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Consulta ippica: 'No al taglio delle giornate, essenziale trovare risorse per salvare il settore'

17 luglio 2024 - 11:54

Ecco i commenti di alcuni dei rappresentanti delle categorie intervenuti all'ultima riunione della Consulta per l'ippica. Da dipanare i 'nodi' su classificazione ippodromi (di cui riportiamo i criteri individuati), calendario e riforma delle scommesse.

Scritto da Fm
© Philippe Oursel / Unsplash

© Philippe Oursel / Unsplash

All'indomani della riunione della Consulta per l'ippica tenutasi al ministero dell'Agricoltura, con il focus centrato sulla classificazione degli ippodromi e i criteri per il calendario delle corse ippiche 2025, arrivano i commenti di alcuni dei rappresentanti delle associazioni e delle categorie presenti.

La prima a raccontare com'è andata a GiocoNews.it è Anita Carelli, intervenuta per i proprietari del trotto.

“La Consulta è finalmente tornata a riunirsi, non accadeva dal 12 febbraio. Comincerei dalla proposta di tagliare il 4 percento delle corse nel 2025: un punto che non mi rende felice, in quanto significa che non abbiamo ancora trovato una cura per un'ippica ormai moribonda, e significa avere sempre meno gioco, meno spettacolo e meno pubblico negli ippodromi. Saremo sulla strada giusta, e sarò felice, quando ci saranno giornate e soldi in più.”

Un altro tema affrontato da Carelli è quello relativo alla volontà di “promuovere un'ippica di qualità”, espressa durante la riunione: “Tutti i cavalli devono avere pari opportunità, tutti i proprietari devono avere pari diritti e dignità: non si può puntare su un'ippica esclusiva, ma su un'ippica inclusiva, non per pochi. I cavalli cosiddetti 'inferiori' comunque mantengono una scuderia, perciò è vitale che possano correre anche loro, per mantenere viva la passione di tutti. Non esistono solo i cavalli da gran premio. Se verranno esclusi sarò la prima ad abbandonare la Consulta. Va bene dare maggiore risalto all'ippica di qualità, ma dovremmo cominciare dalla qualità delle persone, e non dei cavalli, che hanno subito i nostri comportamenti”.

Per quanto concerne i criteri di classificazione degli ippodromi, la rappresentante dei proprietari del trotto ritiene positivo che si sia parlato anche di sotto-parametri e sotto-sotto- parametri (di cui si parla nelle slide presentate durante la riunione della Consulta, che riportiamo in allegato). "Sarebbe una buona cosa applicarli, perché finalmente avremmo delle location adatte ad ospitare l'ippica. Fra i parametri indispensabili ci saranno le condizioni delle piste, non solo la loro lunghezza, ma anche quanto vengono manutenute; poi l'illuminazione, e quindi chi ha già installato i riflettori li dovrà accendere; poi conteranno i servizi al pubblico e agli operatori, l'organizzazione”.

 

Secondo Roberto Faticoni, esponente del Siag - Sindacato italiano allenatori guidatori, quello di ieri è stato un buon incontro: “Il lavoro del Governo per la riforma dell'ippica continua passo dopo passo, sembra che si stia delineando un buon disegno, sono stati fatti passi avanti anche nei pagamenti, e sono arrivati quelli fino ad aprile; ora aspettiamo con ansia le risposte degli ippodromi sui criteri di classificazione. Noi abbiamo chiesto di non tagliare le giornate, di garantire un minimo di otto corse a convegno, per non danneggiare il settore, ma di metterci mano solo dopo la definizione della classificazione (che è stata consegnata ieri). Poi abbiamo chiesto di sospendere la sperimentazione delle corse al lunedì, introdotta per seguire l'esempio della Francia, dato che non ci sembra logica. Infine, crediamo che senza la riforma delle scommesse il settore non si possa salvare, perché i problemi restano. Aspettiamo la riproposizione delle misure per l'ippica depennate dal decreto Agricoltura, con il ritiro degli emendamenti; il sottosegretario La Pietra ha detto che le ripresenterà”.

