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Riforma gioco, dalla 'vecchia' commissione Antimafia un ventaglio di proposte operative

18 aprile 2023 - 10:24

Il quarto comitato invita a ricostruire il giusto bilanciamento di interessi tra Stato e concessionarie e si focalizza su gioco online e tracciamento delle giocate.

Scritto da Amr
Foto di Piret Ilver su Unsplash

Foto di Piret Ilver su Unsplash

Un quadro puntuale dell'attività svolta dalla commissione Antimafia, dal comitato sulle infiltrazioni malavitose nel periodo del lockdown, che ha fatto emergere come esso aveva posto in serie difficoltà economiche il comparto del gioco legale, regolato dalle concessioni di Stato, che la prolungata chiusura e l’inasprimento fiscale progressivo degli ultimi anni stanno mettendo a dura prova, mentre la domanda di gioco, al contempo, resta stabile e rischia di spostarsi sul terreno delle gestioni illegali guidate dalla criminalità; e soprattutto del quarto comitato sull'influenza e controllo criminali sulle attività connesse al gioco nelle sue varie forme.

A mesi dalla fine anticipata della precedente legislatura, viene pubblicata sul sito del Senato l'attività svolta durante essa dalla commissione parlamentare Antimafia, presieduta da Nicola Morra. Un'attività già illustrata in numerosi incontri pubblici, ma i corposi documenti oggi resi pubblici aggiungono ulteriori dettagli e spunti di riflessione, anche nell'ottica della riforma del gioco che proprio questa settimana avvia il suo iter parlamentare, dopo l'approvazione da parte del consiglio dei ministri del disegno di legge delega in materia fiscale che l'articolo 13 prevede appunto il riordino normativo del settore.

Sono contenuti soprattutto nelle considerazioni di sintesi per un nuovo quadro istituzionale, a conclusione della relazione del quarto comitato della commissione, coordinato allora dal senatore del Movimento 5 Stelle Giovanni Endrizzi.
In esse si evidenzia che "l’esigenza di regolamentare in modo dettagliato i rapporti nel contratto di concessione è interesse preminente dello Stato anche quando il concessionario può esercitare poteri amministrativi surrogandosi direttamente ad esso" e si sottolinea come sarebbe necessario "ampliare l’oggetto del contratto di concessione che l’Adm sottoscrive con i concessionari prescelti facendo riferimento, non solo agli aspetti finanziari ed economici, ma a tutte le norme statali e regionali che effettivamente impattano sulla tutela della salute e sono poste a difesa dei soggetti maggiormente vulnerabili tra cui i minori".

Secondo le risultanze della relazione, "è necessario che lo Stato si riappropri di un settore a rischio in quanto nella società ha un impatto notevole in tema di salute pubblica e di economia. Oltretutto, è a forte rischio, come ci confermano le relazioni di pubblica sicurezza e le inchieste della magistratura, di infiltrazione da parte della criminalità organizzata".
Il comitato ritiene inoltre che "risulterà di particolare interesse analizzare, da un punto di vista tecnico-giuridico, possibili vulnus nei bandi di gara, nei contratti di concessione dei giochi pubblici nonché negli statuti e negli atti costitutivi delle società concessionarie. Un efficace contrasto alla criminalità organizzata non può che passare da una fase di ripensamento complessivo della materia in special modo quella online, essendo questa, per definizione, immateriale e perciò di più difficile regolamentazione".

Si sollecita inoltre il Parlamento a "ricostruire il giusto bilanciamento di interessi tra Stato e concessionarie", visto che tale equilibrio "è la più autentica, ma non l’unica, forma di garanzia di una offerta sostenibile da un lato e di impenetrabilità nel sistema del gioco pubblico da parte della criminalità organizzata dall’altro".
La relazione punta inoltre l'attenzione sulla "normativa frammentaria che, quindi, si presta particolarmente ad attività elusive, poco si presta al perseguimento di interessi tutelati dalla Carta costituzionale.
È fondamentale, infine, ampliare le competenze soprattutto in una materia complessa e assai delicata. Se risulta necessario il primato del
Ministero dell’economia e delle finanze appare altrettanto necessario un intervento del Ministero della salute e del Ministero dell’istruzione".

IL COORDINAMENTO DEL SISTEMA DI CONTROLLO - Dalle considerazioni di carattere generale a puntuali proposte e raccomandazioni. A cominciare dal "coordinamento del sistema di controllo" tra "la molteplicità di interlocutori deputati all’esecuzione dei controlli", quindi, le tre forze di polizia a competenza generale (Polizia di Stato, Arma dei Carabinieri, Guardia di Finanza), Adm e forze della polizia locale.

LA COMPLESSITA' DEI CONTROLLI - I controlli nel settore dei giochi "scontano una complessità di base dovuta alla farraginosità delle norme e alla complessità tecnica degli apparecchi da controllare", e per tale motivo "l’individuazione di una forma di coordinamento consentirebbe di poter individuare anche le modalità di formazione e di aggiornamento di adeguate competenze".

L'ADEGUAMENTO DELLE NORME - Secondo la relazione, "proprio la presenza nel settore degli interessi della criminalità organizzata impone un ripensamento delle sanzioni, con la previsione di figure delittuose anche per le condotte oggi sanzionate a titolo di contravvenzione.
Ciò avrebbe il pregio di consentire la contestazione del reato di associazione a delinquere per tutte le condotte illecite nel settore dei giochi".

