Mentre nelle province di Bolzano e Trento entra nel vivo la campagna elettorale in vista dell'appuntamento del 22 ottobre, al tribunale regionale di giustizia amministrativa prosegue il dibattito sulle relative normative in materia di gioco, le modalità di attuazione e le relative conseguenze per gli operatori del settore.
La questione torna d'attualità grazie a due pronunce delle sezioni di Bolzano e di Trento.
A Bolzano, i giudici amministrativi con un 'ordinanza hanno accolto l’istanza cautelare proposta da una società contro il Comune di Marlengo e la Provincia autonoma per l'annullamento previa sospensione dell'efficacia, dell'atto di rigetto della domanda di autorizzazione per l'installazione di sistemi di gioco Videolottery, con cui si “vieta la prosecuzione dell'attività di raccolta giochi e s’impone la definitiva chiusura della sala” gestita dalla ricorrente.
La società in questione ha chiesto anche l'annullamento “di ogni altro atto relativo, presupposto e conseguente, individuato ed individuabile, ivi inclusa la deliberazione della giunta provinciale entrata in vigore il 20 maggio 2018, successivamente al rilascio della licenza della ricorrente, ed avrebbe nei fatti aggiunto nuove tipologie di luoghi sensibili che sarebbero andate a sommarsi alle quelle già previste dalla preesistente normativa”.
Per i giudici amministrativi “a un primo sommario esame, non può escludersi la fondatezza del ricorso e che il pregiudizio lamentato sussiste, tenuto conto che, nella sostanza, il provvedimento impugnato vieta la prosecuzione dell'attività di raccolta di gioco ex art. 110 Tulps e determina la definitiva chiusura della sala dedicata”.
Per questo motivo il Trga Bolzano quindi sospende l’efficacia dell'atto definitivo notificato dal Comune di Marlengo avente ad oggetto il rigetto della domanda di autorizzazione per l'installazione di sistemi di gioco Vlt e fissa per la trattazione di merito del ricorso l'udienza pubblica del 10 gennaio 2024.
Di segno opposto la pronuncia della sezione di Trento del tribunale regionale di giustizia amministrativa.
Con un decreto il Collegio ha respinto l'istanza cautelare presentata da un esercente contro il Comune di Dimaro Folgarida e la Provincia autonoma di Trento per la rimozione degli apparecchi da gioco in attuazione della legge provinciale del 2015, “stante il contrario indirizzo giurisprudenziale in materia anche recentemente assunto dallo stesso Tribunale”.
Il richiamo è a una serie di sentenze emesse nei mesi scorsi, fra le quali si annovera ad esempio quella in cui il Trga ha negato che la legge provinciale produca un effetto espulsivo delle attività di gioco nel paese di Malé, “dove il 3,2 percento del territorio urbano risulta insediabile”, o nella città di Trento, sottolineando che la normativa vigente “si limita a imporre la delocalizzazione” delle attività in questione.
Le chiusure di tali sale poi successivamente erano state sospese dal Consiglio di Stato fino all'udienza di merito, chiamata a valutare la legittimità dell'effetto espulsivo del distanziometro provinciale, in calendario il 2 novembre 2023.
Nonostante questo, nel decreto appena emesso la sezione trentina del Tribunale regionale di giustizia amministrativa rileva che il ricorso è stato nella specie “notificato il 13 settembre 2023 e depositato agli atti di causa in pari e che pertanto, ai fini dell’osservanza dei termini a difesa delle parti contemplati dall’art. 55, comma 5, Codice del processo amministrativo, la trattazione dell’incidente cautelare in sede collegiale è comunque sin d’ora fissata alla camera di consiglio del 12 ottobre 2023”.
Le prossime settimane quindi potrebbero essere decisive – insieme all'esito dell'appuntamento elettorale – per dare maggiore chiarezza agli operatori del gioco sulle sorti delle loro attività e magari risolvere una volta per tutte la “questione territoriale” in questa parte d'Italia.
Sempre che nel frattempo non arrivino delle linee guida nazionali attraverso l'atteso decreto attuativo per il riordino del gioco pubblico compreso nella legge delega per la riforma fiscale, previsto entro il 20 settembre, almeno in forma di bozza.