Roberto Toniatti,  presidente dell'Anact - Associazione nazionale allevatori del cavallo trottatore, innanzitutto ci tiene a sottolineare: “Penso che al Masaf con La Pietra e Chiodi per la prima volta dopo anni sia stata manifestata la volontà di migliorare la situazione, vuol dire che c'è una sensibilità politica verso il nostro mondo. Ciò fa ben sperare, ma si deve tramutare in un supporto vero, ad esempio con la riforma delle scommesse o il prelievo sulle scommesse virtuali. Tutte la manovre oggi in atto sono ottime, sono tese a migliorare il nostro sistema, ma non sono sufficienti per salvarci se non si trovano risorse. Senza dimenticare che il mondo allevatoriale sta vivendo una profonda crisi, e che, essendo imprenditoriale, deve avere una logica economica; non può vivere solo di passione. Il comparto dell'allevamento e quello dei proprietari, che sono le colonne portanti dell'ippica, si dibattono in uno stato di enorme sofferenza: il problema dei problemi è il montepremi, che ad oggi è totalmente inadeguato, bisognerebbe lavorare su una differenziazione di programma, giornate con dotazioni più attrattive, per dare possibilità ai cavalli, buoni, performanti, di correre, ed evitare che i loro proprietari li portino in Svezia. In quest'ottica si inserisce anche il taglio dell'Iva sulla compravendita dei cavalli: al Mef sono d'accordo, al Masaf pure, quindi dovrebbe essere essere solo una questione di opportunità nel presentare una proposta in tal senso, affinché venga approvata”.

Entrando nel merito del confronto sul calendario delle corse, per Toniatti è necessario esaminarlo “insieme alla programmazione e alla classificazione degli ippodromi; dovrebbero essere prese 'decisioni integrate', immagino che dottor Chiodi lo abbia messo in preventivo e abbia recepito le nostre volontà in tal senso”.

Il presidente dell'Anact quindi non apprezza "la riduzione delle giornate di corse, perché i cavalli vanno fatti correre, ma d'altronde non vedo soluzioni alternative per reperire fondi per fare una programmazione un po' più meritocratica. Senza dubbio, lasciare tutto così com'è oggi ci porterebbe a una lenta agonia, già visibile nel numero dei nuovi nati: nel 2022 erano 2300 nati, nel 2023 siamo scesi a 2200, nel 2024 saranno 2100 e nel 2025 scenderemo sotto 2mila nati. Per bloccare questo trend, o si pensa a dei palliativi, come la differenziazione di programma, oppure bisogna rivisitare la nostra realtà, pensando che non sarà più una potenza europea del trotto, ma solo una nicchia di produzione, con pochi denari, pochi cavalli, un ridimensionamento totale del numero degli ippodromi aperti, degli addetti ai lavori. Insomma, con scenari non rosei”.

 

Infine, ecco il punto di vista di Pierluigi D'Angelo, presidente di Ippodromi partenopei: “Siamo in attesa di provvedimenti incisivi sulle risorse aggiuntive per la filiera da investire in un piano organico di riqualificazione della stessa, e delle scommesse ad essa collegate attualmente totalmente non attrattive né competitive con le altre presenti sul mercato globale, iniziando dall’ippica virtuale presente nella medesima rete di vendita dell’ippica 'zoccoli e criniera'!

Al momento ho constatato la volontà più volte espressa dal sottosegretario La Pietra, dal direttore generale Chiodi e dalla nuova struttura dirigenziale tutta, che con passione ha iniziato a lavorare sui temi più critici (ad esempio il ritardo dei pagamenti, che iniziano ad essere più continui). Al momento però manca la materia prima: le risorse.

Per poter gestire al meglio il comparto nella direzione che la parte politica riterrà idonea alla riqualificazione complessiva, che è attesa da decenni di vacue promesse, pensare di investire esclusivamente risorse sottratte a pezzi del settore già moribondo, potando rami che non porterebbero comunque nuova o sufficiente linfa, come la ulteriore contrazione delle giornate per aumentare i premi a traguardo, una classificazione non ancora ufficialmente varata nei numeri, che però inizia non prendendo in considerazione la forza lavoro delle aziende (l'organico dei dipendenti) relegando ad appena il 13 percento il grande, fondamentale lavoro dei centri di allenamento interni agli ippodromi, e valuta un parco giochi alla stregua di un bel tondino di galoppo, non mi lascia al momento ottimista.

Sciagurata sarebbe un'ulteriore diminuzione delle risorse disponibili  per gli ippodromi per il 2025. Non sono assolutamente favorevole ad una contrazione delle risorse disponibili ai puledri di due anni posticipandole a 3 e oltre; prova ne è che alcuni tra i più forti indigeni degli ultimi anni - Vernissage Grif-Vitruvio-Vivid Wise As - Zacon Gio -  hanno tutti debuttato con profitto nei mesi estivi e a 2 anni, senza averne alcuna conseguenza negativa. Il ritardare debutti e premi favorisce esclusivamente chi non ha una forza lavoro adeguata ai cavalli in allenamento e danneggia i proprietari costringendoli a rientrare sempre più tardi delle risorse investite alle aste”.

In allegato le slide con i parametri della classificazione presentate nella riunione della Consulta.

 

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