Tavola rotonda riordino gioco, Baldazzi: 'Fisico e online, emisferi dello stesso globo'
Il coordinatore del tavolo di lavoro, Alberto Baldazzi, alla tavola rotonda sul riordino evidenzia la necessità di trattare assieme il riordino del gioco fisico e di quello online.
Roma - "Anche se la rete fisica sta deperendo a vantaggio di quella online, si tratta di due emisferi ma il globo è uno solo e non ci si può occupare esclusivamente di un settore."
Lo afferma il coordinatore del tavolo di lavoro, Alberto Baldazzi, alla tavola rotonda su “Il riordino del gioco pubblico e il ruolo dell’offerta territoriale in Italia” promossa dall’Osservatorio permanente Giochi, legalità e patologie dell’Eurispes oggi, mercoledì 29 novembre a Roma.
Per quanto riguarda il gioco fisico e le politiche messe in atto nel corso degli anni dalle Regioni, "il distanziometro è una non soluzione che incista inoltre tutte le riflessioni sul gioco".
Nel riflettere binariamente sui "due emisferi" del gioco, secondo Baldazzi, "necessita una riflessione tecnologica e giurisprudenziale che si può applicare ai flussi economici che passano per i conti di gioco". E, partendo dal presupposto che "la tendenza al gioco è antropologicamente connaturata, il suo contenimento non ha mai funzionato e ghettizzarlo non è un'istanza riformista. Serve invece una riformulazione di un sistema che deve funzionare".
Soffermandosi ancora sulla rete del gioco fisico e sui suoi 85mila punti vendita, di cui 49mila generalisti e circa 75mila non specializzati, il coordinatore del tavolo ne sottolinea l'importanza nell'intercettare fenomeni di gioco patologico e nel capire il rapporto con il cittadino: "Non farlo, significherebbe tagliare l'erba del prato dove invece deve crescere. Chi può svolgere la funzione di intercettazione dei giocatori, chi può spianare questa strada se non gli esercizi generalisti?", chiede.
"Mi auguro che al momento di discutere l'articolo 15 della legge Delega, quello sul riordino de gioco, si discuta anche di come usare la rete dei venditori, prima e unica barriera di intercettazione del gioco patologico".
E nel discutere di riordino, serve "il concorso di tutti", dunque degli operatori di gioco e di chi invece al gioco si oppone.
Inoltre, "c'è un'area, l'illegalità, in cui non esistono studi specializzati. Si devono invece fare analisi che vedano in casa dell'avversario. Solo dall'analisi dell'illegalità possono nascere delle contromisure. Bisogna mettere insieme tutte le tessere del puzzle creando nuovi equilibri che siano in grado di permettere che gioco sia un settore sociale, regolamentato, corretto e legale".
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