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Cardia (Acadi): 'Gioco, limiti tengano conto delle diverse offerte'

30 maggio 2024 - 11:24

Il presidente di Acadi, Geronimo Cardia, interviene in merito alla sentenza del Tar sull'applicazione della legge del Lazio e propone anche di calcolare il distanziometro fra i punti di gioco e non dai luoghi sensibili.

Scritto da Redazione

Se lo scopo è davvero quello di tutelare l'utente, “allora non si può prescindere dal fatto che vi siano diverse tipologie di giochi e diverse forme di distribuzione. Ma il distanziometro, applicato in prevalenza solo ad alcuni tipi di gioco come slot e videolottery, e le chiusure, disposte solo per certi tipi di apparecchi e non altri, oltre ad essersi dimostrate misure superate dai tempi, hanno evidenziato anche una certa difformità nei target cui si applicano, cosa che non ha certo giovato al loro successo”.

A dirlo è l'avvocato Geronimo Cardia, presidente di Acadi – Associazione concessionari di giochi pubblici, che in un'intervista al quotidiano Il Tempo commenta la recente sentenza con cui il Tar Lazio ha confermato la legittimità della circolare adottata dalla Regione Lazio nel gennaio 2023 per individuare i destinatari della legge sul gioco  n° 5/13, come modificata dalla legge 11 agosto 2022, n°16, con una serie di prescrizioni volte “a interrompere l’eventuale l’immersione compulsiva nel gioco” attraverso orologi, sistemi di diffusione sonora e cartelli informativi da installare nelle sale.

Per Cardia, “le misure di contenimento devono essere rivalutate tenendo presente la complessità delle diverse offerte di tipo di gioco.
E poi che nel caso si decida di procedere con distanze, queste dovrebbero essere quantomeno tra punti di gioco e non da luoghi sensibili, come attualmente prevede il modello di distribuzione dei tabacchi.
Il tutto ovviamente facendo salve le realtà presistenti”, come del resto ha indicato nel libro “Il gioco pubblico in Italia: riordino, questione territoriale e cortocircuiti istituzionali”, pubblicato recentemente.

Secondo l'avvocato Cardia, le strade da percorrere per contrastare i disturbi sarebbero altre. Due fra tutte: “La prima consiste nello spiegare bene alle persone, attraverso campagne di sensibilizzazione e prevenzione capillari, che chi si approccia al gioco accede a una forma di intrattenimento e non ad un qualcosa che possa cambiargli la vita.

La seconda consiste nell'istituzione di un registro di autoesclusione, già attivo per il gioco online, al quale una persona che i soffre di certi disturbi può chiedere di essere iscritto, con la garanzia che poi gli operatori legali non gli consentano di accedere al gioсо”.

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