IL CONFLITTO DI INTERESSI - Focus anche sul confolitto di interessi nelle proposte conclusive: in capo all’Agenzia delle dogane e dei monopoli coesistono la funzione di ente pubblico che rilascia le concessioni e quella di autorità degolatoria, con i compiti di legge di controllare l’osservanza degli adempimenti cui i concessionari sono tenuti, nonché di comminare le relative sanzioni.
Appare di tutta evidenza che l’intrinseca diversità dei compiti può generare conflitti di interesse, atteso che l’ente che rilascia le concessioni è ex lege competente alla verifica dei presupposti per una loro revoca in caso di gravi violazioni da parte dei concessionari".

IL RISCHIO RICICLAGGIO - Come pure, un paragrafo delle proposte conclusive è "sulle società operanti nel settore dei giochi ed il sistema antiriciclaggio". Dopo aver ripercorso la normativa europea e citato i dati italiani, la relazione evidenzia che "per un corretto inquadramento del settore dei giochi nell’ambito delle norme antiriciclaggio, si ritiene che nei propri report annuali le autorità nazionali dovrebbero indicare in modo puntuale i dati riferibili a questa specifica realtà, distinguendo per ogni tipologia di operatore e di gioco, in modo da consentire adeguate azioni di contrasto in un settore da sempre critico in quanto esposto alle infiltrazioni della criminalità organizzata".

I FASCICOLI DIGITALI - La relazione si dedica poi alla peculiarità della materia: i fascicoli digitali, evidenziando che "pur se la nozione di documento digitale e di intercettazione telematica è comunemente utilizzata nell’espletamento di indagini in tema di criminalità organizzata, le indagini sul gaming hanno quale peculiarità la mole
di dati che devono essere gestiti ed il fatto che è pressoché impossibile una loro trasposizione su documenti cartacei, per una loro gestione come
tradizionale fascicolo cartaceo".

LA GESTIONE DEL CONTENZIOSO - La peculiarità della materia, si osserva ancora, si riflette anche nella gestione del contenzioso, attesa la complessità di carattere tecnico dello specifico settore.
Dunque, per evitare che i procedimenti amministrativi e penali riferibili al contenzioso da gioco vengano strumentalmente prolungati al punto da
vanificare l’applicazione delle sanzioni nonché per evitare la nomina di consulenti non preparati sulla specifica materia, potrebbe essere utile per la parte amministrativa individuare quale organo debba fornire in via istituzionale una forma di consulenza sugli apparecchi e sui software utilizzati.

IL TRACCIAMENTO DELLE GIOCATE - La relazione segnala, ancora, la necessità di un adeguato tracciamento delle giocate.
In tale ottica è auspicabile che nella gestione del gioco legale, proprio per consentire il contrasto al gioco illegale, si possa rendere disponibile su dispositivi in dotazione a ciascun organismo di controllo, l’andamento in tempo reale di ogni operatore, per rendere non solo l’offerta legale riconoscibile e tracciata ma anche controllabile, senza la necessità di particolare collaborazione dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli.
Appare, altresì, opportuno prevedere quale sanzione accessoria il divieto di far parte della filiera del gioco, ad esempio per un periodo
compreso tra 5 e 10 anni, graduato dall’autorità amministrativa o dal giudice, per i soggetti condannati per irregolarità penali o amministrative.

L'ADEGUAMENTO DELLE INDAGINI DIGITALI - Secobdo la relazione conclusiva, è anche necessario un "adeguamento normativo per le indagini digitali", visto che quelle previste dal codice di rito "sono ormai solo una parte degli accertamenti che si possono esperire con l’ausilio delle nuove conoscenze scientifiche e tecnologiche".

LE INDAGINI TRANSNAZIONALI - Un invito è anche a "stimolare l’avvio di indagini transnazionali. E si osserva: "Il quotidiano confronto con i grandi player della comunicazione (ad esempio, Google, Facebook, Whatsapp), richiede che siano avviate interlocuzioni più frequenti con gli uffici legali di tali multinazionali sia per poter acquisire direttamente servizi offerti nel nostro Paese, sia l’effettuazione di rogatorie presso i paesi ove hanno sede legale, per la formale acquisizione agli atti del processo di notizie o elementi di prova indispensabili per la prosecuzione delle indagini".

RIPENSARE IL SISTEMA - Tuttavia, conclude la lunga e complessa relazione, essa "non ha pretesa di esaustività essendo la materia
oltremodo complessa". Dunque, "risulterà di particolare interesse analizzare, da un punto di vista tecnico-giuridico, possibili vulnus nei bandi di gara, nei contratti di concessione dei giochi pubblici nonché negli statuti e negli atti costitutivi delle società concessionarie. Un efficace contrasto alla criminalità organizzata non può che passare da una fase di ripensamento complessivo della materia in special modo quella online, essendo questa, per definizione, immateriale e perciò di più difficile regolamentazione".
Sarebbe, inoltre necessario "approfondire se i contratti di concessione siano o meno la causa dell’attuale deresponsabilizzazione, intesa come
impossibilità ad oggi di individuare precise responsabilità civili e penali dell’offerta".

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