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Ige 2025, politica, Adm e operatori: 'Riordino gioco, fare le gare per sbloccare investimenti'

09 aprile 2025 - 11:17

Tavola rotonda di apertura di Ige 2025, Adm, politica e concessionari tracciano la rotta sul riordino del gioco pubblico, evidenziando la necessità di nuove gare e investimenti sulla tecnologia.

Scritto da Fm
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Roma “Benvenuti nel futuro del gioco. Con questo evento vogliamo accompagnare questo processo verso il futuro dell'industria, che è già iniziato. E qui, in questi due giorni ne avremo una prova concreta. Molte cose sono cambiate e stanno già cambiando. È importante la presenza in primis dei regolatori, ma anche quella di molte aziende, realtà che non appartengono propriamente alla filiera del gioco ma anche ad altri settori. A testimoniare che la reputazione del comparto sta cambiando, e che questa industria è una fucina di talenti, che qui proviamo a rappresentare.”

Si è aperta con le parole di Alessio Crisantemi, president & co-founder Gn Media editore, la seconda edizione di Ige - l'Italian Gaming Expo & Conference, la grande kermesse dedicata al mondo del gioco in tutte le sue sfaccettature, in programma a Roma, al Salone delle fontane, il 9 e 10 aprile.

A seguire, l'intervento video del senatore Alessio Butti (Fratelli d'Italia), sottosegretario alla Presidenza del Consiglio per l'Innovazione: "È sempre stimolante per me poter dialogare con la comunità del gioco, composta da appassionati, innovatori. La creatività pone il settore del gaming fra i comparti piu all'avanguardia per la capacità di sperimentare e innovare, e ha un potenziale ancora inespresso; se le politiche pubbliche lo sosterranno, penso, nel caso dei videogiochi, a un'integrazione con l'apprendimento o agli utlizzi nella salute, nei processi democratici, nella difesa. E invito ad approfondire ulteriori sinergie per spingere la modernizzazione e la trasformazione che stiamo realizzando nel Paese."

Mario Lollobrigida, direttore centrale Giochi dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli, sottolinea: "La prima edizione di Ige ci ha permesso di ascoltare le istanze degli operatori, di confrontarci; quest'anno abbiamo deciso non solo di partecipare alle tavole rotonde ma anche di presenziare in maniera fisica all'evento, con un nostro stand, per essere un punto di riferimento per gli operatori e di confronto. Per un futuro sostenibile del settore, da costruire insieme".

 

LA TAVOLA ROTONDA SULLA RIFORMA DEL GIOCO PUBBLICO - La tavola rotonda "La riforma del gioco pubblico 2025: prospettive istituzionali su regolamentazione, innovazione e sviluppo del mercato", moderata da Nicola Porro, conduttore e giornalista Mediaset, vicedirettore de Il Giornale, si apre con le parole di Giovanni Emilio Maggi, vice presidente, dell'Agic - Associazione gioco e intrattenimento in concessione (Confindustria): “La riforma del settore è attesa da tutti noi, abbiamo salutato con molto favore la delega al ministro Leo, abbiamo apprezzato il riordino dell'online che sta per partorire le nuove concessioni e attendiamo con ansia quello fisico, più complesso, perché tocca tanti interessi e problematiche che si trascinano da anni, in primis le leggi regionali, e le proroghe delle concessioni. È nostro interesse poter fare le gare, e quindi pianificare gli investimenti, per lavorare nel medio periodo e non sull'oggi o sul domani. C'è un tema fondamentale: la pianificazione delle distanze delle attività di gioco dai luoghi sensibili, fatto che impedisce di fare le gare. Da parte nostra c'è l'appoggio alle istituzioni per costruire questa riforma, e siamo pronti a lavorare insieme per la prevenzione del gioco patologico e la tutela del gioco legale".

Geronimo Cardia, presidente di Acadi - Associazione concessionari di giochi pubblici (Confcommercio), rimarca: "In Confcommercio cerchiamo di valorizzare il dialogo sui grandi passaggi che riguardano il comparto, concessionari, gestori, i bar con Fipe, i tabaccai con Fit. Vorrei porre l'accento sulla percezione dall'esterno della dignità dei lavoratori e della libertà degli utenti che in questi anni sono stati calpestati. I prodotti di gioco sono 33, ma sulla bocca di tutti e specie dei legislatori ci sono gli apparecchi, i soggetti più bersagliati dai distanziometri e dalle limitazioni di orari, mentre gli altri prodotti di gioco sono liberamente commerciati. E, ad oggi, l'obiettivo di tutelare il gioco non è stato raggiunto, perché comunque è aumentata la spesa negli altri segmenti. Poi si pone il tema della salute, giustamente, ma anche quello della  libertà degli utenti: comunque è aumentata la raccolta e per la prima volta quella online ha superato quella del fisico. Certamente bisogna smantellare le misure che non sono corrette, cercando di sostituirle con politiche attive sul territorio e mettere a terra la tecnologia nell'online come nel fisico, ad esempio con il registro di autoesclusione o la verifica dei tratti somatici dei giocatori per riconoscere la maggiore età come forma di doppio controllo, il monitoraggio della sessione di gioco per la messaggistica dissuasiva consigliata dagli esperti sanitari. Senza dimenticare che gli operatori stanno chiedendo stabilità, per poter investire."

