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Easg 2024: ‘Su cosa dovrà concentrarsi la ricerca sul gioco nei prossimi 5 anni?’

12 settembre 2024 - 11:31

Epidemiologia, trattamento dei dati, regolamentazione e gioco responsabile. Sono alcuni dei quesiti discussi nel corso del panel all’Easg 2024.

Scritto da Carlo Cammarella
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Roma - Su cosa dovrà concentrarsi la ricerca sul gioco nei prossimi cinque anni? Una domanda che apre molteplici quesiti e che rappresenta il topic del panel di oggi, 12 settembre, alla European conference on gambling studies and policy issues presso il Lifestyle hotel di Roma.

Il punto di partenza, dunque, è uno studio del professore Zsolt Demetrovics, dell’università di Gibilterra che introduce il convegno moderato dal giornalista britannico Peter Wilson: “La ricerca condotta - spiega il professore - si è focalizzata su vari aspetti tra cui l’epidemiologia del problema legato al gioco problematico, gli effetti sugli adolescenti dei problemi legati al gambling. Altre parti dell’indagine riguardano le cause che spingono a un gioco patologico. Poi ci sono gli studi legati al trattamento dei dati e le conseguenze dei disturbo, i fattori che portano alla recidività, i danni causati anche dalle nuove forme di gioco.”

Un intervento che apre una riflessione riguardante vari aspetti del mercato del gioco. A prendere la parola subito dopo è Gerhard Bühringer dell’università di Dresda la cui ricerca si è incentrata soprattutto sullo studio delle dipendenze e in seguito della regolamentazione. Tra gli aspetti analizzati ci sono il rapporto fra il gioco e le nuove generazioni: “I giovani non si rendono conto che spesso vengono fatte attività non regolamentate e questo è un rischio, fino a tre anni fa non esisteva una vera regolamentazione e c'erano giochi dove si poteva perdere tanto. C'è voluto tempo per capire questa problematica e ci vuole tanta ricerca per capire quando il gioco diventa rischioso soprattutto per i giovani che, ripeto, sono più vulnerabili”.

Bühringer pone l’accento anche su un altro aspetto e sottolinea di essere convinto che “il lavoro  dei ricercatori non abbia un vero impatto se non c’è un interesse dei regolatori. Il mercato in Germania è gestito da loro e si può vedere il loro interesse in tutto quello che ha a che fare con il denaro e le imposte fiscali. A volte ho la sensazione che la ricerca possa andare bene solo se in linea con le loro idee”.

L’argomento delle nuove generazioni viene ripreso anche da Maris Catania, dell’università di Malta che evidenzia come “i giovani siano nati nel mondo online e come per via della tecnologia non ci si incontra più perché è molto più semplice scriversi. D’altro canto l’industria sta ancora pensando in maniera tradizionale, per esempio tramite bonus, ma le giovani generazioni pensano al gioco da un punto di vista di gaming. Nella vita reale tutto è vietato ma nell’online tutto è possibile".

Tra i problemi individuati da Catania invece per quanto riguarda gli studi sul gambling c’è quello della “disponibilità dei dati. Se chiediamo agli operatori di condividere i dati a volte hanno paura e si percepisce la tensione”.  

Tra gli aspetti analizzati da Jonathan Parke dell’università di Sheffield in Gran Bretagna c’è quello dell’equilibrio. Il professore spiega infatti che: “Invece di misurare il danno o la dipendenza o un eccessivo bisogno di giocare, bisogna anche capire come minimizzarlo e prendere in considerazione il concetto di massimizzazione del beneficio. Un altro punto invece riguarda il fatto che ci possono essere dei modi per minimizzare il rischio anche riducendo il tempo di gioco: penso che questo faccia parte dei sistemi sani e sostenibili e questa sia una delle domande che l’industria dovrebbe porsi”.

Paul Delfabbro dell’università di Adelaide in Australia tra i suoi studi ha analizzato la salute pubblica e i fattori di rischio. Nel corso della conferenza ha invece evidenziato come nei prossimi anni sarà fondamentale “guardare quello che succede in Asia adesso, continente dove ci deve essere un punto di attenzione perché vengono svolte tantissime attività legate a questo settore. Sono molto interessato a cosa succederà lì, dove le cose succedono molto prima, e sarà interessante vedere cosa accade in varie parti del mondo”.

Il tema della regolamentazione è invece uno degli argomenti che maggiormente interessano Jakob Jonsson del Sustainable interaction & Karolinska institutet in Svezia. A proposito il professore spiega: “Negli ultimi tempi c’è stato un cambiamento e andiamo verso un modello di salute pubblica, motivo per cui mi interesso soprattutto della regolamentazione e per questo propongo l’idea che ci vogliono più misure obbligatorie”. Il professore aggiunge che la speranza è che ci sia “una regolamentazione simile in tutte le giurisdizioni e visto che c'è un conflitto tra guadagno e prevenzione le aziende saranno aiutate e regolamentare. Alcune giurisdizioni stanno già facendo un buon lavoro a riguardo”.

Sally Gainsbury dell’università di Sydney in Australia, che si è occupata soprattutto di studi legati alla prevenzione, sottolinea alcuni cambiamenti: “Mentre fino a qualche anno fa nei giochi c’erano chiare distinzioni ora non ci sono più. Ad esempio le lotterie erano considerate a basso rischio perché si poteva comprare un ticket ogni settimana, ora invece con l’online si può giocare più spesso perché ci sono tanti prodotti e si possono prendere tanti ticket alla volta. Ci sono scommesse offerte di continuo e in Australia si possono anche comprare ticket non classificati come lotteria. Il consumatore è inoltre molto diverso rispetto a quello del passato e c’è una situazione confusa e mista tra i vari prodotti. Prima ogni prodotto era separato e specifico ora c’è un grande disordine”.  

Jeffrey Derevensky dell’università McGill University in Canada si occupa principalmente dei rischi legati al gioco e nel corso della conferenza presenta un’analisi della situazione attuale: “Oggi i giovani non devono andare a un casinò per giocare ma lo fanno tramite i loro smartphone partecipando a gruppi e mistery box. Quello che vedremo nei prossimi anni  sarà uno spostamento dai casinò tradizionali verso dei giochi più interattivi che vengono praticati tramite smartphone”.

Derevensky evidenzia anche un altro aspetto secondo cui “la chiave di lavoro o di lettura sarà legata alla collaborazione perché l’industria vuole guadagnare ma allo stesso tempo non vuole danneggiare i consumatori. È fondamentale che questo dialogo continui e a proposito è molto importante la ricerca anche per ridurre i danni. Dunque è fondamentale una regolamentazione adeguata che è un tassello fondamentale alla base di questa collaborazione”.

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