Dan Bilzerian ha problemi col Fisco Usa? Sulla sua società di cannabis legale, Ignite International Brands Ltd., che è stata lanciata nel 2017 in Canada, si sono scatenate una serie di indagini e le notizie che stanno trapelando non dipingono un quadro ottimistico per il “Re di Instagram”.
Ad indagare sarebbero addirittura tre enti: Ontario Securities Commission (Osc), il Dipartimento di giustizia e la Securities and Exchange Commission (Sec) degli Stati Uniti hanno entrambi avviato le proprie indagini per frode contabile. A maggio, la SEC ha presentato una citazione in California alla ricerca di documenti finanziari relativi alla presunta frode.
A luglio, la società ha annunciato l'intenzione di passare da società quotata in borsa a ente privato, cosa che, secondo Business Wire, è stata approvata in un'assemblea degli azionisti alla fine di agosto, lo stesso giorno in cui la Sec ha chiesto un'ingiunzione del tribunale società di consegnare documenti.
Il comunicato recita in parte: “In Assemblea, gli azionisti della Società hanno approvato: (i) la fissazione in cinque (5) del numero degli amministratori della Società; (ii) l'elezione dei cinque amministratori nominati, ovvero Dan Bilzerian, Lester Lee, Greg Gilpin-Payne, Ralph Gilpin-Payne e Tom Bunker.
Ma quanto rischia Bilzerian a livello economico? Difficile da stimare ma viste le cifre che girano Dan potrebbe non passarsela bene. Secondo The Globe and Mail, la società di Bilzerian, che operava sotto "BILZ-CN". ha raggiunto il picco nel 2019 con una capitalizzazione di mercato di oltre $ 750 milioni; tuttavia, era scesa a circa $ 170 milioni quando ha smesso di essere scambiata in Nord America.
In un deposito giudiziario, l'avvocato del personale della Sec Patricia Pei ha denunciato "possibili violazioni delle disposizioni antifrode delle leggi federali sui titoli" e che le informazioni scoperte "indicano che [Ignite] potrebbe aver presentato rendiconti finanziari pubblici che includono dichiarazioni false o fuorvianti" nel 2020.
Tuttavia, la scorsa settimana la Sec ha chiarito rilasciando una dichiarazione che "sta continuando la sua indagine conoscitiva e, ad oggi, non ha concluso che alcun individuo o entità abbia violato le leggi federali sui titoli".