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Albo Pvr, attesa per la decisione del Consiglio di Stato

15 aprile 2025 - 12:38

Lunga discussione in Consiglio di Stato sui ricorsi presentati contro la determinazione istitutiva dell'albo del Pvr, i giudici si riservano la decisione.

Scritto da Amr
© Pxhere

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Ampia discussione, oggi 15 aprile in Consiglio di Stato, dei ricorsi presentati da alcuni operatori da alcuni operatori di gioco in merito alla determinazione dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli istitutiva dell'Albo dei Punti vendita ricariche.
Provvedimento la cui applicazione era stata annullata nei confronti dei concessionari in proroga, con varie sentenze, fra la fine di febbraio e la fine di marzo,  e contro cui Adm aveva presentato appello al Consiglio di Stato, comunicando che l'Albo dei Pvr resterà sospeso “nelle more della definitività del giudicato”.
Nell'udienza cautelare di oggi è stato trattato anche l'appello di Adm, considerando la "materia comune".
I giudici si sono riservati la decisione, che dovrebbe essere prossima.

LA VICENDA - L'Albo dei Pvr era stato istituito nell'ottobre 2024 dall'Agenzia delle dogane e dei monopoli con una determinazione direttoriale in attuazione del decreto legislativo “Disposizioni in materia di riordino del settore dei giochi, a partire da quelli a distanza”, ai sensi  della Delega al Governo per la riforma fiscale, ritenendo l'iscrizione “presupposto essenziale, e condizione necessaria, per lo svolgimento dell’attività dei Punti vendita”, dietro pagamento preventivo di un importo pari a 100 euro per ognuno di essi.

In vista dell'udienza di oggi, l'Avvocatura dello Stato ha presentato una memoria per conto di Adm nella quale evidenzia che “il differimento dell’efficacia della disciplina dell’Albo comporta un danno attuale, grave e irreparabile per l’Amministrazione, in quanto incide sulla coerenza dell’intero sistema di regolarizzazione dei Pvr e dei giochi in generale e sulla stabilità delle entrate pubbliche già acquisite oltre che sulla certezza delle situazioni giuridiche consolidate.

La mancata sospensione della sentenza comporterebbe la paralisi dell’attività regolatoria già avviata dall’Agenzia delle dogane e monopoli in un settore come quello in esame, regolato, con effetti pregiudizievoli per la funzionalità del sistema, a fronte dell’iscrizione di oltre 23.000 operatori nonché una disparità di trattamento tra concessionari e operatori, non giustificata né dalla legge né dalla ratio legis, senza considerare che tale danno appare sensibilmente (e realisticamente) più rilevante rispetto a quello ipoteticamente lamentato dagli operatori”.

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