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Pioggia di dimissioni nel consiglio direttivo Anact: 'Presidente inadeguato'

05 ottobre 2022 - 13:14

Il consiglio direttivo dell'Associazione nazionale allevatori del cavallo trottatore fa i conti con le dimissioni di otto consiglieri su 15 per contrasti con il presidente Pietro Giuseppe Maisto.

Scritto da Fm
Foto © Scott Graham / Unsplash

Foto © Scott Graham / Unsplash

Tira aria di tempesta in seno all'Anact - Associazione nazionale allevatori del cavallo trottatore. A farla spirare l'elezione di fine maggio del presidente Pietro Giuseppe Maisto, chiamato a sostituire Ubaldo La Porta, scomparso prematuramente.

A pochi più di quattro mesi di distanza il consiglio direttivo dell'associazione infatti si trova ad essere praticamente decaduto, viste le dimissioni di otto consiglieri su 15.

Un dato “pesante” in vista dell'assemblea generale ordinaria dei soci convocata per l'11 e 12 novembre, che vede fra i punti all'ordine del giorno la nomina del presidente dell'Assemblea, l'approvazione del bilancio consultivo 2021, l'elezione dei componenti del collegio dei probiviri.

A dimettersi dal Consiglio direttivo, in primis, sono stati il vice presidente eletto Francesco Morozzi e il delegato lombardo Enrico Tuci, firmatari della seguente lettera: “Le premesse e le aspettative che avevano portato alla elezione di Giuseppe Maisto sono state ampiamente disattese. La vicenda, ormai ampiamente chiara e nota, delle modifiche apportate da Maisto che non era presente e che non presiedeva la riunione ultimo verbale del consiglio direttivo lasciano un'ombra nella prestigiosa storia di Anact. La successiva divulgazione del citato verbale presso il ministero delle Politiche agricole ha creato, e creerà, una frattura difficilmente sanabile con parte degli uffici ministeriali, nostri principali interlocutori. Di conseguenza è venuta meno la fiducia nei confronti di questa presidenza e della volontà di perseguire gli interessi esclusivi degli allevatori italiani. Nel rispetto degli associati che ci avevano onorato del loro voto lo scorso maggio e nella speranza che questa decisione possa servire a porre la giusta attenzione da parte del consiglio direttivo e di tutti gli allevatori italiani sulla citata vicenda, con la presente lettera rassegniamo le nostre irrevocabili dimissioni”.

 

Un'altra lettera invece reca la firma di Jacopo Brischetto, delegato del Piemonte, che ha inviato le sue “dimissioni irrevocabili” dal consiglio direttivo Anact. “Una scelta che mi pesa molto, ma che ritengo necessaria per la situazione venutasi a creare all'interno del Cd della nostra associazione”, scrive. “In pochi mesi, una situazione che mi sembrava poter consentire un buon lavoro è degenerata in una frattura profonda, in primis tra il presidente e coloro che lo avevano appoggiato nelle elezioni. Ritengo che il presidente abbia messo in atto delle scelte scriteriate, che hanno infangato il buon nome della nostra associazione pubblicamente e presso la sede del Mipaaf, dimostrando di essere totalmente inadeguato a ricoprire il ruolo per cui è stato scelto”.
 

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