Lunghissima giornata di lavori in Senato, che termina con il voto sulla questione di fiducia posta dal Governo sulla proposta di risoluzione n. 2 presentata dal senatore Casini sulle comunicazioni rese questa mattina, 20 luglio, dal presidente del Consiglio dei Ministri, Mario Draghi. Essa prevede che "il Senato approvi le comunicazioni del presidente del consiglio" ed è stata approvata con 95 voti favorevoli e 38 contrari. Un risultato derivante dalla mancata partecipazione al voto di Movimento 5 Stelle, come si immaginava da tempo, ma anche di Lega e Forza Italia, e che fa capire che la maggioranza non c'è più. Non resta dunque che attendere la salita al Colle di Draghi, attesa per stasera ma poi rinviata a domani, quando rassegnerà le sue dimissioni nelle mani del presidente Sergio Mattarella.
"All'Italia non serve una fiducia di facciata che svanisce davanti ai provvedimenti scomodi; serve un nuovo patto di fiducia sincero e concreto, come quello che ci ha permesso finora di cambiare in meglio il Paese. I partiti e voi parlamentari siete pronti a ricostruire questo patto? Siete pronti? Siete pronti a confermare quello sforzo che avete compiuto nei primi mesi e che si è poi affievolito?"
Questo uno dei passaggi fondamentali delle comunicazioni che il premier Mario Draghi ha reso oggi 20 luglio alle due Camere (in realtà, in Senato, salvo poi consegnare lo stesso discorso anche a Montecitorio, dove la discussione sulle stesse sarebbe dovuta avvenire domani, dopo che il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, la scorsa settimana, ha respinto le sue dimissioni, invitandolo appunto a riferire in Aula.
Si apre dunque la due giorni decisiva per il futuro del governo Draghi e dell'intero Paese, con l'attesa di molti perchè si proceda lungo la strada della continuità, strada anche auspicata da Bruxelles, ma con l'incognita rappresentata dalle posizioni, in primis i M5s che fanno capo a Giuseppe Conte, che i componenti della "vecchia" maggioranza vorranno assumere. E ovviamente, le ricadute saranno dirette e immediate anche sul settore del gioco, in quanto la conclusione anticipata della legislatura farebbe cadere anche le residue speranze di poter procedere al riordino normativo del settore.
Nel suo intervento, Draghi sottolinea tutti i passaggi fondamendali del suo governo. Innanzitutto, spiegando "le ragioni di una scelta tanto sofferta quanto dovuta", ossia quella di dimettersi.
"Lo scorso febbraio il presidente della Repubblica mi affidò l'incarico di formare un Governo per affrontare le tre emergenze che l'Italia aveva davanti: pandemica, economica e sociale. Un Governo - furono queste le sue parole - di alto profilo, che non debba identificarsi con alcuna formula politica; un Governo che faccia fronte con tempestività alle gravi emergenze non rinviabili. Tutti i principali partiti, con una sola eccezione, decisero di rispondere positivamente a quell'appello".
Nel discorso di insediamento "feci esplicitamente riferimento allo spirito repubblicano del Governo, che si sarebbe poggiato sul presupposto dell'unità nazionale. In questi mesi l'unità nazionale è stata la miglior garanzia della legittimità democratica di questo Esecutivo e della sua efficacia. Ritengo che un presidente del Consiglio che non si è mai presentato davanti agli elettori debba avere in Parlamento il sostegno più ampio possibile. Questo presupposto è ancora più importante in un contesto di emergenza, in cui il Governo deve prendere decisioni che incidono profondamente sulla vita degli italiani".
L'amplissimo consenso di cui il Governo ha goduto in Parlamento "ha permesso di avere quella tempestività nelle decisioni che il presidente della Repubblica aveva richiesto".
Draghi sottolinea che "a lungo le forze della maggioranza hanno saputo mettere da parte le divisioni e convergere con senso dello Stato e generosità verso interventi rapidi ed efficaci per il bene di tutti i cittadini.
Grazie alle misure di contenimento sanitario, alla campagna di vaccinazione, ai provvedimenti di sostegno economico a famiglie e imprese, siamo riusciti a superare la fase più acuta della pandemia e a dare slancio alla ripresa economica.
La spinta agli investimenti e la protezione dei redditi delle famiglie ci ha consentito di uscire più rapidamente di altri Paesi dalla recessione provocata dalla pandemia.
