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Tutela minori, Lasorella (Agcom): 'Bloccati oltre 3 milioni di contenuti pericolosi, anche di gioco'

16 luglio 2024 - 16:36

In audizione alla commissione Ambiente del Senato, il presidente dell'Agcom - Giacomo Lasorella – fornisce i risultati dell'impiego dei sistemi di controllo parentale installati direttamente dagli operatori telefonici negli apparecchi destinati ai minori.

Scritto da Redazione
Giacomo Lasorella, presidente dell'Agcom – Autorità per le garanzie nelle comunicazioni

Giacomo Lasorella, presidente dell'Agcom – Autorità per le garanzie nelle comunicazioni

Sono stati bloccati oltre 3,240.399 contenuti sulla telefonia mobile, sugli anonymizer (servizi on line o software che consentono di effettuare attività senza essere identificati, Ndr), su gioco d’azzardo e scommesse, o per la promozione di pratiche che possono danneggiare la salute”.

 

A fornire i dati dell'efficacia dei sistemi di controllo parentale installati direttamente dagli operatori telefonici negli apparecchi destinati ai minori è Giacomo Lasorella, presidente dell'Agcom – Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, nel corso dell'audizione sui disegni di legge n° 1136, 1160 e 1166 (Tutela dei minori nella dimensione digitale) tenutasi oggi, 16 luglio, alla commissione Ambiente e lavori pubblici del Senato.

 

Nel ricordare come l'Agcom condivida “pienamente” gli scopi dei disegni di legge in esame, Lasorella ricorda alcune delle azioni messe in campo per la tutela dei minori dai pericoli del web e non solo.

“Abbiamo approvato delle linee guida per gli influencer, cercando di applicare anche per loro alcune delle linee guida contenute nella Direttiva sui servizi di media audiovisivi (Smav) e nel Testo unico dei servizi audiovisivi in particolare in tema di trasparenza delle comunicazioni commerciali, di tutela dei diritti fondamentali delle persone, dei minori e dei valori dello sport. Quindi non solo una regola per la piattaforma ma anche per i soggetti che agiscono all'interno di essa, e si comportano come una sorta di mini-canali. Abbiamo ritenuto in quadro di consultazione europea, anche con le attività consorelle, che potessero rientrare nell'ambito di applicazione delle regole sulle video-sharing platform.

Altro tema fondamentale è la verifica dell'età dei minori, anche su questo è in corso una riflessione a livello europeo da parte della Commissione che farà un It wallet, che dovrebbe servire come strumento generale per la verifica dell'età dei minori, e nel frattempo emanerà delle linee guida.

Noi intanto abbiamo la competenza attribuitaci dal cosiddetto decreto Caivano sulla tutela dei minori, in particolare nei confronti della pornografia. Su questo a nostra volta abbiamo approvato delle linee guida che abbiamo inviato per un parere al Garante della privacy, e che poi dovremo trasmettere – trattandosi di regole tecniche – anche alla Commissione europea. Cito infine un ultimo strumento che abbiamo utilizzato in attuazione di una norma specifica di una legge – l'articolo 7 bis della legge 30 aprile 2020 n° 28 in materia di sistemi di protezione dei minori dal rischio del cyberspazio. Su questo tema abbiamo emanato delle linee guida che stabiliscono che gli operatori telefonici installino direttamente negli apparecchi destinati ai minori strumenti di controllo parentale. Naturalmente si deve trattare o di apparecchi direttamente intestati ai minori o per i quali il genitore dica che è intestato al minore è quindi chiede di installarlo. Quelli intestati ai minori sono installati direttamente, sugli altri sono installati su richiesta del genitore. Come operano? Queste applicazioni di controllo parentale filtrano secondo una serie di standard condivisi tra tutti gli operatori i contenuti”.

 

Concludendo il suo intervento, il presidente di Agcom sottolinea: “Dal punto di vista della coerenza ordinamentale c'è un po' il rischio che venga percepito a livello europeo un problema di violazione della libertà di stabilimento, e quindi, sostanzialmente, il problema del Paese d'origine. Se noi ci diamo un obbligo di vigilare su tutti i soggetti rivolti al pubblico italiano a prescindere dal Paese d'origine c'è il rischio di andare in infrazione. È un elemento di riflessione che mi permetto di offrire alla commissione. Probabilmente occorrerebbe un po' vedere che dovrebbe essere abbastanza breve l'evoluzione di questa normativa attuativa europea del Dse e trovare i modi per rafforzarla e consolidarla in un modo coerente e non 'oppositivo', ma ovviamente rientra nella vostra piena e totale discrezionalità”.

Le ultime parole riguardano le coperture finanziare di tali attività di monitoraggio e controllo: “L'Agcom si fonda sui contributi degli operatori, quindi occorrerebbe – a fronte di nuove azioni e nuovi compiti – trovare le risorse o pensare al trasferimento di personale da altri organi dello Stato, come abbiamo fatto per esempio per l'attuazione del Dse”.

 

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