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Pdl Ippicoltura, Pautasso (Federippodromi): ‘Attività ippodromi rientri tra attività agricole’

28 giugno 2023 - 12:14

Il rappresentante dei maggiori ippodromi italiani in audizione alla commissione Agricoltura alla Camera elogia la Pdl Ippicoltura proponendo alcune specificazioni.

Scritto da Daniele Duso

Elio Pautasso - Foto di repertorio

“Chiediamo che anche le attività degli ippodromi siano comprese, a livello fiscale e previdenziale, tra quelle agricole”. Così Elio Pautasso, presidente di Federippodromi ieri, 27 giugno, alla commissione Agricoltura della Camera, nel corso dell'audizione realizzata nell’ambito dell’esame della proposta di legge C. 329 Gadda recante “Disposizioni per la disciplina dell’ippicoltura”, che ha riguardato anche il rappresentante della Fise, la Federazione italiana sport equestri. 

Elio Pautasso, nel corso del suo intervento, ha evidenziato che la Pdl riguarda principalmente la materia dell’ippicoltura, con gli ippodromi che sono coinvolti dal comma 4 della lettera B dell’art. 1 dove si parla di doma, addestramento, allenamento e custodia e ricovero dei cavalli; “nel nostro caso, gli ippodromi”, specifica Pautasso.

“Riteniamo utili tutte le misure che mirano a riportare l’intera filiera del cavallo sotto la normativa fiscale e previdenziale del settore agricolo, come previsto dal comma 3 della proposta di legge. Quindi chiediamo che tali considerazioni siano intese anche per le imprese come le nostre, che esercitano la gestione degli ippodromi, ultimo segmento della filiera che vede nella selezione in pista il massimo risalto della funzione dell’allevamento italiano”.

Riteniamo che si possano aggiungere al comma 4, lettera b, dopo le parole 'ricovero dei cavalli', le parole 'finalizzato alle prove di selezione e di competizioni sportive anche presso ippodromi o strutture correlate'; inoltre al comma 3, “potrebbero essere aggiunte, dopo la parola ‘ippicoltura’, anche le parole ‘di gestione degli ippodromi’. Gli ippodromi sono nella gran parte dei casi di proprietà delle amministrazioni pubbliche. Le corse dei cavalli sono il terminale di un’attività agricola che inizia con l’allevamento dei cavalli e si completa con le corse”. 

L’inserimento sotto il settore agricolo potrebbe, secondo Pautasso, portare dei vantaggi anche al tema della formazione per il settore ippico che, ricorda, “è composto da professionisti, tutti i lavoratori svolgono il loro lavoro come unica attività, e non esiste un movimento di base che viene sostenuto soltanto dalla formazione delle varie figure professionali”.

Anche per quanto riguarda l’Iva sulla compravendita dei cavalli o per il pagamento dei servizi “sarebbe interessante avere il trattamento Iva agricolo, molto più vantaggioso dell’attuale”. I provvedimenti del presente disegno di legge, chiude Pautasso, “riteniamo siano coerenti con il progetto di riforma del settore ippico che il governo, attraverso il Masaf, ha annunciato più volte, con l’istituzione della Direzione generale dell’ippica e con la successiva istituzione di un’agenzia sotto il controllo dello stesso Masaf”.

Anche Marco di Paola, presidente Fise, ritiene complessivamente positiva la norma, facendo solo qualche piccola annotazione, relativa alla necessità di “aggiungere le competizioni sportive all’art. 1 comma 2 lettera b, dove si parla di doma, addestramento, allenamento e custodia e ricovero dei cavalli, e aggiungerei la parola ‘sportiva’ anche al punto c dell’art. 1 comma 2”. Sempre relativamente all’articolo 1, Di Paola propone una modifica del comma 6, ritenendo che “laddove si parla dell’attività sportiva andrebbe specificata la differenza tra mondo dell’ippica e mondo sportivo, mondi vicini, ma ben distinti”. Da ultimo l’art. 1, comma 8: “siamo favorevoli al non destinare alcun cavallo alla filiera alimentare, ma il comma è di difficile applicazione perché non è facile andare a specificare l’equide utilizzato a scopo sociale e terapeutico, pertanto potrebbe non portare ad una applicazione concreta”.

Nella parte conclusiva la prima firmataria della Pdl, Maria Chiara Gadda, ha specificato: "Noi dobbiamo mantenere un equilibrio rispetto al Codice civile, pertanto occorre che le attività degli ippodromi siano principalmente agricole per essere inserire nel comparto del settore agricolo". Poi Pautasso interviene nuovamente specificando che "gli ippodromi sono delegati dal Masaf" e che anche secondo i vertici del ministero è applicabile l'Iva agricola a molte delle loro attività (escludendo gli affitti, la vendita biglietti e le scommesse, che sono già esenti).

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