Dopo settimane di attesa, di confronti e rinvii il riordino del gioco fisico torna nei radar politici “ufficiali”.
Leggendo l'ordine del giorno della convocazione della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome in seduta ordinaria in agenda per la mattina di mercoledì 18 dicembre ecco comparire un importante riferimento alla questione
Al quinto punto difatti figura la “valutazione in merito ai contenuti dello schema di decreto legislativo in materia di giochi pubblici ammessi alla rete fisica (Legge n. 111/2023)”, punto all'esame della commissione Affari finanziari delle Regioni programmata per oggi, 16 dicembre.
Al momento non appare ben chiaro se sarà la sola commissione Affari finanziari a seguire la pratica del riordino del gioco fisico d'ora in poi.
L'ultima proposta messa sul tavolo dal ministero dell'Economia e delle finanze alla fine di novembre, in risposta a quella delle Regioni, che hanno chiesto un ulteriore riduzione dell'offerta legale, sembra l'ultima e l'unica possibile, per salvaguardare settore e gettito erariale assicurando anche la tutela della salute.
L'ULTIMA PROPOSTA - Il Mef ha proposto di arrivare a 34mila esercizi generalisti - il 32 percento in meno rispetto alla situazione attuale - evidenziando che "non si può scendere al di sotto dei 39mila senza provocare effetti di riduzione delle entrate", di portare il numero delle sale Vlt a 2250 (con una riduzione del 50 percento di quelle presenti finora), sottolineando che "non si può scendere al di sotto dei 4500 senza provocare effetti di riduzione delle entrate" e che "il numero deve essere fissato in modo proporzionale al numero delle Vlt installabili".
Quanto ai punti di raccolta scommesse, la riduzione ipotizzata è del 47 percento, pari a 8mila. Anche in questo caso, rilevando che con meno di 9mila si rischia la riduzione del gettito erariale.
In totale quindi i punti gioco sarebbero 52.500 "per altro spesso sovrapposti".
Riguardo alla riduzione delle Awp il Mef ha messo sul piatto "una riduzione pari a 180mila, pari al 28 percento in meno", per quanto concerne le Vlt il taglio proposto è del 25 percento, equivalente a 41250 Vlt. Accettandone 42500 a patto di confermare il numero delle Awp.
Quanto all'individuazione dei "luoghi sensibili" per il ministero, nell'ultima proposta resa disponibile, "non si può accettare l'inserimento di ulteriori categorie - oltre a istituti scolastici limitatamente alle secondarie di primo e secondo grado, strutture sanitarie che ospitano centri di recupero dalle dipendenze, luoghi di culto, strutture di aggregazione giovanile come palestre e oratori, centri anziani - che moltiplicherebbero le aree di rispetto determinando l'impossibilità di allocazione dei punti di raccolta, considerata anche la numerosità dei luoghi indicati (oltre 200mila). Inoltre, la estrema indeterminatezza e mobilità dei citati punti renderebbe incerta la scelta di delocalizzare il punto gioco. Quindi vi sarebbero sicuri effetti di riduzione delle entrate".
Quanto alle distanze, "per gli esercizi certificati si può al massimo accettare una distanza pari a 100 metri e per i non certificati di 200. Qualsiasi altra scelta determinerebbe una significativa contrazione della rete con sicuri effetti riduttivi delle entrate".
Parlando di orari di chiusura delle attività di gioco, per gli esercizi certificati il Mef dice sì alla proposta 5-9 e 13-15 ma puntualizza: "Gli orari possono essere così accettati: certificati come da controproposta, non certificati chiusura mattutina fino alle 9:30. Ciò a condizione che siano riferiti solo agli orari di funzionamento degli apparecchi (per le Vlt controllabili da remoto da parte di Adm e, in futuro, anche per le Awpr) perché per le scommesse molti eventi si collocano nelle fasce orarie indicate (scommesse live) e in tal caso vi sarebbe un forte impatto erariale con lo spostamento del gioco dal fisico all'online o all'illegale". E infine "rammenta che la precedente intesa in Conferenza Unificata del 7 settembre 2017 prevedeva sei ore di chiusura".
Infine, nella controproposta ministeriale non figurano ritocchi alla parte relativa alla qualificazione dell'offerta, superando la distinzione fra esercizi generalisti e non generalisti e adottando una classificazione divisa in esercizi certificati/non certificati. La certificazione - con criteri e presupposti stabiliti all'interno dell'accordo in Conferenza Unificata - attesta la maggiore professionalità e affidabilità degli esercizi nell'attività di raccolta di gioco, in relazione alla prevenzione dei disturbi da gioco d'azzardo patologico e al rispetto del divieto del gioco minorile. Sono quindi previsti "una specifica formazione gli esercenti, particolari controlli dell'accesso agli esercizi e la presenza di personale addetto al controllo all'interno delle sale, nonché altri possibili requisiti da individuare".