Lo scorso anno l'economia è cresciuta del 6,6 per cento; il rapporto tra debito pubblico e prodotto interno lordo è sceso di 4,5 punti percentuali. La stesura del Piano nazionale di ripresa e resilienza, approvato a larghissima maggioranza da questo Parlamento, ha avviato un percorso di riforme e investimenti che non ha precedenti nella storia recente.
Le riforme della giustizia, della concorrenza, del fisco, degli appalti, oltre alla corposa agenda di semplificazioni, sono un passo avanti essenziale per modernizzare l'Italia. A oggi tutti gli obiettivi dei primi due semestri del Pnrr sono stati raggiunti. Abbiamo già ricevuto dalla Commissione europea 45,9 miliardi di euro, a cui si aggiungeranno nelle prossime settimane ulteriori 21 miliardi, per un totale di quasi 67 miliardi".
Draghi sottolinea inoltre come "con il forte appoggio parlamentare della maggioranza e dell'opposizione, abbiamo reagito con assoluta fermezza all'invasione dell'Ucraina da parte della Russia. La condanna delle atrocità russe e il pieno sostegno all'Ucraina hanno mostrato come l'Italia possa e debba avere un ruolo guida all'interno dell'Unione europea e del G7".
Allo stesso tempo, "non abbiamo mai cessato la nostra ricerca della pace; una pace che dev'essere accettabile per l'Ucraina, sostenibile, duratura. Siamo stati tra i primi a impegnarci perché Russia e Ucraina potessero lavorare insieme per evitare una catastrofe alimentare e allo stesso tempo aprire uno spiraglio negoziale. I progressi che si sono registrati la settimana scorsa in Turchia sono incoraggianti e auspichiamo possano essere consolidati".
Il governo si è anche mosso "con grande celerità per superare l'inaccettabile dipendenza energetica dalla Russia, conseguenza di decenni di scelte miopi e pericolose. In pochi mesi abbiamo ridotto le nostre importazioni di gas russo dal 40 a meno del 25 per cento del totale e intendiamo azzerarle entro un anno e mezzo: è un risultato che sembrava impensabile, che dà tranquillità per il futuro dell'industria e alle famiglie; rafforza la nostra sicurezza nazionale, la nostra credibilità nel mondo. Abbiamo accelerato, con semplificazioni profonde e massicci investimenti, sul fronte delle energie rinnovabili per difendere l'ambiente e aumentare la nostra indipendenza energetica e siamo intervenuti con determinazione per proteggere cittadini e imprese dalle conseguenze della crisi energetica, con particolare attenzione ai più deboli. Abbiamo stanziato 33 miliardi in poco più di un anno, quasi due punti percentuali del Pil, nonostante i nostri i nostri margini di finanza pubblica fossero ristretti".
E tutto ciò "lo abbiamo potuto fare grazie a una ritrovata credibilità collettiva, che ha contenuto l'aumento del costo del debito anche in una fase di rialzo dei tassi di interesse. Il merito di questi risultati è stato vostro, della vostra disponibilità a mettere da parte le differenze e a lavorare per il bene del Paese, con pari dignità, nel rispetto reciproco. La vostra è stata la migliore risposta all'appello dello scorso febbraio del Presidente della Repubblica e alla richiesta di serietà, al bisogno di protezione, alle preoccupazioni per il futuro che arrivano dai cittadini. Gli italiani hanno sostenuto a loro volta questo miracolo civile e sono diventati i veri protagonisti delle politiche che, di volta in volta, mettevamo in campo. Penso al rispetto paziente delle restrizioni per frenare la pandemia e alla straordinaria partecipazione alla campagna di vaccinazione. Penso all'accoglienza spontanea offerta ai profughi ucraini, accolti nelle case e nelle scuole, con affetto e solidarietà. Penso al coinvolgimento delle comunità locali al Pnrr, che lo ha reso il più grande progetto di trasformazione dal basso della storia recente. Mai come in questi momenti sono stato orgoglioso di essere italiano".
Dopo una breve pausa dovuta agli applausi dell'Aula, Draghi evidenzia che "l'Italia è forte quando sa essere unita. Purtroppo, con il passare dei mesi, a questa domanda di coesione che arrivava dai cittadini, le forze politiche hanno opposto un crescente desiderio di distinguo, di divisione. Le riforme del Consiglio superiore della magistratura, del catasto, delle concessioni balneari hanno mostrato un progressivo sfarinamento della maggioranza sull'agenda di modernizzazione del Paese.
