Il Parlamento italiano è ancora in ferie: alla Camera l'Aula tornerà operativa dal 10 settembre e le commissioni dal 4, al Senato le commissioni riprenderanno i propri lavori dal 3 settembre, salvo “situazioni di urgenza connesse con le materie di propria competenza”, e l'Assemblea l'11.
Ancora due settimane di “limbo” quindi, per la politica nazionale, ma gli argomenti da trattare alla ripresa sicuramente non mancheranno.
Non solo per il gioco pubblico, che attende il suo riordino (terrestre) e le evoluzioni nell'iter dei bandi affidamento delle concessioni di online e Lotto, in primis, ma anche per l'ippica, più volte protagonista del dibattito estivo, come abbiamo dato conto anche sulle pagine della nostra testata.
Argomenti che dovranno necessariamente essere affrontati dal ministero dell'Agricoltura e dai suoi vertici, viste le tante chiamate in causa di queste settimane, e anche dal Parlamento.
Il primo punto su cui focalizzare l'attenzione, nell'ambito dell'iter nelle commissioni competenti del Senato del Ddl di conversione in legge del decreto-legge Omnibus (9 agosto 2024, n. 113, recante misure urgenti di carattere fiscale, proroghe di termini normativi ed interventi di carattere economico), sarà la variazione dell'aliquota Iva nelle compravendite di cavalli. Ridotta al 5 percento rispetto al 22 percento del passato per le cessioni dei cavalli entro i 18 mesi dalla nascita.
Sei mesi in più rispetto alla dicitura prevista in un primo tempo - di 12 mesi - ma comunque sei mesi in meno rispetto a quanto richiesto dai rappresentanti degli allevatori, per il rischio di lasciar fuori alcuni yearling venduti nella seconda metà della stagione.
Proprio su questo molti allevatori hanno auspicato un nuovo ritocco del provvedimento, affinché si possa “in sede di emendamenti tornare alla dizione originale”, applicando l'Iva al 5 percento per le cessioni di cavalli entro il 31 dicembre dell’anno successivo alla nascita così da includere tutti gli yearling.
Altra questione sotto i riflettori è la classificazione degli ippodromi: dopo l'ultima riunione del tavolo degli esperti tenutasi ai primi di agosto, la prossima è in agenda – salvo cambi di programma - per il 29 del mese. Il fine, lo ricordiamo, è realizzare una classificazione degli ippodromi in attività secondo un metodo matematico scientifico modello Ahp (Analytic hierarchy process, Ndr). Il ministero dell'Agricoltura ci sta lavorando, da diversi mesi, in collaborazione con il Dipartimento di Ingegneria dell'Università degli Studi di Napoli “Parthenope” e il professor Fabio De Felice.
Quanto al calendario annuale delle corse per il 2025, dopo la pubblicazione del decreto che stabilisce i criteri generali per la sua formulazione, avvenuta alla fine di luglio, il termine da tenere a mente è quello del 31 ottobre 2024 , entro cui dovrà essere elaborata tutta la programmazione per l'anno prossimo, razionalizzando “il numero delle giornate di corse distinto per disciplina, al fine di giungere ad un più equilibrato rapporto tra funzionalità delle corse, sviluppo agonistico e montepremi, compatibilmente con le risorse che saranno rese disponibili nell’ambito della legge di Bilancio”.
A chiedere altri interventi specifici in questi ultimi giorni poi sono intervenuti diversi rappresentanti della categoria dei proprietari.
A cominciare da Anita Carelli, che siede – per il trotto - nella Consulta per l'ippica del ministero dell'Agricoltura. Traendo spunto da un episodio che ha visto protagonisti due proprietari, incaricati di premiare i vincitori di una corsa, i quali si sono visti intimare da un addetto di pagare il biglietto di ingresso per recarsi al "winner circle", Carelli ha proposto l'adozione di una serie di misure urgenti per tutelare la categoria, come il rilascio di una tessera di riconoscimento ufficiale, interventi per la fruizione di aree dedicate non solo in occasione delle grandi manifestazione, e anche l'offerta di una ristorazione adeguata e ad un costo equo.
Sempre lei, insieme con Roberto Faticoni (area allenatori area trotto) e Alessandro Arletti (rappresentante ippodromi), ha chiesto “con fermezza il ripristino del termine di 90 giorni per l'acquisto dei cavalli”, facendo riferimento al decreto emanato dal Masaf ai primi di agosto in cui oltre a modificare il calendario nazionale delle corse ippiche per l’anno 2024 ha cambiato anche il Disciplinare del Gran premio Federnat, che quest'anno si terrà il 29 settembre a Siracusa, aggiornando i termini di proprietà dei cavalli per poter partecipare al Gran Premio, stabilendo nuovi criteri che i proprietari dovranno seguire e il possesso dei requisiti necessari “da almeno 40 giorni prima del giorno della corsa”.
Infine, Antonio Somma, portavoce del Sindacato nazionale autonomo proprietari trotto, ha chiamato in causa i vertici del Masaf in merito ai parametri per la partecipazione alle corse, ribadendo che “ in tutto il mondo ippico, gran premi compresi, sono tre: somme vinte in carriera, solo per le corse degli anziani viene dato un bonus ai cavalli più giovani (Francia); inviti, massimo 10 /12 partenti con sorteggio integrale (Scandinavia e Stati uniti); corse con iscrizione e batterie di selezione (Scandinavia e Stati Uniti), utilizzata in Italia con il Gran Premio Anact.
In Italia siamo all'assurdo, solo per i 3 anni abbiamo tre parametri diversi, uno per i primi 6 mesi, un altro per i secondi 6 mesi, mentre per partecipazione al derby ancora un altro parametro, per non parlare dei parametri dei 4 anni e degli anziani (già evidenziato il disciplinare del Nazioni, inguardabile)”.
Per poi concludere, all'indirizzo del Masaf: “A seguito delle modifiche che avete apportato ai parametri, state stravolgendo, in negativo, la carriera dei cavalli, gli investimenti dei proprietari ed il lavoro degli allenatori”.
Aspettiamo quindi con ansia la ripresa ufficiale dei lavori - che sottotraccia, probabilmente, non si sono mai fermati – per conoscere l'esito di tutte queste richieste, così come, ne siamo certi, gli operatori della filiera ippica.