Tar: 'Sale scommesse, divieto accesso minori non contrasta con norme Ue'
Il Tar Lazio respinge ricorso di una sala scommesse contro la chiusura disposta da Adm per l'accesso di minori: rispettati Costituzione e Tfue, la salute viene prima della libertà d'impresa.
“Avendo il locale della ricorrente una connotazione rivolta esclusivamente alla raccolta delle scommesse (circostanza incontestata), appare del tutto logico e razionale che il legislatore abbia ritenuto di impedirvi ai minori finanche il solo accesso. Diversamente è a dirsi per i corner (che prestano una diversa attività commerciale predominante) dove il cliente entra principalmente per usufruire dei relativi diversi servizi e per i quali è, comunque, stabilito a livello di requisiti tecnici, definiti da apposito capitolato tecnico, che gli spazi dedicati alla raccolta del gioco siano fisicamente distinti da quelli dedicati all’attività commerciale”.
A fare una volta di più chiarezza sul divieto di accesso dei minori nelle sale scommesse – e sugli obblighi di vigilanza di chi le gestisce – è il Tar Lazio, con una sentenza con cui respinge il ricorso di una società contro il provvedimento con il quale l’Agenzia delle dogane e dei monopoli ha disposto la chiusura per 10 giorni di un esercizio commerciale in ragione dell'accertata la presenza di un minorenne, compiutamente identificato, in violazione dell’art. 7, c. 8 del Dl 158/2012 convertito con modifiche nella Legge n. 189/2012 e sanzionata ai sensi dell'art. 24, commi 21 e 22 del decreto-legge n. 98 del 2011, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 111 del 2011.