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Cina, scandalo match fixing: 43 squalifiche tra giocatori e dirigenti sportivi

16 settembre 2024 - 09:10

Due anni di indagini sulle partite truccate e il gioco illegale in Cina portano alla squalifica di 38 calciatori e cinque dirigenti sportivi.

Scritto da Cc
Foto di Dominic Kurniawan Suryaputra su Unsplash

Foto di Dominic Kurniawan Suryaputra su Unsplash

Un’indagine durate due anni che ha portato alla squalifica a vita di 38 calciatori e cinque dirigenti sportive. È questo l’epilogo dell’inchiesta condotta dalla Chinese football association sulle partite truccate e il gioco illegale che ha fatto emergere un lato corrotto di quello che è ormai lo sport più popolare nella Repubblica democratica cinese.

Come spiegato da Zhang Xiaopeng, alto funzionario del ministero della Pubblica Sicurezza, nella conferenza stampa a Dalian, secondo l'agenzia di stampa ufficiale Xinhua, attraverso le ricostruzioni effettuate, sono venute a galla ben 120 partite truccate che coinvolgevano 41 club calcistici.

Attraverso il rapporto non è stato specificato se tutte le partite si sono effettivamente svolte in Cina tuttavia, secondo quanto riportato alla conferenza stampa del ministero e dell'Amministrazione generale dello sport della Cina, nello scandalo sono coinvolti diversi ex nazionali come Jin Jingdao, Guo Tianyu e Gu Chao e  sudcoreano Son Jun-ho.

Al momento nessun giocatore cinese ha rilasciato alcuna dichiarazione, mentre Son dopo una detenzione durata per dieci mesi in Cina è definitivamente tornato in Corea del Sud. Quest’ultimo in un’intervista pubblicata su Abs-Cbn News ha negato ogni coinvolgimento nella vicenda: “Non ho preso parte a partite truccate. – spiega - L'unica prova è la falsa testimonianza resa sotto costrizione”.

Hanno minacciato di arrestare mia moglie – prosegue Son - se non avessi ammesso le accuse e che l'avrebbero portata nello stesso centro di detenzione per essere interrogata. Non avevo scelta, ho dovuto ammettere le accuse pur di tornare dalla mia famiglia il prima possibile”.

Tra le altre figure di spicco coinvolte nello scandalo figura l’ex vicepresidente Li Yuyi, che è stato condannato dal tribunale cinese a undici anni di carcere per aver ricevuto tangenti. Ergastolo invece per l’ex presidente, Chen Xuyuan, per aver ricevuto tangenti grosse tangenti da persone che in precedenza erano già state sanzionate.

 

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