Ettore Rosato (Italia viva), segretario del Copasir, membro della commissione Difesa della Camera dei deputati, afferma: "Le questioni attinenti il gioco vengono viste con molta diffidenza, è pericoloso che continui ad esserci una normativa regionale e comunale sugli apparecchi. Serve regolamentare il gioco in una maniera chiara, nazionale senza cambiamenti continui nella legislazione, per dare stabilità. Poi c'è una tassazione alta che riduce i margini, ha effetto sopratutto sugli apparecchi e che facilita il gioco illegale. Alla luce del divieto di pubblicità gli effetti sono stati questi e il Parlamento dovrebbe riflettere sull'utilità di tale norme, è un problema che va affrontato. Ed è necessario un impegno pubblico sulla ludopatia, un tema che va affrontato, forse ci vorrebbe uno studio più approfondito da parte del ministero della Salute. Il comparto è un pezzo importante dell'economia e va sostenuto, in primis con norme chiare per costruire un'allenza con i concessionari".

Il senatore Massimo Garavaglia (Lega), presidente della commissione finanze del Senato, sottolinea: "Se tot italiani giocano, tot italiani giocano. Punto. Poi se si mettono troppe regole non si può mettere neppure un apparecchio e il gioco si sposta dal legale all'illegale, oppure a un altro tipo di gioco, creando comunque distorsioni, che non dovrebbero esserci. Dobbiamo chiudere in commissione Finanze il decreto sul gioco fisico, superando il tema delle distanze: il distanziometro ha dimostrato di non funzionare, che senso ha la distanza da un cimitero? Non c'è nessun nesso logico, mentre è comprensibile mettere fra i luoghi sensibili una scuola. Quindi è meglio passare al concetto di distanza giuridica. E bisogna puntare sulla tecnologia, per tutelare i giocatori. Secondo: è fondamentale la compartecipazione al gettito del gioco degli enti territoriali, per essere responsabili delle proprie decisioni, ciò rende tutto il processo più equilibrato e responsabile. La compartecipazione aumenta il gettito, perché uno ci pensa bene prima di mettere regole stupide”.

Sui tempi della riforma interviene Guerino Testa (Fratelli d'Italia), segretario della commissione Finanze della Camera dei deputati: "Bisogna uscire dai luoghi comuni: qui parliamo di gioco legale, che presuppone fatturato importante, un comparto in crescita, con 6 punti di Pil in più. Un settore che ha bisogno di un ulteriore evoluzione. Si sta spingendo per velocizzare la riforma con un quadro normativo unificato in tutta Italia, con regole chiare, dando messaggi importanti contro la ludopatia, come già previsto dalla riforma, e con un ruolo importante della digitalizzazione applicata al gioco. Sono d'accordo con il collega Garavaglia: il distanziometro è una presa in giro. Si tratta di un comparto che assicura gettito fondamentale per le casse dello Stato e penso che il Governo entro la fine della legislatura darà risposte concrete per il riordino del gioco fisico e online".

Ed ecco le parole di Marco Alparone, coordinatore della commissione Affari finanziari della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome: "Non c'è prevenzione se non c'è programmazione. Il Governo vuole porre fine alle proroghe proprio per questo. Se non c'è uniformità normativa è difficile anche fare i controlli. Non c'è condivisione se non c'è compartecipazione, che non è solo per un motivo economico ma anche di sostenibilità dei costi legati alla ludopatia. Parte del gettito va agli enti territoriali che poi si devono occupare dei controlli. Noi oggi dobbiamo lavorare non sul tema delle distanze, ma evitare di creare zone dove ci siano altissime concentrazioni di gioco, ma avere un'uniformità di distribuzione territoriale, valutare quanto e che tipo di distribuzione del gioco ci deve essere, per non creare ghetti. È necessario non fare più proroghe per consentire alle aziende di investire e dare delle regole per permettere a noi di fare delle verifiche su un nuovo modello di gioco, che è molto cambiato da quello che era 15 anni fa. Quindi il controllo va fatto sulle persone, l'educazione, anche di chi fornisce il gioco, attraverso la formazione degli operatori. Penso che ormai il riordino si sia in dirittura d'arrivo e che il tema delle distanze sia stato superato, ma c'è ancora il tema delle concentrazioni.”

A tracciare lo stato dell'arte del comparto del gioco infine è Mario Lollobrigida, direttore centrale Giochi dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli :“Dobbiamo mettere a terra norme univoche su tutto il territorio nazionale, superando una misura, come quella del distanziometro, che è stata inutile, che ha creato la ghettizzazione dei punti vendita, e un aumento della raccolta e di quella illegale. Abbiamo ancora gli strumenti sufficienti per intervenire sul gioco illegale online, non possiamo fare indagini sotto copertura, che ci sarebbe utilissimo per individuare chi lo offre. Le gare consentiranno agli operatori di fare gli investimenti richiesti dalla delega fiscale, per la formazione. Un altro argomento importante è che gli investimenti consentiranno anche di attivare degli apparecchi più moderni che potranno intervenire anche nella protezione del giocatore, con la temporizzazione dell'attività, l'invio di messaggi al giocatore durante le sessioni, ma che possono essere fatti solo con nuovi investimenti. Abbiamo concluso il nostro lavoro di tecnici sul decreto per il riordino del gioco fisico, ci auguriamo che possa trovare accoglimento da parte delle Regioni e degli altri soggetti coinvolti”.

 

 

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