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Somma (Snapt): 'Cambiare prospettiva per rilanciare l'ippica'

07 settembre 2024 - 09:24

A tu per tu con Antonio Somma, uno dei personaggi simbolo del trotto italiano e mondiale, allevatore, proprietario e fondatore della scuderia Bivans.

Scritto da Francesca Mancosu
Antonio Somma

Antonio Somma

Il mondo dell'ippica italiana è ricco di personaggi che nonostante l'ormai atavica crisi che lo affligge riescono comunque a farsi valere.
Sempre più spesso all'estero, dove continuano a conseguire grandi trionfi, sia come fantini o driver che come allevatori, allenatori e proprietari di cavalli, come abbiamo dato conto spesso sulle pagine di questa testata e come faremo anche nei prossimi mesi, esplorando i vari meandri della filiera.


Fra i nomi che anche i “non ippici” hanno sentito fare almeno di striscio, nelle cronache sportive dei media generalisti e nei tg delle ore 20, c'è sicuramente quello di Antonio Somma, broker internazionale di assicurazioni ora in pensione, nonché proprietario e allevatore di alcuni dei più celebri cavalli di trotto del mondo: da Face Time Bourbon – vincitore due volte del Grand prix d'Amerique (la gara più importante di tutte per questo tipo di andatura) e ora “a riposo”, ma attivo come stallone così come Zacon Gio, ritiratosi dalle competizioni nel 2024, con un palmares di 29 vittorie e 17 piazzamenti in 51 corse, 15 gran premi vinti (5 di Gruppo I) – al campione Vivid Wise As - il secondo cavallo italiano di sempre dopo Varenne per somme vinte e vittorie in gruppo 1 -21 - che nel 2023 ha conquistato l'International Trot, corsa a invito rivolta ai rappresentanti di varie nazioni con un montepremi da un milione di dollari, considerata come il vero campionato del mondo.
Un curriculum forse inarrivabile, quello di Somma, appassionato di ippica fin dagli anni Ottanta e patron della scuderia Bivans, operativa dal 2000. “Ad oggi – spiega - tra l’allevamento Gio e la Bivans Srl, abbiamo circa 130 cavalli suddivisi tra fattrici, foal, yearling e cavalli da corsa. In questi anni abbiamo vinto oltre 300 corse di gruppo, di cui 48 di Gruppo 1 tra l’Europa e l’America”.
Numeri che ci hanno spinto a fargli alcune domande, non sui suoi successi e sui trofei in bacheca ma sulle prospettive di riforma e rilancio del settore, data anche la sua veste di portavoce dello Snapt - Sindacato nazionale autonomo proprietari trotto.

 

Cosa ne pensa della variazione dell'aliquota Iva nelle compravendite di cavalli con la riduzione del 5 percento per le cessioni entro i 18 mesi dalla nascita approvata ad agosto? Anche lei, come alcuni suoi colleghi, auspica un "ritocco" della norma?

“È un piccolo passo avanti: dovrebbero applicare tale riduzione almeno fino a 24 mesi dalla nascita, ed è particolarmente importante per quelli che non avendo società possono comprare un puledro senza costi aggiuntivi.”

 

In questi mesi sono state annunciate, proposte o messe in campo numerose iniziative per il rilancio del comparto, in tema di riforma delle scommesse, classificazione degli ippodromi, criteri del calendario delle corse per il 2025, senza dimenticare la creazione della Direzione generale per l'ippica e della Consulta in seno al Masaf. Cosa pensa di quanto è accaduto finora su questi vari fronti e quali sono, per lei, le urgenze da risolvere?

Di concreto in questi mesi non è successo niente, la Consulta al momento è risultata inutile. Per quanto riguarda la classificazione è ancora da vedere ma penso non cambierà nulla: non puoi mettere i lupi a controllare le pecore.

L’unica cosa positiva è la creazione della Direzione generale per l'ippica, ma al momento non esercita il potere che le è stato attribuito. È ancora troppo dipendente dalle società di corse. Finché l’ippica italiana sarà al servizio degli ippodromi e non il contrario, difficilmente il settore si potrà riprendere.”

 

Cosa ha da dire in tema di dotazioni e ottimizzazione delle risorse? Secondo lei qual è la strada da percorrere per assicurarne di congrue e stabili?

“In base ai cavalli che nascono (negli ultimi 4 anni sono stati circa 2000 all'anno) ci sono troppe corse e di conseguenza le dotazioni sono troppo basse ma gli ippodromi, e altre lobby, vogliono più giornate per aumentare le loro sovvenzioni. La Direzione generale per l'ippica punta molto sulla vendita delle corse all’estero, ma per vendere qualcosa bisogna prima averla e le corse italiane (salvo rare eccezioni) non trovano mercato proprio perché ci sono pochi partenti con favoriti netti. Si vedono di continuo giornate con cinque o sei corse con pochi partenti, che non portano nessun beneficio alla filiera, tranne far guadagnare le società di corse. Quindi proporrei meno giornate, più corse per giornata, una programmazione solo per somme vinte e l'ottimizzazione delle risorse iniziando dall'eliminazione delle corse a invito.”

 

In merito al pagamento dei box di transito chiesto da alcuni ippodromi qual è la sua posizione?

“La mia posizione è chiara già da tempo: i box di transito non vanno pagati, in quanto è una richiesta illegittima in mancanza di un contratto tra le parti. Al momento alcuni ippodromi continuano a vessare i proprietari facendo terrorismo psicologico. Perciò invito i proprietari a non pagare i box di transito. Lo Snapt pagherà le eventuali spese legali.”

 

Cosa dovrebbe essere fatto, secondo lei, per assicurare davvero il benessere dei cavalli?

“Posso farle un esempio mettendo a confronto le disposizioni emanate dall’Italia e quelle della Francia. Qualche domenica fa doveva partire un van dalla Francia con due nostre fattrici per l’Italia con partenza programmata alle 10 di mattina. Il servizio veterinario francese ha imposto la partenza alle ore 20 per le elevate temperature. In Italia hanno emanato una circolare che dice tutto e non dice niente, consiglia semplicemente. Un dirigente non può scrivere 'si consiglia', ma deve dettare le regole.”

 

Quali misure e provvedimenti dovrebbero essere presi per la salvaguardia dei proprietari, categoria ormai quasi in via di estinzione?

“Purtroppo la figura del proprietario in Italia è scomparsa da oltre 20 anni perché non ci sono regole e non ci sono certezze. Abbiamo una programmazione che va di 6 mesi in 6 mesi, quando si è fortunati, troppi soggetti con interessi diretti che vogliono fare i fenomeni e condizionano in negativo l’intero settore. Qualcuno resiste per la grande passione, ma è dura.

Come Bivans abbiamo attuato delle iniziative per far entrare anche i neofiti nel settore proponendo dei consorzi per alcuni cavalli da corsa; l’iniziativa ha avuto un successo insperato, speriamo che l’andazzo attuale non li faccia scappare! Anche altri proprietari e/o allevatori hanno attuato iniziative del genere e ben vengano, quindi.

Per iniziare a risollevarci due cose sono fondamentali: un team tecnico di tre persone, competenti e senza interessi, che deve dirigere l’ippica; la Direzione generale deve governare l’ippica (anche sbagliando) e non farsi governare da chi ci ha portato a un punto di non ritorno.

Questo sarebbe un buon inizio, il resto negli anni verrà di conseguenza.”

 

 

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