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Bando gioco online, avvocato Sbordoni: 'Valorizzare strumento del riordino'

28 agosto 2023 - 13:05

L'avvocato esperto di gaming Stefano Sbordoni offre la sua ricetta in merito al bando per il gioco online e suggerisce di valorizzare il riordino, anche per mettere fine una volta per tutte a vari contenziosi.

Scritto da Francesca Mancosu
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Da oggi, 28 agosto, ripartono ufficialmente i lavori del Governo, con la convocazione del primo Consiglio dei ministri dopo la pausa estiva, primo passo in vista del tour de force autunnale.

Per i primi del mese in arrivo è invece previsto il vertice di maggioranza sulla Manovra di bilancio, che potrebbe tenersi il 4 o il 6, “nodo” particolarmente atteso anche dal comparto del gioco pubblico, viste le voci che lo riguardano.

Come ampiamente dibattuto anche su queste pagine, l'Esecutivo sembrerebbe intenzionato ad attingere ancora una volta al settore per trovare parte delle coperture, ad esempio attraverso il prossimo bando per le concessioni online, la cui scadenza è stata prorogata dalla Manovra 2023 fino al 31 dicembre 2024.

Le prime indiscrezioni, come noto, parlano della possibile messa a bando di 100 concessioni, per il costo di 8-10 milioni di euro a licenza, con l'obiettivo di raccogliere un miliardo.

Ipotesi già commentata a GiocoNews.it da diversi operatori, da Maurizio Ughi a Carmelo Mazza, Ceo di Oia Services, da Moreno Marasco, presidente di LoGico (Lega operatori gioco canale online), a Niccolò Caramatti, Ceo di Fantasygaming.

 

Ecco quindi il punto di vista di Stefano Sbordoni, avvocato esperto di gaming online.

“Al momento mi sembra che si tratti solo di indiscrezioni, e che non ci sia ancora un documento istituzionale.

L'ipotesi relativa a una base d'asta di 10 milioni per ogni licenza mi pare un po' sbilanciata per tanti motivi: innanzitutto si corre il rischio di pensare di poter contare su entrate che non arriveranno mai; poi, si tratterebbe di cifre che costringerebbero gli operatori a comportamenti particolari, anche considerando il vigente divieto di pubblicità al gioco, e comunque non è detto che si possano recuperare cifre cosi importanti facilmente.

Ecco, per restare in tema, contare su un gettito di questo tipo, mi sembra un po' azzardato.

Difficilmente potrebbe essere recuperato nel breve periodo, quindi con questi numeri le concessioni dovrebbero avere una durata molto lunga, per rendere tale spesa più sostenibile”.

Sbordoni propone quindi di recuperare le somme previste a copertura di parte della Manovra di bilancio riconducibili al gioco in altri modi. “Si può cercare di mettere mano anche al riordino del mercato illegale, e di risolvere in maniera propositiva i vecchi contenziosi, relativi ad esempio ai lodi ippici, alla tassa dei 500 milioni, al prelievo aggiuntivo dello 0,5 percento sulle scommesse sportive. Risolvere tali vicende porterebbe un certo risparmio allo Stato in merito ai costi dei contenziosi”.

L'avvocato quindi sottolinea l'importanza del riordino avviato attraverso la legge delega per la riforma fiscale, e di farlo bene. “Le norme scritte con ansia e sotto pressione, senza ragionare a fondo – come dimostrato dalle vicende di cui sopra – portano con sé dei contenziosi. Quindi meglio evitare che il problema si ripeta, e che poi serva un altro riordino.

Bisogna riportare alla normalità il fatto che il gioco pubblico esiste e che è tanto voluminoso in termini di movimenti di denaro. Non si può fare lo struzzo e mettere la testa sotto la sabbia. L'online c'è, è una realtà che ormai conosciamo bene e che va presa per quello che è.

Va quindi valutato se sia possibile fare una gara unica per il gioco online e quello terrestre, visto che ormai sono dei vasi comunicanti. Tralasciando l'uno a favore dell'altro ci si espone a tanti rischi.

Le logiche dello Stato sono primarie e vanno sicuramente rispettate, purché a loro volta non rischino di creare dei buchi, come è già accaduto in passato. Sono certo che il Governo, sempre attento a certi aspetti, ci ragionerà.

Nella strutturazione delle filiere decisorie del settore mi sembra che stia mettendo una certa attenzione, e questo mi pare un buon segnale. Sarebbe importante non renderlo vano per bisogni di cui siamo assolutamente consapevoli, che non vanno negati ma che non devono rovinare il buono che sembra in atto”.

 

Infine Sbordoni, che è anche segretario generale dell'Utis - Unione totoricevitori italiani sportivi, ne approfitta per ricordare che l'Utis dal canto suo ha una proposta pronta per la regolamentazione dei Pvr – Punti vendita ricarica “per il riconoscimento degli esercenti e quindi la conseguente sistemazione del nesso tra fisico e online”.

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