"Quello di oggi è un evento importante, che nasce dal basso, dalle associazioni di categorie, che punta ad attirare l'attenzione del Governo e delle istituizoni su un tema centrale per il rilancio del comparto: quello delle scommesse.
È un tema sul quale siamo stiamo lavorando, ne abbiamo parlato anche a Fiercavalli con l'Agenzia delle dogane e dei monopoli, con il direttore centrale Giochi Mario Lollobrigida, con il quale siamo costantemente in contatto."
Sono le parole di Remo Chiodi, direttore generale della Direzione generale per l'ippica del ministero dell'Agricoltura, ad aprire il convegno "Riacquisire la gestione delle scommesse ippiche: unica speranza per il rilancio dell'ippica", tenutosi oggi, 30 novembre, all'ippodromo "La Ghirlandina" di Modena.
"Per approcciare questo tema c'è un dato fondamentale da cui partire: oggi il delta fra le entrate dai proventi di gioco e la spesa per il settore - che ad oggi non grantisce una certa dignità - è di oltre 110 milioni l'anno in negativo. Un dato che ci deve far riflettere: l'ippica è in forte perdita, non dovuta solo al sistema di gioco.
Quello della riforma delle scommesse ippiche è uno dei pilastri per il rilancio dell'ippica, ma bisogna anche lavorare su tanti altri aspetti, alcuni legati alla governance, dato che è un settore che non riesce ad essere gestito efficacemente con una gestione di tipo ministeriale, visto che le logiche della Pubblica amministrazione mal si conciliano con un settore che necessita di grande flessibilità e dinamismo. Non è un caso che all'estero venga gestito con gestione semiprivatistica o privatistica.
Poi c'è il tema della sostenibilità economico finanziaria: qui le scommesse hanno un ruolo centrale, ma dobbiamo lavorare sulle sponsorizzazioni, sul miglioramento della capacità organizzativa degli eventi, far sì che un evento ippico diventi un evento di spettacolo, sia in grado di competere anche con l'offerta generale attuale di servizi, attrazioni, che non è compatibile con quella di 30 anni fa, quando andare all'ippodromo era un avvenimento.
Perciò, bisogna essere bravi a rinnovarsi, a proporre uno spettacolo più accattivante, attraente, inserendo nel programma eventi collaterali.
Inoltre, bisogna lavorare anche su una migliore ospitalità degli ippodromi, alcune strutture non sono in linea con standard minimi accettabili; poi, non meno importante, c'è anche un tema di natura culturale, etico, l'ippica deve superare il gap reputazionale. In taluni contesti il prodotto ippico non gode di una buona reputazione, della stima che poteebbe avere per le emozioni che è in grado di regalarci questo sport, che è anche spettacolo".
In conclusione Chiodi invita le associazioni del trotto e del galoppo a "elaborare una proposta, una sorta di position paper che potrà essere utile per continuare a lavorare, per recepire le considerazioni, le istanze delle associazioni di categoria".
Sempre per il Masaf, interviene Marco Trentini, Handicapper senior per le corse di galoppo e trotto, con un'analisi del contesto mondiale delle scommesse: "Non ci si può più limitare ad un contesto locale, che si parli di quota fissa o totalizzatore. Non a caso i bookmaker saranno sempre meno, resteranno 5 o 6 grandi gruppi, e si sta lavorando per una raccolta mondiale, con il 'world pool', che è una strada che si deve perseguire.
In altri Paesi c'è la raccolta diretta delle scommesse, con un confronto continuo fra chi produce il prodotto e chi deve venderlo. C'è correlazione fra il prodotto e la rete di vendita. E ci sono ottimi risultati.
Con un rapporto stretto poi ci può essere più controllo sull'integrità delle corse.
Bisogna allineare la visione sul futuro e bisogna allineare le aliquote di prelievo, da noi superiori almeno del 10 percento a quelle che si attuano nelle altre parti del mondo".