In politica estera, abbiamo assistito a tentativi di indebolire il sostegno del Governo verso l'Ucraina, di fiaccare la nostra opposizione al disegno del presidente Putin. Le richieste di ulteriore indebitamento si sono fatte più forti, proprio quando maggiore era il bisogno di attenzione alla sostenibilità del debito. Il desiderio di andare avanti insieme si è progressivamente esaurito e con esso la capacità di agire con efficacia, con tempestività, nell'interesse del Paese".
E ribadisce quanto già detto in consiglio dei ministri: "il voto di giovedì scorso ha certificato la fine del patto di fiducia che ha tenuto insieme questa maggioranza. Non votare la fiducia a un Governo di cui si fa parte (il riferimento è ovviamente al M5S Ndr) è un gesto politico chiaro, che ha un significato evidente. Non è possibile ignorarlo, perché equivarrebbe ad ignorare il Parlamento. Non è possibile contenerlo, perché vorrebbe dire che chiunque può ripeterlo. Non è possibile minimizzarlo, perché viene dopo mesi di strappi e ultimatum".
Draghi ricorda anche che "la mobilitazione di questi giorni da parte di cittadini, associazioni e territori a favore della prosecuzione del Governo è senza precedenti ed impossibile da ignorare". Due appelli "mi hanno colpito in modo particolare: il primo è quello di circa duemila sindaci, autorità abituate a confrontarsi quotidianamente con i problemi delle loro comunità. Il secondo è quello del personale sanitario, gli eroi della pandemia, verso cui la nostra gratitudine è immensa. Questa domanda di stabilità impone a noi tutti di decidere se sia possibile ricreare le condizioni con cui il Governo può davvero governare. È questo il cuore della nostra discussione di oggi, è questo il senso dell'impegno su cui dobbiamo confrontarci davanti ai cittadini".
L'Italia "ha bisogno di un Governo capace di muoversi con efficacia e tempestività su almeno quattro fronti. Il Piano nazionale di ripresa e resilienza è un'occasione unica per migliorare la nostra crescita di lungo periodo, creare opportunità per i giovani e le donne, sanare le disuguaglianze a partire da quelle tra Nord e Sud. Entro la fine di quest'anno dobbiamo raggiungere 55 obiettivi, che ci permetteranno di ricevere una nuova rata da 19 miliardi di euro. Gli obiettivi riguardano temi fondamentali, come le infrastrutture digitali, il sostegno al turismo, la creazione di alloggi universitari e borse di ricerca, la lotta al lavoro sommerso. Completare il Pnrr è una questione di serietà verso i nostri cittadini e verso i partner europei".
Ancora, "la riforma del codice degli appalti pubblici intende assicurare la realizzazione in tempi rapidi delle opere pubbliche e il rafforzamento degli strumenti di lotta alla corruzione. Dobbiamo tenere le mafie lontane dal Pnrr. È il modo migliore per onorare la memoria di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino".
Per quanto riguarda la giustizia, "abbiamo approvato la riforma del processo penale, del processo civile e delle procedure fallimentari, e portato in Parlamento la riforma della giustizia tributaria. Queste riforme sono essenziali per avere processi giusti e rapidi, come ci chiedono gli italiani. È una questione di libertà, democrazia e anche prosperità.
Le scadenze segnate dal Pnrr sono molto precise: dobbiamo ultimare entro fine anno la procedura prevista per i decreti di attuazione della legge delega civile e penale; la legge di riforma della giustizia tributaria è in discussione al Senato e deve essere approvata entro fine anno. Infine, l'autunno scorso il Governo ha dato il via al disegno di legge delega per la revisione del fisco. Siamo consapevoli che in Italia il fisco è complesso e spesso iniquo: per questo non abbiamo mai aumentato le tasse sui cittadini; tuttavia, per questo occorre procedere con uno sforzo di trasparenza. Intendiamo ridurre le aliquote Irpef a partire dai redditi medio-bassi, superare l'Irap, razionalizzare l'Iva. I primi passi sono stati compiuti con l'ultima legge di bilancio, che ha avviato la revisione dell'Irpef e la riforma del sistema della riscossione. In Italia, l'Agenzia delle entrate-riscossione conta 1.100 miliardi di euro di crediti residui, cioè non riscossi, pari a oltre il 60 per cento del prodotto interno lordo nazionale: una cifra impressionante. Dobbiamo quindi approvare al più presto la riforma fiscale, che include il completamento della riforma della riscossione, e varare subito dopo i decreti attuativi".
