skin

'Borderlands Science': così milioni di giocatori hanno aiutato la ricerca scientifica, giocando

20 aprile 2024 - 09:05

Milioni di giocatori in tutto il mondo coinvolti in un gioco che ha rivoluzionato la ricerca biomedica aiutando gli scienziati a scoprire nuove relazioni tra i batteri intestinali responsabili di patologie che vanno dall'infiammazione intestinale all'Alzheimer.

Scritto da Dd
Foto di Katya Ross (Unsplash)

Foto di Katya Ross (Unsplash)

Sono stati ben 4,5 milioni i giocatori, di tutto il mondo, che hanno giocato a Borderlands Science, con un impatto significativo sulla ricerca biomedica.

L'esperimento, consistito nell'inserire il minigioco "Borderlands Science", all'interno del popolare videogioco "Borderlands 3", ha dato risultati impressionanti, dimostrando la possibilità di convergenza tra tecnologia e scienza. Questa massiccia collaborazione globale infatti ha aiutato gli scienziati a comprendere meglio le relazioni evolutive di oltre un milione di diversi tipi di batteri nell’intestino umano, cruciali per la salute umana.

Alla base del progetto c'è la partnership tra la McGill University, la Gearbox Entertainment Company, la Massively Multiplayer Online Science (Mmos) e la Microsetta Initiative dell'Università della California a San Diego, che hanno creduto nell'idea di utilizzare il potere collettivo dei giocatori per affrontare complesse sfide scientifiche.

Semplificando al massimo ai giocatori era rischiesto di allineare delle tessere che, per gli scienziati, rappresentavano delle reali sequenze genetiche di microbi; con la loro partecipazione in massa i giocatori sono riusciti a sovraperformare alcuni dei migliori algoritmi informatici esistenti.

"In mezza giornata i giocatori di Borderlands Science hanno raccolto cinque volte più dati sulle sequenze di Dna microbico rispetto a quelli raccolti dal nostro gioco precedente, Phylo, in un periodo di 10 anni", osserva Jerome Waldispuhl, professore associato alla McGill e autore senior dello studio nell'articolo pubblicato qualche giorno fa su Nature Biotechnology.

Questo esperimento segna un progresso significativo rispetto agli sforzi precedenti e riflette il potenziale di integrazione della ricerca scientifica nelle piattaforme di intrattenimento del mercato di massa. 

Le implicazioni di questa ricerca, e dei suoi risultati, sono profonde, come sottolinea anche Rob Knight, direttore del Center for Microbiome Innovation presso l'UC di San Diego, comprendere la composizione microbica dell'intestino umano può portare a informazioni più approfondite su varie condizioni di salute, dalla malattia infiammatoria intestinale all'Alzheimer: "Avere un modello migliore che mette in relazione i nostri microbi tra loro ci dà una visione più precisa di ciò che stanno facendo dentro e intorno a noi".

Questa iniziativa non rappresenta solo una svolta scientifica, ma indica anche un potenziale finora inutilizzato dei videogiochi come piattaforma per coinvolgere il pubblico in autentici sforzi scientifici.

"Borderlands Science dimostra fino a che punto possiamo arrivare collaborando con l'industria dei giochi e le sue comunità per affrontare le grandi sfide dei nostri tempi", commenta Attila Szantner, Ceo e cofondatore di Mmos, "è importante trovare modi creativi per sfruttare il tempo e le capacità intellettuali della comunità di gioco".

Pur non essendo applicabile a tutti i campi di ricerca, di fatto, però, il successo di Borderlands Science apre nuove possibilità per futuri progetti di ricerca scientifica integrati nei videogiochi, suggerendo una nuova frontiera in cui gioco e scienza si intrecciano per favorire il coinvolgimento della comunità e accelerare la scoperta della conoscenza. Visto il numero crescente di videogiocatori in tutto il mondo, secondo gli scienziati questo modello potrebbe rappresentare un cambiamento fondamentale nel modo in cui viene condotta la ricerca scientifica, rendendola più inclusiva, efficiente e diffusa.

Altri articoli su

Articoli correlati