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Gioco online, Fraternali (PoliMi): 'Gioco online e fisico continueranno a coesistere'

29 giugno 2024 - 00:57

Samuele Fraternali, direttore dell’Osservatorio digital content del Politecnico di Milano, evidenzia la crescente digitalizzazione del gioco e dei sistemi di pagamento ma anche i fattori che non rendono prevedibile, certo non nel breve periodo, una completa sostituzione dei processi landbased.

Scritto da Anna Maria Rengo
Samuele Fraternali - Osservatori Digital Innovation - School of Management, Politecnico di Milano

Samuele Fraternali - Osservatori Digital Innovation - School of Management, Politecnico di Milano

Impossibile non accorgersene. L'online ha un peso sempre più preponderante nella vita delle persone, di ogni età e latitudine, qualsiasi attività stiano svolgendo, e dunque non solo giocando. Ma c'è un limite “fisiologico” a questo peso e dopo il Covid, che ha certamente imposto un'accelerazione a questo processo, si sta magari assistendo a una decelerazione o addirittura una retromarcia?

Prima di esaminare più in dettaglio il legame tra gioco e online con Samuele Fraternali, direttore dell’Osservatorio digital content, nonché senior researcher nell’Osservatorio eCommerce b2c, gli poniamo questa domanda di carattere generale.

“Ciò che abbiamo osservato in vari settori è che la pandemia ha accelerato di un paio d’anni un processo naturale di digitalizzazione. Ciò significa che ora siamo allo stesso punto in cui saremmo stati senza pandemia, solo nel 2020-21 abbiamo fatto un gradino più alto, abbiamo di fatto cambiato la curva di crescita. Nell’ultimo biennio, infatti, i tassi di crescita si sono ridotti e sono inferiori al periodo pre-Covid, proprio a dimostrazione di questo effetto boost della pandemia. Non parlerei però di retromarcia, anzi. La digitalizzazione è un fenomeno destinato ancora a crescere, non abbiamo ancora raggiunto il limite fisiologico che ad oggi, con il contesto e la conoscenza attuale, possiamo immaginarci. Il digitale non sostituirà mai l’analogico, almeno al netto di eventuali shock tecnologici a oggi inimmaginabili.”

In particolare, i pagamenti sono sempre più digitali. Lei pensa che in un futuro diventeranno interamente digitali? Quali sarebbero i vantaggi e quali gli svantaggi di un sistema interamente cashless?

“La sensazione è che nel nostro Paese i pagamenti non diventeranno interamente digitali. Oggi siamo al 40 percento di incidenza del digitale e la crescita attesa è ancora importante: in un paio d’anni dovremmo arrivare al pareggio con il contante (che ad oggi incide per il 44 percento) e poi al sorpasso negli anni successivi. Ma difficilmente arriveremo a una situazione cashless, quantomeno nel breve-medio periodo, nonostante i vantaggi predominino sugli svantaggi.

I vantaggi, infatti, sono molteplici ed evidenti: dal lato consumatore vi è maggior velocità e comodità d’uso; dal lato governo vi è maggior controllo e riduzione dell’evasione, nonché perdita del rischio e dei costi di gestione del contante. Quest’ultimo beneficio vale anche per gli operatori di rete, per i quali inoltre vi è un’altra possibile opportunità, ossia di creare dei servizi aggiuntivi all’utente permessi proprio dai pagamenti digitali, in logica wallet, e quindi di diversificare il proprio business.

Sul lato svantaggi, in realtà l’unico tema si riferisce alle fasce più anziane che avranno difficoltà a passare una gestione interamente cashless. Parliamo quindi di un tema di inclusione che ad oggi, anche nei Paesi digitalmente più evoluti, è ancora rilevante; in Svezia ad esempio il governo ha imposto agli esercenti di accettare i contanti per non escludere alcune fasce di popolazione e attualmente il contante incide ancora per un 2 percento.

Rimane invece ancora irrisolto il tema della sostenibilità: sul piatto della bilancia occorre infatti mettere il consumo energetico dei server e delle comunicazioni telematiche, nonché per la produzione dei dispositivi tecnologici per i pagamenti digitali, contro il consumo per la stampa del denaro e dei costi  di rischio a esso associato.”

In questo processo di progressiva digitalizzazione dei pagamenti, come si colloca il gioco?

“Anche il settore del gioco pubblico non è affatto esente da questa digitalizzazione dei pagamenti. La questione è che qui il processo di trasformazione è più lento, per svariati motivi peculiari del settore: quadro regolatorio e normativo complesso; importanti interessi in gioco da parte della rete e dei giocatori a mantenere il contante, necessità di intervenire su un esteso parco macchine, freno a un gioco d’impulso per giocatori problematici.

Ciò detto, credo che le opportunità vi siano e sarà solo questione di tempo per far quadrare i diversi ostacoli. I benefici derivanti dalla digitalizzazione dei pagamenti sono evidenti e gradualmente il settore si adeguerà. In questa direzione il nuovo riordino dei giochi potrà accelerare questo passaggio.”

Già direttore dell'Osservatorio gioco online del Politecnico di Milano, lei si è occupato per anni del settore. Lei ritiene che il gioco online potrà soppiantare del tutto quello fisico?

“No assolutamente. Come detto prima, al netto di eventuali shock non prevedibili, sono convinto che i due mondi continueranno a coesistere. Anzi, saranno sempre più interconnessi con processi di omnicanalità che permetteranno una miglior gestione per le aziende e una miglior esperienza di gioco per i giocatori. La situazione potrà certamente differire da gioco a gioco; avremo giochi il cui digitale sarà più presente e altri meno, ma la coesistenza è innegabile. Mi aspetto inoltre che i punti di gioco continueranno a evolvere, assumendo sempre più un significato differente dall’attuale; avranno forme e obiettivi rinnovati, probabilmente più tecnologici, mirati ad aumentare l’esperienza e la soddisfazione dei giocatori.”

Secondo lei l'industria del gioco saprà cogliere le opportunità/sfide che si presentano con l'intelligenza artificiale o il metaverso?

“Certamente! L’industria del gioco si è sempre distinta per la sua capacità innovativa e anticipatoria di nuovi trend tecnologici. Credo che a livello internazionale avremo molti spunti a cui ispirarci, sia in ambito AI che mondi virtuali. Le opportunità sono innumerevoli, dalla creazione di nuovi giochi a una maggior personalizzazione dell’esperienza di gioco, da un miglior controllo e prevenzione di comportamenti problematici o illeciti a nuovi canali di distribuzione e ambienti di gioco.

La questione in questo caso sarà la capacità dell’impianto regolatorio di star dietro ai ritmi frenetici dell’innovazione e di riuscire per tempo a normare efficacemente il settore.”

L'industria del gioco attuale, a suo modo di vedere, è più controllata e tracciata rispetto al passato?

“Senza alcun’ombra di dubbio. I sistemi attuali, basati sul digitale e sulle nuove tecnologie, consentono di avere dati tracciati e certificati, nonché strumenti più precisi e affidabili. Naturalmente c’è ancora strada da fare anche in questa direzione, sia per migliorare le relazioni di filiera sia per monitorare i flussi di gioco e contrastare ulteriormente il gioco illecito e compulsivo.”

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