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Regole tecniche gioco online, il parere di Malta al Senato

30 ottobre 2024 - 09:49

Il parere di Malta sulle regole tecniche per l'esercizio di gioco online in Italia affidato alle commissioni Politiche europee e Finanze del Senato.

Scritto da Dd

Il parere circostanziato di Malta sulle “Regole tecniche relative al rapporto di concessione per l’esercizio e la raccolta dei giochi" è stato affidato alle commissioni Politiche europee e Finanze e tesoro del Senato.

La comunicazione è stata data nella giornata di ieri, 29 ottobre, al Senato, con l'annuncio da parte del Governo che il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, con lettera in data 24 ottobre 2024, ha inviato il parere circostanziato emesso dalla Repubblica di Malta sul progetto di regola tecnica per la raccolta dei giochi alle due commissioni permanenti del Senato (Atto n. 580).

Un tema, quello del parere di Malta, che come abbiamo visto nei giorni scorsi incide pesantemente sul riordino del gioco online italiano.

La Commissione europea, infatti, ritenendo meritevole di approfondimento il parere circostanziato di Malta, ha rinviato di un mese, dunque al 18 novembre, la scadenza dello stand still trimestrale sulle “Regole tecniche", e ciò rende quasi impossibile l'emanazione della gara relativa alle concessioni entro il 31 dicembre 2024, rendendo quindi necessaria una nuova proroga delle concessioni vigenti.

La procedura non è affatto anomala, dato che sono proprio le norme europee (articolo 6, paragrafo 2, della direttiva (UE) 2015/1535) a consentire a chiunque la possibilità di presentare le proprie osservazioni a una norma tecnica sottoposta al vaglio della Commissione.

Nel frattempo, nei giorni scorsi, la Malta gaming authority ha avuto modo di sottolineare che Malta si è spesso avvalsa del suo diritto di presentare pareri dettagliati e commenti sulla legislazione proposta dagli Stati membri tramite la procedura Tris, specificando che, nel caso delle regole tecniche italiane, secondo l'autorità maltese sarebbe "la richiesta di requisiti tecnici aggiuntivi per gli operatori B2B" a costituire un problema, dato che viene vista come "un ostacolo alle libertà di stabilimento e di prestazione di servizi".

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