Poi, accanto al Pnrr, "c'è bisogno di una vera agenda sociale che parta dai più deboli, come i disabili e gli anziani non autosufficienti. L'aumento dei costi dell'energia e il ritorno dell'inflazione hanno causato nuove disuguaglianze che aggravano quelle prodotte dalla pandemia. Fin dall'avvio del Governo abbiamo condiviso con i sindacati e le associazioni delle imprese un metodo di lavoro che prevede incontri regolari e tavoli di lavoro. Questo metodo è già servito per gestire alcune emergenze del Paese: dalla ripresa delle attività produttive nella fase pandemica fino alla sicurezza del lavoro, su cui molto è stato fatto e molto resta ancora da fare. Oggi è essenziale proseguire in questo confronto e definire, in una prospettiva condivisa, gli interventi da realizzare nella prossima legge di bilancio. Quest'anno l'andamento della finanza pubblica è migliore delle attese e ci permette di intervenire, come abbiamo fatto finora, senza nuovi scostamenti di bilancio".
Bisogna adottare "entro i primi giorni di agosto - e sottolineo entro i primi giorni di agosto - un provvedimento corposo per attenuare l'impatto su cittadini e imprese dell'aumento dei costi dell'energia e poi rafforzare il potere d'acquisto, soprattutto delle fasce più deboli della popolazione. Ridurre il carico fiscale sui lavoratori, a partire dei salari più bassi, è un obiettivo di medio termine. Questo è un punto su cui concordano sindacati e imprenditori. Con la scorsa legge di bilancio, abbiamo adottato un primo e temporaneo intervento. Dobbiamo aggiungerne un altro in tempi brevi, nei limiti consentiti dalle nostre disponibilità finanziarie. Occorre anche spingere il rinnovo dei contratti collettivi: molti, tra cui quelli del commercio e dei servizi, sono scaduti da troppi anni. La contrattazione collettiva è uno dei punti di forza del nostro modello industriale per l'estensione e la qualità delle tutele, ma non raggiunge ancora tutti i lavoratori".
A livello europeo, "è in via di approvazione definitiva una direttiva sul salario minimo ed è in questa direzione che dobbiamo muoverci, insieme alle parti sociali, assicurando livelli salariali dignitosi alle fasce di lavoratori più in sofferenza. Il reddito di cittadinanza è una misura importante per ridurre la povertà, ma può essere migliorato per favorire chi ha più bisogno e ridurre gli effetti negativi sul mercato del lavoro. C'è bisogno di una riforma delle pensioni che garantisca meccanismi di flessibilità in uscita e un impianto sostenibile ancorato al sistema contributivo".
Ancora, "l'Italia deve continuare a ridisegnare la sua politica energetica come ha fatto in questi mesi. Il vertice di questa settimana ad Algeri conferma la nostra assoluta determinazione a diversificare i fornitori, spingere in modo convinto sull'energia rinnovabile. Per farlo, c'è bisogno delle necessarie infrastrutture. Dobbiamo accelerare l'istallazione dei rigassificatori a Piombino e a Ravenna. Non è possibile affermare di volere la sicurezza energetica degli italiani e poi allo stesso tempo protestare contro questa infrastruttura".
Poi, "la siccità e le ondate di calore anomalo che hanno investito l'Europa nelle ultime settimane ci ricordano l'urgenza di affrontare con serietà la crisi climatica nel suo complesso. Penso anche agli interventi per migliorare la gestione delle risorse idriche, la cui manutenzione è stata spesso gravemente deficitaria. Il Pnrr stanzia più di 4 miliardi per questi investimenti, a cui ho affiancato un piano acqua più urgente.
Per quanto riguarda le misure per l'efficientamento energetico e, più in generale, i bonus per l'edilizia, intendiamo affrontare le criticità nella cessione dei crediti fiscali, ma al contempo ridurre la generosità dei contributi.
Come promesso nel mio discorso di insediamento e da voi sostenuto in quest'Aula, questo Governo si identifica pienamente nell'Unione europea, nel legame transatlantico. La nostra posizione è chiara e forte nel cuore dell'Unione europea, del G7, della Nato.
Dobbiamo continuare a sostenere l'Ucraina in ogni modo, come questo Parlamento ha impegnato il Governo a fare con una risoluzione parlamentare. Come mi ha ripetuto ieri al telefono il presidente Zelensky, armare l'Ucraina è il solo modo per permettere agli ucraini di difendersi".