembre.
Aspettiamo quindi anche noi.