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Elezioni Piemonte 2024, Disabato (M5S): 'Riordino gioco, no a compartecipazione delle Regioni alle entrate'

05 giugno 2024 - 09:36

Nell'intervista resa a GiocoNews.it in vista delle elezioni regionali dell'8 e 9 giugno, l'aspirante governatrice del Piemonte Sarah Disabato (Movimento cinque stelle) parla anche del riordino del gioco e della questione territoriale.

Scritto da Fm
Sarah Disabato, candidata del Movimento cinque stelle alla presidenza del Piemonte © Pagina Facebook ufficiale

Sarah Disabato, candidata del Movimento cinque stelle alla presidenza del Piemonte © Pagina Facebook ufficiale

Va avanti il countdown per le elezioni regionali in agenda in Piemonte per l'8 e 9 giugno, che vedono in lizza per la carica di governatore Alberto Cirio, sostenuto dal centrodestra -, Francesca Frediani di Piemonte popolare, Alberto Costanzo per la lista Libertà, Gianna Pentenero, espressione del centrosinistra, e la candidata del Movimento cinque stelle, Sarah Disabato.

Dopo l'intervista a Pentenero, ecco quella a Disabato, che esprime a GiocoNews.it il proprio punto di vista anche in materia di contrasto al gioco patologico e riordino del gioco pubblico.

Quali sono  le luci e le ombre - se ce ne sono, ovviamente - della consiliatura in via di conclusione, e quali sono le “battaglie” da lei condotte di cui va più orgogliosa?
I pessimi risultati dell’operato della Giunta Cirio sono sotto gli occhi di tutti. Dai mancati investimenti sul trasporto pubblico locale, all’edilizia sanitaria finanziata con fondi privati. Dalla mancata copertura dei voucher scuola al pagamento in ritardo delle borse di studio. Dalla legge regionale sul gioco d’azzardo, che ha dato il via libera al far west delle slot machine, all’aumento dei costi e dei privilegi della politica. Dall’introduzione del Fondo vita nascente, che limita l’autodeterminazione delle donne e il diritto all’aborto, al non avere posato neanche un mattone per i nuovi ospedali. L’elenco è lungo.

Da parte nostra, siamo orgogliosi delle battaglie fatte in questi 5 anni e dei provvedimenti che siamo riusciti a portare a casa dai banchi dell’opposizione. Parlo, ad esempio, della legge che rende gratuito il tatuaggio medicale per le persone operate di tumore al seno, della legge per la valorizzazione del settore del wedding e delle cerimonie, del nostro contributo alla norma sulla fibromialgia e a quella sui disturbi legati a nutrizione e alimentazione, della battaglia condotta per sostenere la progettazione delle comunità energetiche e sbloccare i crediti incagliati del Superbonus, dell’ottenimento di maggiori finanziamenti per i centri di recupero animali selvatici e del riconoscimento dei santuari per animali.”


Quali sono, per sommi capi, i punti centrali del suo programma elettorale?
“La parola chiave del nostro programma elettorale è 'diritti', a partire dal diritto alla salute. Una volta al governo vareremo un piano d’azione per la tutela della sanità pubblica su diverse direttrici, con nuove assunzioni per abbattere le liste d’attesa (perché gli straordinari non sono la soluzione), e una revisione dei progetti per la realizzazione dei nuovi ospedali, da finanziare esclusivamente con fondi pubblici, senza ricorrere allo strumento del partenariato pubblico privato. Lavoreremo inoltre per reinternalizzare i servizi attualmente in mano al privato, a partire dal Centro unico di prenotazione.
Sul diritto al lavoro dobbiamo prenderci carico delle drammatiche crisi aziendali che continuano a susseguirsi in Piemonte, ad esempio garantendo sostegni al reddito alle famiglie con persone che rischiano di perdere il lavoro. La transizione ecologica e l’intelligenza artificiale, da questo punto di vista, saranno sfide importanti che ci permetteranno di attrarre nuovi investimenti per creare posti di lavoro.  
Per quanto riguarda il diritto allo studio, investiremo risorse affinché le borse di studio siano erogate senza ritardi ed i voucher scuola siano garantiti a tutti coloro che ne hanno diritto. 
Sul welfare sarà necessario implementare gli stanziamenti per le famiglie più fragili, penso ad esempio ai nuclei con persone non autosufficienti a carico. 
La tutela dell’ambiente e del territorio è un’altra priorità, insieme alla lotta all’inquinamento. Qui si inserisce il tema dei trasporti pubblici, un servizio su cui investire per disincentivare l’utilizzo dei mezzi privati.”


Auspicherebbe un ritocco della legge regionale sul gioco nell'ambito della prossima consiliatura, e in quale direzione?
“Secondo stime ufficiali della Regione Piemonte, dal 1° gennaio 2024 a maggio sono stati persi nel gioco d’azzardo più di 363 milioni di euro, risorse economiche sottratte alle famiglie e al mercato. In questi anni abbiamo cercato di contrastare in tutti i modi l’operato di Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia che, attraverso la nuova legge di luglio 2021, hanno di fatto dato il via ad un vero e proprio 'far west' delle slot.  Noi vogliamo dare seguito alle due proposte di iniziativa popolare sulla prevenzione e il contrasto alla diffusione del gioco d’azzardo patologico, una delle quali accompagnata da circa 12mila firme dei piemontesi.

Lavoreremo al ripristino di alcune regole nel settore dopo l’eliminazione della buona legge regionale 9/2016 (approvata con importanti proposte del Movimento 5 Stelle). Una nuova norma è urgente, tutti gli studi hanno dimostrato una crescita dei volumi di gioco dopo lo sciagurato intervento legislativo del centrodestra piemontese. Forze dell’ordine e associazioni, inoltre, continuano ad evidenziare gli interessi della criminalità organizzata nel settore, anche e soprattutto nel gioco legale.”


Lei è favorevole al riordino nazionale del gioco fisico - attualmente in discussione con un confronto fra ministero dell'Economia e Conferenza delle Regioni - con il varo di un distanziometro e limiti orari uguali per tutti, e alla compartecipazione delle Regioni agli utili erariali derivanti dal gioco (proposta dalla Conferenza delle Regioni)?
“Siamo favorevoli all’idea di un distanziometro che permetta di tutelare i luoghi più sensibili ai rischi del gioco d’azzardo, a partire dalle nostre scuole, dal momento che la ludopatia è sempre più diffusa tra i minori.

Siamo invece decisamente contrari alla compartecipazione delle Regioni agli utili derivanti dal gioco e questo per due ordini di ragioni. Innanzitutto, si continua a mandare l’assurdo e perverso messaggio che l’azzardo possa essere utile all’Erario e quindi al Paese.

In secondo luogo, la quota parte dei ricavi finirebbe probabilmente per facilitare la concessione di nuove licenze in un territorio nel quale sono già estremamente diffuse e, di conseguenza, porterebbe ad una recrudescenza del fenomeno della ludopatia. Parliamo di un fenomeno devastante, che coinvolge sei milioni di famiglie italiane. Dobbiamo combatterlo duramente e renderlo più difficile, non certo facilitarne la diffusione.”

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