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Bezzera (Anac): 'Un'Iva più bassa possibile per i cavalli yearling'

30 marzo 2024 - 11:15

Da qualche mese, anche in Parlamento, si dibatte sul riconoscimento dell'allevamento di cavalli sportivi come attività agricola e delle relative agevolazioni. Ne parliamo con Isabella Bezzera, presidente dell'Anac.

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Dare un nuovo corso all'ippica sembra essere un obiettivo particolarmente caro non solo al Governo, come dimostrano le tante attività messe in campo dal ministero dell'Agricoltura in questo anno quasi e mezzo di lavoro, ma anche del Parlamento, dove si moltiplicano le iniziative legislative in materia: dalla proposta di legge "Disciplina dell'ippicoltura" della deputata Maria Chiara Gadda (Italia viva) ai disegni di legge a firma di Fratelli d'Italia - quello di Bartolomeo Amidei, per la creazione di un'Agenzia per la promozione del cavallo allevato in Italia, e quello di Patrizio La Pietra, sottosegretario al ministero dell'Agricoltura e firmatario insieme con Lucio Malan del disegno di legge per la “Istituzione dell'Agenzia autonoma per la promozione, lo sviluppo e la tutela dell'ippica nazionale e disposizioni per la riforma del settore ippico”, ai quali si è aggiunto recentemente il disegno di legge "Disposizioni per il rilancio del settore dell’ippica", presentato dal senatore leghista Massimiliano Romeo

Tanta carne al fuoco, insomma, che ci ha spinto a chiedere un commento ai vertici di due delle maggiori associazioni italiane di rappresentanza degli allevatori.

Nella prima puntata di questo mini-speciale a parlare è Isabella Bezzera, presidente dell'Anac -  Associazione nazionale allevatori cavalli purosangue.

 "Penso che i vari Ddl presentati abbiano caratteristiche simili; questi nuovi siano un'evoluzione della proposta di legge presentata alla Camera da Maria Chiara Gadda (Italia viva), sono più adeguati ai tempi, in merito al taglio dell'Iva e all'istituzione di un'agenzia per lo sviluppo dell'allevamento italiano. Le proposte di Amidei e di Romeo sono molto simili, ma quella a firma di Romeo dichiara chiaramente che l'attività di allevamento è agricola, dalla gestazione alla nascita, dallo svezzamento dall'allevamento in poi.

Nel caso tale Ddl vada avanti, aggiungerei nel testo che l'allevamento di cavalli sportivi sia considerato attività agricola, per quanto riguarda l'aliquota Iva, 'fino alla vendita del puledro' specie per il trotto e il galoppo che vendono cavalli yearling, vale a dire di circa 18-20 mesi, per i quali ci sono aste in Italia e all'estero. Questi puledri vengono presentati non domati, non 'lavorati', provenienti direttamente dalle aziende agricole e vengono denominati yearling fino al 31 dicembre dell'anno successivo alla nascita. Quindi per questo prodotto completamente agricolo si chiede di applicare l'Iva più bassa possibile. In quanto si è dimostrato, specie nel 2023, che gli italiani comprano il triplo dei puledri all'estero, che poi importano in Italia con l'Iva a zero, mentre quando comprano un cavallo nel nostro Paese si trovano l'Iva al 22 percento.
Per questo gli allevatori italiani devono fronteggiare una concorrenza pazzesca e insostenibile. 
Ragion per cui è necessario che anche da noi venga applicata l'Iva agricola più bassa possibile a tutta la filiera ippica, come proposto anche dal Ddl Romeo.  
Che l'Iva sui puledri sia la più bassa possibile è molto importante anche per lo Stato, per aumentare il gettito Iva. Quindi, il taglio dell'Iva stessa converrebbe a tutti, e ovviamente anche agli allevatori, che venderebbero più cavalli".

Per Bezzera è inoltre basilare puntare sull'istituzione dell'Agenzia per l'ippica, di cui si parla da tanto tempo: "Deve avere lo scopo di potenziare tutta la filiera, sotto l'egida e il controllo del ministero dell'Agricoltura, si deve preoccupare di svolgere questo compito come nel resto del mondo; da nessuna parte il ministero si occupa di tutta l'ippica: ci vuole un'agenzia specifica, come era una volta l'Assi".
La presidente dell'Anac quindi dà un altro suggerimento per completare le varie proposte in campo: "Visto che questi Ddl hanno l'obiettivo di dar forza all'ippica sarebbe importante focalizzare l'attenzione sulla riforma delle scommesse, un punto basilare: i fondi a supporto del comparto dovrebbero venire dagli introiti del betting, come avveniva prima. Se c'è un prelievo troppo alto sulle scommesse ippiche, così come è adesso, è  diffcile invogliare bookmaker le agenzie che non hanno interesse a promuoverle perché pagano troppe tasse. Se si interviene tagliando il prelievo, è inevitabile che nel giro di due o tre anni le puntate aumentino e di conseguenza il gettito".

Altra questione centrale è poi quella relativa ai pagamenti: "Probabilmente non sono materia di Ddl e Pdl – chiosa Bezzera -  ma bisogna ricordare che insieme a quanto detto sulla riforma della scommesse, una riduzione dei tempi dei pagamenti potrebbe costituire il volano per far ripartire tutto il settore. Se i tempi tornassero a 60-90 giorni, come ci chiede fra l'altro l'Europa, se ci fosse un gettito costante, tornerebbero ad esserci più proprietari.  
Riconosco che il  ministero sta cercando di farcela, ma la riduzione operata fin qua nelle tempistiche dei pagamenti è ancora insufficiente.
Sarebbe inoltre auspicabile riavere indietro i 40 milioni ridati per sbaglio dal ministero dell'Agricoltura al ministero dell'Economia e delle finanze per colpa di un errore interno. Un buco che si riassorbirà solo in diversi anni e che al momento paga il settore, sopportando ulteriori tagli, ad esempio al montepremi.
Il ritardo dei pagamenti è imputabile anche a questo buco, che è difficile da colmare.
Per questo sarebbe utile fare una proposta al Mef, affinché venga reso, anche in diverse tranche, quanto avuto per errore dal Masaf, per salvare l'ippica, per darle lo sprone per ripartire, e  investire in un settore che ha sempre avuto ritorni".

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