Continuano a far discutere la legge regionale del Lazio entrata in vigore il 13 gennaio e la circolare di chiarimenti diffusa dalla Regione comprensiva di alcune prescrizioni volte “a interrompere l’eventuale l’immersione compulsiva nel gioco” attraverso orologi, sistemi di diffusione sonora e cartelli informativi da installare nelle sale.
Prescrizioni che necessitano indubbiamente di tempo per essere adempiute, e alle quali si affianca un dubbio che serpeggia fra gli operatori del settore: le norme del Lazio costituiscono una violazione della Direttiva europea 2015/1535 che vige per tutti i progetti di regolamentazioni tecniche e quindi si rischia l'apertura di una procedura di infrazione?
Abbiamo chiesto lumi a riguardo ad alcuni delle principali associazioni rappresentative del settore e al consulente Eugenio Bernardi.
RUSCIANO (AS.TRO): “CONTINUA L'INTERLOCUZIONE CON LA REGIONE, TROVARE EQUILIBRIO” - “Stiamo esaminando la circolare diffusa dalla Regione Lazio e valutando, insieme ai nostri associati, l’impatto che avrà sulle aziende che, già dalla mezzanotte del 13 gennaio scorso, si sono trovati a dover affrontare il problema di adeguarsi alle nuove misure per non incorrere in pesanti sanzioni”, esordisce Isabella Rusciano, dell'associazione As.tro. “La circolare fornisce dei chiarimenti su alcune misure introdotte dalla modifica normativa ma non su tutte. Continuano a riscontrarsi delle forti criticità e dei dubbi interpretativi, ad esempio, sulla prescrizione più impattante per le aziende, quella della distanza minima di due metri tra un congegno e l’altro che, così come formulata, nella pratica si tradurrebbe in un quasi dimezzamento dell’operatività del parco macchine presente nel Lazio, con pesanti ed inevitabili ripercussioni anche sul fronte occupazionale. Non può quindi che continuare l’opera di interlocuzione con la Regione per rappresentare le problematiche che ancora sussistono e, come associazione, stiamo valutando diverse iniziative da intraprendere, assistendo i nostri associati - in questa prima fase - verso la corretta e regolare applicazione delle prescrizioni imposte dal provvedimento. C’è un forte stato di preoccupazione e l’auspicio è che il legislatore regionale comprenda la serietà delle problematiche connesse all’applicazione di tali misure e si arrivi ad un punto di equilibrio che garantisca la tenuta delle aziende di gioco legale e dell’occupazione che genera”.
PERRONE (LAZIO): “DISTANZIAMENTO DI DUE METRI FRA GLI APPARECCHI PERICOLO PER LA SICUREZZA” - Anche Gabriele Perrone, responsabile Sapar per la regione Lazio, punta l'attenzione sul distanziamento di due metri previsto fra apparecchi. “Non solo è quasi impossibile da ottemperare, ma crea enormi problemi alla raccolta, anche per questioni di ordine pubblico, perché con un distanziamento di quel tipo gli apparecchi non possono essere bloccati in sicurezza come nell'assetto attuale, quindi furti, rapine potrebbero riprendere in modo cruento. Perciò stiamo verificando con gli uffici regionali questi passaggi e nelle more di queste verifiche abbiamo consigliato agli operatori di disattivare gli apparecchi per evitare di incorrere in sanzioni". Quanto alle disposizioni relative a orologi, segnalazioni acustiche e cartellonistica, puntualizza Perrone, “non possono essere richieste
con le stesse tempistiche delle prescrizioni previste dalla legge, perché non sono ricomprese nella legge ma nella circolare della Regione: serve un tempo tecnico per adempiere ad ulteriori obblighi”.
BERNARDI (CONSULENTE TECNICO): “NORME DELLA REGIONE LAZIO VIOLANO LEGGI UE”- Eugenio Bernardi, consulente esperto di gioco, sottolinea quanto la Regione Lazio abbia sbagliato nella redazione di tali norme, in quanto “violano la Direttiva europea 2015/1535 che vige per tutti i progetti di regolamentazioni tecniche”. Ad occuparsi di “regole tecniche” infatti dovrebbe essere il regolatore nazionale del gioco – quindi per l'Italia l'Agenzia accise, dogane e monopoli - , e non le Regioni, che possono occuparsi solo di distanziometri e limiti orari. Come ricorda Bernardi, alcuni operatori alla fine di luglio 2022 hanno segnalato alla Commissione europea che la modifica alla legge regionale del Lazio potrebbe costituire a tutti gli effetti una regola tecnica che, se introdotta, sarebbe dovuta essere segnalata nei tempi e nelle modalità previste dalla Direttiva europea. In tal caso la Commissione potrebbe aprire una procedura di infrazione.