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Convegno esport al Senato, Marti (Lega): ‘Settore chiede regole’

13 novembre 2024 - 18:21

Nell’incontro al Senato su esport e intelligenza artificiale si parla anche di regolamentazione e della Pdl sulla quale ‘stanno lavorando vari ministeri in sinergia’.

Scritto da Dd

Ci siamo resi conto che (sugli esport, Ndr) eravamo senza alcun riguardo normativo, camminavamo in un mondo libero, e quando si cammina in un mondo libero ci sono tanti interessi, anche tanti rischi”.

Così Roberto Marti (Lega), presidente della commissione Cultura del Senato, nel suo intervento all'incontro su “l'intelligenza artificiale cambia le regole del gioco: esports, gaming e tutela dei minori nell'era digitale”, organizzato su sua iniziativa in collaborazione con il settore esports Oinp, l'Osservatorio italiano non profit, oggi, mercoledì 13 novembre presso il Senato. 

Roberto Marti ha spiegato come il suo interesse per il settore sia nato circa un paio d’anni fa, quando “in uno dei tanti inviti, fui incoraggiato dal provare uno strumento realizzato da alcuni giovani, progettato da alcuni giovani, portato avanti da alcuni giovani, in cui io ignoravo l'esistenza”, scoprendo così “quante persone possono utilizzare uno strumento così importante”, ma anche quante ne siano escluse per i motivi più vari. Da lì iniziò, aggiunge Marti, il percorso per dotare anche l’Italia di una regolamentazione per il settore.

“Ho scoperto quanti interessi ruotavano attorno a questo mondo”, aggiunge Marti, “quanti incentivi ci potevano essere nello stimolare i nostri giovani imprenditori che da diverse parti del mondo lavorano, con delle regole, con delle legislazioni, anche più sereni di poterlo fare, che poi devono importare dei prodotti che però non possono essere elaborati, non possono essere importati nella nostra nazione, soprattutto quando non ci sono regole.”

“Ci sono qui in sala”, aggiunge ancora Marti, “degli imprenditori che già lavorano in Italia, che operano, che guadagnano con gli esport, perché sappiamo tutti quanto e come si sviluppa questo mondo. Un mondo però dove abbiamo a che fare con minori, con ragazzi, con i nostri figli, per i quali abbiamo il dovere e il diritto di porre delle regole”

E parlando dunque della Pdl della quale lui è primo firmatario, Marti spiega che “come ogni proposta di legge è sempre migliorabile, ci sono sempre dei nuovi spunti. Abbiamo iniziato a lavorare con il ministero della Cultura, nello specifico con il sottosegretario Lucia Borgonzoni, con il ministero dell'Interno, con tutte le forze in campo, perché non è una Pdl che interferisce su un solo settore, ma interferisce su diversi settori di interesse diffuso e di tutela diffusa, quindi c'era la necessità di avere una sinergia tra vari ministeri.”

“Abbiamo iniziato a lavorare con tutti gli uffici”, continua Marti avviandosi a concludere, “e ora anche con l'ausilio degli ospiti che ci sono qui, ai quali, aprendo questa meravigliosa sala del Senato ho voluto dimostrare quanta attenzione ci sia non solo nella presentazione di una proposta di legge, ma anche nella tutela dei minori, e verso un interesse legittimo di tanti imprenditori giovani o meno giovani che si stanno cimentando da anni e che hanno bisogno di tutela e di garanzie certe, ma anche di regole certe.”

Prima dei Marti augura l’avvio di un dibattito che porti anche a “migliorare questa proposta di legge, a portarla avanti con forza e a creare gli stimoli giusti per andare sempre nella direzione di migliorarci un po' tutti.”


Il sottosegretario al ministero della Cultura Lucia Borgonzoni non presente fisicamente all’incontro, fa comunque pervenire un breve saluto nel quale dice di voler “celebrare l'importanza dell'intelligenza artificiale e a ricordare le potenzialità e le sfide che questo strumento porta con sé. Come sappiamo”, scrive Borgonzoni, “l'intelligenza artificiale sta trovando applicazione in diversi ambiti, trasformandoli profondamente. È necessario quindi garantire un uso responsabile e corretto attraverso un'opportuna regolamentazione, così come prevista all'interno del disegno di legge in materia attualmente in esame al Senato. L'intelligenza artificiale sta avendo un forte impatto sull'industria del gaming e in particolare sul settore degli esport.”

Chiude, Borgonzoni, sottolineando che “queste tecnologie infatti stanno cambiando il modo in cui ci si rapporta al gioco e si vive l'intera condizione competizione videoludica. Ciò rappresenta sicuramente una grande occasione di sviluppo per tutte le industrie del settore. Al contempo però risulta prioritario assolvere l'importante compito di tutelare gli utenti sotto ogni punto di vista, specialmente se minori, perché questo è un grande problema.”

 

Interviene al convegno anche Ferdinando Bonessio, presidente della commissione Sport, benessere e qualità della vita di Roma Capitale, che sottolinea in primo luogo “la necessità che gli egame, gli esport, abbiano la possibilità di creare sinergia con lo sport reale, lo sport praticato, che ci sia una sorta di incentivo alla pratica sportiva reale. È difficile ma si potrebbero trovare delle soluzioni in cui nella proposta degli esport e degli egame ci sia anche un tentativo di proporre una prova pratica di quella che è la disciplina nel suo concreto.” 

Evidenzia quindi, Bonessio, quelle che sono “alcune preoccupazioni rispetto ai temi dell'inclusione, ai temi del contrasto all'emarginazione e altri temi a cui magari gli e-game non possono rispondere. Nel nostro Paese”, aggiunge, “abbiamo ottenuto dopo 70 anni che la Costituzione italiana, all'articolo 33, si occupasse di sport. Per noi operatori del mondo sportivo è stato un grande successo, non un punto d'arrivo, ma un punto di partenza. L'articolo 33 della Costituzione al sesto comma riporta che la Repubblica riconosce il valore sociale ed educativo dello sport e promuove il benessere psicofisico legato alle attività sportive. Alcuni di questi aspetti possono essere però recuperati anche dal discorso degli esport e degli egame, come ad esempio appunto il discorso dell'inclusione, dell'educazione sociale. Ecco, su questi temi credo che sarebbe opportuno che intervenisse il legislatore, quindi il Parlamento, per dare degli indirizzi di conformità.”

Chiude quindi, il rappresentante di Roma Capitale, sottolineando che “gli egame sono nati cavalcando gli sport che vanno per la maggiore, quindi in certi aspetti rischiamo di marginalizzare alcune attività sportive rispetto ad altre”. E propone di valutare se in anche nei paesi asiatici (come Bangladesh, Pakistan e India, ad esempio) vi sia un gioco molto in voga come il cricket e se avvenga come in Occidente, dove il calcio domina anche nei videogiochi.”

Parla comunque degli esports come di un grande cambiamento del quale “dobbiamo essere noi, come non mai in questo caso, capaci di governarne i rischi e valorizzarne le opportunità.

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