Distanziometro Bolzano, Cardia: 'È ora di valutare legittimità costituzionale'
Dopo le ordinanze con cui il Consiglio di Stato ha accolto le richieste degli operatori di Bolzano, l'avvocato Cardia auspica remissione alla Corte costituzionale per le 'giuste valutazioni'.
Scritto da Redazione
“Con l’ordinanza appena uscita il Consiglio di Stato ha accolto le nostre richieste ribadendo in sede cautelare che le sale che stanno eccependo l’effetto espulsivo del distanziometro della Provincia di Bolzano devono rimanere aperte in attesa delle valutazioni del merito. E ciò perché non possono essere considerati fatti nuovi rilevanti (ai sensi dell’articolo 58) né il fatto che nel frattempo siano state autorizzate nuove sale sul territorio, né che siano sopraggiunti diversi orientamenti giurisprudenziali”.
A sottolinearlo è l'avvocato Geronimo Cardia, a commento dell'ordinanza - che pubblichiamo in allegato -
con cui il Consiglio di Stato ha respinto l'appello proposto dal Comune di Bolzano per la riforma dell'ordinanza cautelare del Tribunale regionale di giustizia amministrativa che
lo scorso novembre ha sospeso l’efficacia del provvedimento di decadenza dell’autorizzazione alla raccolta di gioco con apparecchi Vlt di una sala dedicata, riconoscendo la sussistenza del pericolo di danno grave e irreparabile, “atteso che l’esecuzione del provvedimento impugnato comporta la chiusura della sala dedicata”.
In virtù di questa pronuncia, come accaduto
anche in altri casi,
la sala quindi resterà aperta almeno fino a luglio 2022, quando ci saranno le udienze per la decisione nel merito sulla questione dirimente relativa all’effetto espulsivo del distanziometro provinciale per le attività di gioco.
Cardia quindi sottolinea: “Ora attendiamo la stagione del merito delle vertenze in cui nei giudizi andrà valorizzato ulteriormente il fatto che la sollevazione di legittimità costituzionale che viene invocata dagli operatori non può essere svicolata solo perché il divieto non è del 100 percento: il divieto arriva al 99 percento e oltre. Non si comprende come mai in tanti anni di contenziosi, in così tanti casi di contestazioni non vi sia stata ancora una remissione alla Corte per le giuste valutazioni. Una tale marginalizzazione in così esigue aree per giunta di periferie si palesa altrettanto ingiusta, anti-sociale e in contrasto col dettato costituzionale oltre che incoerente rispetto allo scopo ed alle più elementari regole di gestione e tutela dei territori delle periferie.”