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Nuovo Governo e totonomi: le ipotesi per Mef e Mipaaf

29 ottobre 2022 - 10:28

Impazza il totonomi per il 'sottoGoverno': ecco le ipotesi per il Mef e il Mipaaf. Il 31 ottobre il Consiglio dei ministri che definirà le nomine.

Scritto da Fm
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La legge finanziaria per il 2008 prevede che, a partire dalla XVI Legislatura, il numero totale dei componenti del Governo, compresi i ministri senza portafoglio, i vice ministri e i sottosegretari di Stato, non possa essere superiore a 65.
Di questi, 32 dovrebbero essere in tutto i cosiddetti posti di sottogoverno: vice ministri e sottosegretari. Poi ci sono le 24 presidenze delle commissioni parlamentari permanenti: solo 10 al Senato, per effetto della riforma del regolamento approvata la scorsa legislatura, e le tradizionali 14 alla Camera. 

Ma, stando alle ultime indiscrezioni, i desiderata dei partiti per un posto da vice ministro o segretario sono ben più dei posti disponibili.

Per sapere come andrà a finire bisognerà aspettare il prossimo Consiglio dei ministri, che molto probabilmente sarà convocato per lunedì 31 ottobre, ma intanto i nomi sul tavolo si moltiplicano, comprendendo anche quelli dei sottosegretari ai quali verranno associate le deleghe per i giochi e per l'ippica.

Come detto nei giorni scorsi, potrebbe profilarsi la riconferma sia per Federico Freni (Lega) sia per Francesco Battistoni (Forza Italia) nei ruoli ricoperti fino a poche settimane fa rispettivamente al ministero dell'Economia e finanze e al ministero per le Politiche agricole (ribattezzato ministero dell’Agricoltura e sovranità alimentare con il nuovo Governo). Una riconferma che dovrebbe voler dire "continuità", con la ripresa dei dossier incompiuti della precedente legislatura. A cominciare dal riordino del gioco pubblico, magari con lo strumento della legge delega proposta proprio da Freni, la cui bozza, bollinata dalla Ragioneria di Stato, non è però mai giunta all'esame del Consiglio dei ministri e quindi neppure del Parlamento.

Il suo nome poi è in quota anche come vice ministro dello Sviluppo economico (ora rinominato ministero delle Imprese e del made in Italy).

Anche Battistoni, in caso di nomina, avrà il suo bel da fare. Anche il settore dell'ippica infatti chiede da tempo una riforma che lo rilanci e gli dia stabilità, passando dal confronto con le categorie alla riduzione delle tempistiche di pagamento, ma anche da una valorizzazione degli ippodromi e dell'allevamento.


Per il resto delle nomine la partita appare più incerta, sempre nell'ottica di conservare e rinsaldare gli equilibri interni alla maggioranza di centrodestra.
Partiamo dal Mef, dove per l'Economia circola anche l'ipotesi di Maurizio Leo, responsabile economico di Fratelli d'Italia, e la possibilità che nomini come sottosegretari Maurizio Casasco (FI), Alessandro Colucci (Noi moderati) e il leghista Massimo Bitonci.

Forza Italia punta ad avere tre vice ministri: Francesco Paolo Sisto alla Giustizia, Valentino Valentini al quasi ex Mise e Paolo Barelli all'Interno.
Per Fratelli d'Italia si fanno i nomi di Giulio Terzi di Sant'Agata come vice ministro agli Esteri, Marcello Gemmato alla Salute, Wanda Ferro al Viminale, oltre a Edmondo Cirielli.  Alle Infrastrutture sembra fatta per Edoardo Rixi (Lega), che potrebbe essere affiancato da Giuseppe Mangialavori (FI). Per il ministero delle Politiche agricole la Lega propone come vice ministro uno fra Marzio Liuni, Mario Lolini e Lorenzo Viviani, mentre fra i sottosegretari dovrebbe esserci Luca De Carlo (FdI). 

Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio - e segretario del Consiglio dei ministri - sarà Alfredo Mantovano, affiancato a Palazzo Chigi da Giovanbattista Fazzolari, un altro fedelissimo di Giorgia Meloni, con la delega per l'attuazione del programma. Invece il sottosegretario alla Presidenza con la delega per la transizione digitale potrebbe essere Alessio Butti (FdI), noto ai nostri lettori per i suoi molteplici interventi relativi alle sorti del Casinò di Campione d'Italia.

Quanto alla presidenza delle commissioni, al Senato per quella del Bilancio sembra fatta per Nicola Calandrini (FdI), mentre per le Finanze dovrebbe spuntarla un esponente della Lega -  Claudio Borghi o Massimo Garavaglia. Per il Lavoro un possibile presidente sarebbe Claudio Durigon, già sottosegretario al Mef con delega ai giochi, nell'eventualità in cui non venga nominato vice ministro o sottosegretario al Lavoro.
Alla Camera la prima poltrona della commissione Bilancio potrebbe andare a Roberto Pella (FI), mentre alla testa della commissione Finanze Andrea De Bertoldi (FdI), altro nome più volte protagonista delle pagine della nostra testata e in prima linea nel chiedere regole omogenee per il settore e un miglioramento dei rapporti con le banche.

Vice ministri e sottosegretari dovrebbero poi giurare venerdì 4 novembre.
 

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