Elezioni comunali 2024 a Livorno, Guarducci: 'Gioco, informare per prevenire'
Nella seconda puntata dello speciale di GiocoNews dedicato alle elezioni comunali del 2024 ospitiamo la 'visione' di Alessandro Guarducci, candidato del centrodestra alla poltrona di sindaco di Livorno, su gioco e ippica.
“Livorno ha bisogno non solo di un vero cambiamento, ma di un grande rinnovamento. Parlo in primis di un cambiamento a livello politico, ovviamente, dopo 70 anni di amministrazioni monocolore, con una parentesi Cinquestelle quasi ininfluente, che ha portato più che altro a una rapida restaurazione del solito establishment. Anni che hanno di fatto impoverito la città portandola fino alla situazione odierna che ha fatto sprofondare Livorno in un’area a crisi industriale complessa dalla quale non si riesce a uscire, anzi”.
Parola di Alessandro Guarducci, candidato del centrodestra alla poltrona di sindaco di Livorno, e protagonista della seconda puntata dello speciale di GiocoNews pubblicato sulla rivista di maggio (consultabile integralmente online a questo link) sulle elezioni comunali del 2024, dopo quella dedicata al sindaco uscente Luca Salvetti.
“Tutti gli indicatori economici e demografici, dal Pil cittadino, al calo demografico (Livorno perde quasi mille abitanti all’anno solo nell’ultimo quinquennio) e a quello della perdita costante di posti di lavoro, ci raccontano di una città sempre più impoverita, sempre più destinata alla marginalità, sempre più degradata, sempre più pericolosa, proprio perché fondamentalmente è soffocata da un indirizzo politico unico che sembra proprio aver esaurito le idee ma soprattutto le capacità di fare e di fare bene”, rimarca Guarducci. “Eppure stiamo parlando della terza città della Toscana, di un grande porto, uno dei primi porti del Mediterraneo per traffici e diversificazione delle attività di banchina, ma che non riesce a tradurre in sviluppo, lavoro e ricchezza, quelle che sarebbero le sue potenzialità frenata com’è da una politica di piccolo cabotaggio, di gestione clientelare dell’oggi senza guardare al domani. Per questo è necessario un cambio di passo vero e deciso: il mio programma non a caso mette al primo posto il lavoro, il rilancio dell’economia, le infrastrutture, la riapertura dei canali di dialogo istituzionali con il governo centrale, e mette al centro un’idea di città che guardi al futuro: abbiamo bisogno di attrarre nuovo lavoro, nuove imprese di interlocuzione con investitori privati per portare Livorno al posto che merita nella regione, nel Paese e nel mondo".
Si è mai occupato di contrasto al gioco patologico e regolamentazione delle attività di gioco? Qual è la sua posizione, generale, a riguardo? Meglio investire su informazione o prevenzione, o introdurre limiti orari e distanziometri?
“Sappiamo bene che effetti produca il gioco patologico e sappiamo anche quante risorse pubbliche debbono essere impiegate per la prevenzione e la cura delle patologie legate alla dipendenza da gioco d’azzardo.
In una città in grave crisi economica come Livorno, il fenomeno del gioco patologico è da monitorare ancora in misura maggiore. Ritengo che gli strumenti legislativi ci siano, siano importanti e che debbano essere fatti rispettare ad ogni livello. Credo però che sia necessario puntare sempre più sulla prevenzione e sull’informazione, in linea anche con il lavoro che viene svolto nei punti di ascolto attivati dal servizio sanitario, numeri verdi e quant'altro.
Poi, nel quadro della necessaria collaborazione tra Enti, Comuni e Agenzia delle dogane e dei monopoli credo sia necessario procedere attraverso lo strumento valido dei protocolli di intesa rimanendo ancorati a progetti a tema specifici da organizzare attraverso eventi periodici e manifestazioni divulgative.”
I livornesi, si sa, sono appassionati di ippica e negli ultimi anni l'ippodromo Caprilli è stato spesso al centro della cronaca anche per visionari progetti di trasformazione in un parco acquatico. Lei che futuro vede per questo impianto?
“Caprilli è un nome 'ingombrante' nel mondo dell’ippica. Il livornese Federico Caprilli a cui è dedicato lo storico e bellissimo impianto della città, è stato l’inventore dell’ippica moderna. Livorno e il suo ippodromo – che, ricordo, è di proprietà comunale e rappresenta uno degli ippodromi più caratteristici del nostro Paese visto che si trova in città tra il verde e il mare di Ardenza, e non in periferia - hanno intessuto un rapporto particolare.
In primis perché la stagione di corse estiva, incentrata sulla corse serali al galoppo, rappresentava un appuntamento fisso, più che altro un'occasione di incontro conviviale e mondano per quella che agli inizi del ‘900 era la celebre estate livornese, cui facevano da sfondo corse divenute poi centenarie come il Criterium Labronico, il Premio Livorno e la Coppa del Mare.
Stiamo parlando di un pezzo di storia della città che comunque continua ad accendere un faro nazionale su Livorno, oltre che fornire occupazione (si pensi che prima della chiusura voluta dalla precedente amministrazione lavoravano all’impianto, oltre le maestranze fisse, circa una ventina di addetti tra giardinieri e amministrativi; qualcosa come 160 lavoratori stagionali), che ha necessità di trovare una nuova vita con il ripristino delle strutture oggi ancora fatiscenti e con la programmazione magari di un grande centro ippico di respiro nazionale, in cui possano trovare spazio anche la riabilitazione equestre e l'ippoterapia”.
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