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Le associazioni ippiche al Masaf: 'Stato di crisi, urgono interventi'

12 ottobre 2023 - 21:06

Diverse associazioni di trotto scrivono al Masaf sottolineando lo stato di crisi dell'ippica italiana e chiedendo interventi.

Scritto da Redazione
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"In mancanza di azioni concrete ed immediate" a decorrere dal giorno 01.01.2024 non saremo "più in condizione di partecipare alle corse con la conseguente chiusura delle scuderie, il licenziamento delle migliaia di addetti e delle loro famiglie, la consegna al Ministero di migliaia di cavalli e fattrici, non potendo più le categorie sostenere il costo del mantenimento". Lo scrivono al ministro alle Politiche agricole Francesco Lollobrigida, al sottosegretario Patrizio Giacomo La Pietra e al direttore generale per l’ippica  Remo Chiodi numerose associazioni: Anact (nella persona di Roberto Toniatti), Ciga (Giovanni Sibilio), Federnat (Mauro Biasuzzi), Imprenditori ippici (Enrico Tuci), Ippica nuova (Giorgio Sandi), Organismo ippico (Marco Folli), Pil (Luca Rocca), Snapt (Antonio Somma), Upt (Francesco Gragnaniello) e Urtuma (Massimo Pierini). In una lettera congiunta, si dicono "gravemente preoccupate per la crisi che colpisce da oltre un decennio l’ippica" e "inquietate dalle mancate risposte ai problemi che abbiamo più volte sollevato nel corso del tempo". 

In questo ultimo anno, "stante la richiesta del sottosegretario  La Pietra di concedere il tempo di comprendere a fondo i problemi e individuare le soluzioni, abbiamo purtroppo assistito increduli ad una serie di decisioni che nulla hanno a che vedere con i problemi reali di tutto il comparto". Ma "l'ippica necessita di interventi urgenti e concreti" e che "la politica agisca per garantire interventi economici concreti".

Quindi le associazioni di trotto ritengono che sia indispensabile che il Ministero si adoperi per "ottenere un aumento dello stanziamento del montepremi di 20 milioni di euro annui per i prossimi tre anni, la finanziaria è ormai alle porte e il mantenimento o, addirittura, la riduzione di quello attuale non consentirebbe alla filiera di continuare a svolgere il proprio lavoro; una diversa distribuzione del montepremi a livello geografico per garantire alle macroaree ippiche analoghe disponibilità in funzione della presenza dei cavalli a livello quali-quantitativo, premi più alti e riduzione dei costi per le scuderie attraverso una mirata gestione delle risorse e delle giornate di corsa; disdire e rivedere le convenzioni con le società di corsa. La qualità di molti dei nostri 'teatri' è pessima per il disinteresse degli ippodromi  e influisce in modo pesante sulla quantità e sulla qualità del lavoro degli attori principali dell’ippica (allevatori-proprietari-allenatori e guidatori), troppi soldi spesi male; avere finalmente un sistema di pagamento dei premi che consenta agli operatori l’accredito dei premi in un massimo di 30 giorni dalla data della corsa, allo stato i pagamenti al 4 percento hanno ancora un ritardo di 120/130 giorni mentre i pagamenti a fattura presentano un incredibile ritardo di oltre 10 mesi".

Le associazioni ritengono dunque che "solo attraverso l’approvazione dei suindicati punti sia possibile garantire la sopravvivenza dell’ippica e che ogni altro intervento, seppur lodevole, debba essere successivo al rilancio economico".

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